vladimir putin gas russia

PUTIN CHIUDE I RUBINETTI! – LA RUSSIA HA RIDOTTO DI UN TERZO LE FORNITURE DI GAS ALL’ITALIA. ENI OGGI RICEVERÀ 21 MILIONI DI METRO CUBI RISPETTO ALLA MEDIA DI 32 – “MAD VLAD” FA SEMPRE IL SOLITO GIOCHINO: CON LA RIDUZIONE DELLE FORNITURE I PREZZI CRESCERANNO E LUI INCASSERÀ DI PIÙ. ALLO STESSO TEMPO È UNA FORMA DI RICATTO POLITICO. A CUI I TEDESCHI HANNO GIÀ ABBOCCATO (ECCO PERCHÉ HANNO COSTRETTO IL CANADA A RESTITUIRE LA TURBINA DEL NORD STREAM 1)

MARIO DRAGHI CLAUDIO DESCALZI

1 - GAS: ENI, GAZPROM RIDUCE DI UN TERZO LE FORNITURE ALL'ITALIA

(ANSA) - La Russia riduce di un terzo le forniture all'Italia rispetto alla media degli ultimi giorni. E' quanto si evince da una nota dell'Eni. "Gazprom - scrive la compagnia italiana - ha comunicato che per la giornata di oggi fornirà a Eni volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno. Eni fornirà ulteriori informazioni in caso di nuove e significative variazioni dei flussi".

 

2 - ALLA CANNA DEL GAS

Uski Audino per “La Stampa”

 

La Germania rimarrà senza il gas fornito da Nord Stream 1 per dieci giorni a partire da oggi. Tanto dovrebbe durare la consueta manutenzione del gasdotto che trasporta il gas russo in Germania, eseguita nel periodo dell'anno dove normalmente il bisogno di gas è più ridotto.

 

PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI

Peccato che in questo 2022 di «normale» ci sia poco. Visto lo schema adottato fin qui dal governo di Mosca - ha detto il ministro dell'Economia e Clima Robert Habeck - non sarebbe «super sorprendente» se lo stop si prolungasse oltre i 10 giorni. Ed è proprio questo il problema che agita i sonni di Berlino e a cui si sta cercando di dare soluzione.

 

Perché se l'impatto economico di un'interruzione di dieci giorni è risibile, una sospensione prolungata o dai contorni incerti, rischia di danneggiare pesantemente l'intera economia tedesca, soprattutto a fronte di stoccaggi che faticano a riempirsi ai ritmi attuali (0,20% al giorno).

 

DRAGHI PUTIN GAS

Il Paese non sarà pronto prima di due-tre anni alla transizione energetica, ripete il ministero dell'Economia. E guadagnare tre anni in questo frangente non è uno scherzo. Nel frattempo Berlino si prepara al peggio, percorrendo tutte le strade possibili per mettere in sicurezza il sistema Germania.

 

VLADIMIR PUTIN E IL GAS

Le direttrici su cui si muove sono tre: sostenere le compagnie energetiche in difficoltà - per scongiurare un pericoloso effetto contagio - chiedere all'industria e ai cittadini il massimo del risparmio energetico possibile, e sfruttare al millimetro qualsiasi infrastruttura esistente. Per evitare di fare saltare le società distributrici di gas, il Bundestag ha approvato una legge che rende possibile la partecipazione dello Stato nelle imprese energetiche «rilevanti per il sistema», sul modello usato per il salvataggio di Lufthansa durante l'emergenza coronavirus.

uniper

 

Uniper per esempio, il principale importatore e distributore di gas, perde 900 milioni di euro ogni mese - stimano gli analisti - perché deve acquistare gas sul mercato libero senza poter usufruire dei prezzi concordati nei contratti pluriennali. Uniper ha chiesto l'aiuto dello Stato e ha ottenuto una linea di credito da parte della Banca per lo sviluppo.

Tuttavia una soluzione definitiva non è ancora all'orizzonte perché il 78% delle sue azioni sono nelle mani del fondo finlandese Fortum.

 

CLAUDIO DESCALZI IN QATAR

Più facile invece è la situazione per la terza società importatrice di gas in Germania, la Vng, che riceverà un fondo di garanzia di 2 miliardi. Parlando di salvataggi lo stesso Scholz ha messo in guardia i concittadini da aspettative troppo alte: «Non saremo in grado di sovvenzionare qualsiasi prezzo».

 

Sul fronte del risparmio energetico è in atto un braccio di ferro silenzioso tra le richieste del governo, che punta ad una riduzione del 8-15% dei consumi di gas, e le offerte dell'industria, disposta a rinunciare al 3%, secondo un sondaggio dell'Associazione Industrie e Camere di commercio.

 

olaf scholz vladimir putin

Il gigante degli immobili Vonovia - che dispone di circa 500.000 case in affitto in Germania - ha detto che ridurrà il riscaldamento domestico dalle 23 alle 6 di mattina a 17 gradi, contribuendo a una riduzione dell'8% dei consumi di gas. L'industria della chimica, e in particolare Basf, mette in guardia invece che sotto una certa soglia di risparmio non si può andare, pena la sospensione della produzione. «Se la fornitura dovesse scendere in modo significativo e permanente al di sotto del 50%, dovremmo chiudere il sito di produzione», afferma il gruppo di Ludwigshafen.

 

PUTIN

Stessa cosa sostiene Thyssen-Krupp. Il fattore decisivo per le grandi aziende è la durata dell'interruzione delle forniture e la rapidità di soluzioni alternative. Andando a caccia di kilowattora last minute, Berlino avrebbe preso in considerazione l'ipotesi di sfruttare la conduttura inutilizzata del tratto tedesco di Nord Stream 2 per trasportare gas in arrivo dalle navi rigassificatrici di Gnl, in modo da immetterlo direttamente in una rete già esistente.

 

In quest' ottica si può leggere la questione della turbina di Siemens Energy. Lo scorso 14 giugno Mosca ha ridotto del 60% il gas in transito su Nord Stream 1, adducendo come causa l'assenza di una turbina in riparazione. In effetti la turbina della tedesca Siemens energy era in riparazione presso la controllata tedesca nell'impianto di Montreal, in Canada. Grazie alle pressioni di Berlino, il governo di Ottawa ha accettato «per un tempo limitato e con un permesso revocabile» di restituire la turbina in questione facendo un'eccezione alle proprie sanzioni contro la Russia, ha detto il ministro delle risorse naturali Jonathan Wilkinson. E Scholz lo ha ringraziato.

Olaf Scholz E Vladimir Putin

 

I GASDOTTI VERSO L EUROPAVLADIMIR PUTIN OLAF SCHOLZ putin gasLE CENTRALI A CARBONE IN ITALIA Olaf Scholz E Vladimir Putinvladimir putin emmanuel macron. vng

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO