anna wintour

I 30 ANNI DI ANNA WINTOUR ALLA GUIDA DI “VOGUE AMERICA”: “LI INDOSSO SEMPRE PER MASCHERARE I MOMENTI DI NOIA ALLE SFILATE…” - CRESCIUTA NELLA LONDRA ANNI 60, LA WINTOUR HA ESORDITO NEL SETTORE LAVORANDO IN ALCUNE BOUTIQUE PER POI PASSARE AL GIORNALISMO RICOPRENDO IL RUOLO DI DIRETTORE AL “BRITISH VOGUE”, PRIMA DI ARRIVARE ALL' EDIZIONE AMERICANA - “LA COSA PEGGIORE? L’INDECISIONE”

Carol Hallac per “la Stampa”

 

ANNA WINTOUR

Anna Wintour, la figura più influente nel mondo della moda, è nota per la sua riservatezza. Non attiva sui social, è riuscita a mantenere la privacy a 360 gradi, creando un alone di mistero anche sulla sua immagine pubblica. Per celebrare i 30 anni a capo di Vogue America , ha accettato, cosa rarissima, di sottoporsi a un' intervista sul palco di Women in the World Summit, l' evento annuale promosso a New York dalla giornalista Tina Brown, dove donne leader e attiviste internazionali si raccontano.

 

Wintour indossa la sua tenuta abituale: abito maculato, scarpe Manolo Blahnik, grandi occhiali scuri (che stavolta, però, erano giustificati da un intervento agli occhi il giorno prima). Ma ha ammesso di sfoggiarli sempre per mascherare i momenti di noia alle sfilate. «È comodo adottare lo stesso stile tutti i giorni, anche se è noioso. Sto pensando di includere i tailleur nel mio guardaroba».

LA REGINA ELISABETTA E ANNA WINTOUR

 

L'incontro è a meno di tre settimane dal Met Gala , di cui Wintour è madrina. Grazie a lei, l' evento annuale del Metropolitan Museum di New York è diventato l' appuntamento mondano più importante dell' anno: raccoglierà oltre 200 milioni di dollari per il museo.

Il tema Camp , dall' opulenza del Re Sole fino alla moda delle drag queen, promette un red carpet straordinario. Lo scorso anno, la mostra era ispirata alla Chiesa Cattolica, progetto ambizioso che è stato difficile realizzare: «Il curatore ha dovuto effettuare numerosi viaggi in Vaticano perché lì, incredibilmente, non usano la posta elettronica», spiega lei.

 

DONALD TRUMP E ANNA WINTOUR

Non solo, sulla richiesta di ottenere un' esibizione del coro del Vaticano, pare che il Papa abbia cambiato idea più volte. «Abbiamo quindi proposto a Madonna di esibirsi nella performance. Solo due giorni prima della data, Sua Santità ha deciso di accordare al coro il permesso di esibirsi, quindi abbiamo fatto spazio a entrambi».

 

Ma lo storia non è finita bene. «Al ritorno a Roma, il loro conduttore è stato licenziato, per alcuni comportamenti non apprezzati dai giovani presenti al gala». La Wintour non svela ancora cosa indosserà la sera del Met. Anche se per le occasioni di un certo calibro di solito privilegia Chanel. E con la morte del suo caro amico Karl Lagerfeld potrebbe essere la soluzione più probabile.

 

ANNA WINTOUR E KARL LAGERFELD

Considerata una donna forte e senza scrupoli, promossa in buona parte dal personaggio di Miranda Priestly nel film Il Diavolo Veste Prada , interpretato da una grande Meryl Streep, la Wintour mostra grande sensibilità parlando di Lagerfeld: «Karl era una persona eccezionale, abbiamo bisogno di gente come lui per ispirarci. Ero a Londra quando ho saputo della sua morte, la mattina dopo avevo un volo per Milano per una conferenza stampa. In aereo ero accanto a uomo d' affari che di sicuro non apparteneva al mondo della moda, e sono scoppiata a piangere. Lui gentilmente mi ha passato il fazzoletto e mi ha detto: "Signora, la capisco, tutti noi abbiamo perso una figura importante"».

anna wintour

 

Un altro lutto difficile da accettare è stato quello di Franca Sozzani, che ha iniziato la carriera a Vogue Italia la stessa settimana di Wintour. Senza contare che i rispettivi, figli Francesco Carrozzini e Bee, si sono sposati di recente: «Si conoscevano da quando avevano 16 anni, ma forse l' amore è nato proprio al Met Gala, tre anni fa, mentre erano seduti vicini...Franca sapeva che si sarebbero sposati ed era molto contenta»

 

Come è accaduto per Sozzani, Wintour ha un' autorevolezza indiscussa nel campo dello stile. Quando voci di corridoio la davano in partenza da Vogue lo scorso anno, Condè Nast le ha subito smentite dicendo che Wintour sarebbe rimasta per sempre. Neanche Roger Lynch, il nuovo ceo di Condè Nast preoccupava Wintour: «Non ha ancora iniziato, è un uomo dinamico e carismatico, andrà nei nostri uffici prima di proporre la sua nuova strategia».

 

franca sozzani e anna wintour

Cresciuta nella Londra Anni 60, la Wintour ha esordito nel settore lavorando in alcune boutique per poi passare in varie redazioni - ricoprendo poi il ruolo di direttore al British Vogue - prima di arrivare all' edizione americana. Il giornalismo è un business di famiglia per lei. Suo padre Charles, una figura molto influente, le ha insegnato una forte resilienza. E lei ha imparato ad apprezzare i leader con le idee chiare.

 

«L' indecisione è la cosa peggiore», dice. Sull' evoluzione del mondo dell' editoria fashion è ottimista: «Quando eravamo a British Vogue speravamo di raggiungere 100 mila persone, ora con tutti i nuovi canali, eventi come il Met Gala e i social media, possiamo contarne milioni». Diverse donne l'hanno ispirata. Una è Katharine Graham che, dopo una vita privilegiata di moglie e madre, è diventata l'editore del Washinton Post . Guarda caso anche lei interpretata da Meryl Streep nel film The Post.

met gala 2018 anna wintour

 

Sono molte le donne straordinarie che Wintour ha incontrato nella sua vita. Come, per esempio, la Regina Elisabetta, che le ha conferito l' onorificenza di Dama a Buckingham Palace . «L'anno scorso in prima fila alla sfilata di Richard Quinn abbiamo scherzato su quanto tempo avremmo avuto ancora entrambe per esercitare il nostro ruolo», E ricorda anche Lady Diana, al pranzo proprio con Tina Brown, a sei settimane dalla morte. La principessa pare fosse incerta su cosa indossare per l' incontro: «Ma era stupenda con un tailleur verde di Chanel. Mi ha confidato le difficoltà che aveva la famiglia reale nelle relazioni con i media, cosa che lei invece sapeva maneggiare benissimo».

 

met gala 2018 anna wintour 1

Wintour ammira anche lo stile di Megan Markle: «Ho apprezzato il fatto che abbia indossato durante il viaggio in Australia capi creati da stilisti del posto. E poi come ha camminato da sola in chiesa il giorno del suo matrimonio... Ha portato una bella dose di modernità alla Famiglia Reale».

 

Anna Wintour è da sempre una grande fan del partito democratico americano, sostenitrice delle campagne di Obama e Hillary Clinton. Per le prossime elezioni ha un favorito?

ANNA WINTOUR NEL 1989

«Spero che chiunque sia, il partito si muova velocemente nel prendere decisioni, perché Trump ha gia iniziato la sua campagna con pubblicità e occultamento dei voti». Prima di diventare Presidente, Trump ha partecipato al Met Gala, potrebbe mai riguadagnarsi un invito? Risposta lapidaria. «Mai».

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")