metti una sera a cena capolicchio

''MIA MADRE INORRIDITA DAVANTI ALLE SCENE DI SESSO A TRE: 'GIRI QUESTI FILM? E POI SEI SEMPRE NUDO!'' - INTERVISTA BUM BUM A LINO CAPOLICCHIO: ''HO VISSUTO ANNI DI DELIRIO COLLETTIVO, DOPO 'IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI' OGNI GIORNO MI ASPETTAVANO CIRCA 200 RAGAZZE SOTTO CASA. MA DI ME SI INNAMORARONO MOLTI UOMINI, DA PATRONI GRIFFI A BOLOGNINI - MIO PADRE MI ODIAVA, UOMO TERRIFICANTE, DICEVA CHE SAREI FINITO A CHIEDERE L'ELEMOSINA. E SUL LETTO DI MORTE…'' - SI TRASFERÌ IN SCOZIA, ''MIA MOGLIE AVEVA SCOPERTO UN TRADIMENTO E AVEVO PAURA MI AVVELENASSE'' - QUANDO PROVO' A SOFFIARE LA FIDANZATA DI AL BANO

Mia Martini si racconta a Lino Capolicchio 1975

 

 

 

 

''Metti una sera a cena'', la scena del sesso a tre

 

 

Alessandro Ferrucci e Fabrizio Corallo per ''il Fatto Quotidiano''

 

 

Il tono è pacato, l' atteggiamento è consapevole, quasi complice, il concetto è diretto; la sostanza non lascia alibi: "Il grande successo è come un veleno immesso nelle vene, una droga talmente forte da non poterne più fare a meno".

 

lino capolicchio e dominique sanda il giardino dei finzi contini

Quel veleno Lino Capolicchio lo conosce benissimo, non lo ha combattuto, inutile, ma affrontato e vissuto; cavalcato e goduto, giusto qualche volta subìto ("dopo aver girato Il giardino dei Finzi Contini ero assediato dalle fan. Una follia quotidiana"). Ha vinto un David, ha girato con i grandi della cinepresa: Vittorio De Sica, Dino Risi, Giuseppe Patroni Griffi, Carlo Lizzani e per nove volte è stato scelto da Pupi Avati (è anche ne Il Signor Diavolo, in sala dal 22 agosto).

 

E a quasi 76 anni riconosce una certa fortuna nella propria esistenza, ma quando parla di Fellini e del mancato ruolo in Satyricon, gli occhi diventano piccoli, perdono il loro azzurro, i concetti duri: "Il più grande dolore professionale della mia carriera".

 

Insomma, con Avati siete al nono

lino capolicchio

A Comacchio, nel mio ultimo giorno di riprese e negli ultimi attimi, mi ha piazzato una mano su una spalla: "Pensa Lino, siamo nello stesso punto in cui abbiamo girato una scena de La casa dalle finestre che ridono (1976): sono passati quarant' anni e non ce ne siamo accorti.

 

Lì aveva un ruolo ambiguo.

Sono abituato, mi è capitato spessissimo.

Come mai?

Perché all' inizio della carriera, nel1969, ho interpretato Ric in Metti una sera a cena: personaggio complesso, uno che a pagamento andava con uomini e donne, e in una delle scene c' è un bacio a tre. Ovvio scattarono le polemiche.

 

Feroci?

Anche mia madre inorridita: "Ma giri questi film? E poi sei sempre nudo!" Mamma, è il personaggio. "È terribile".

 

Quindi

Da allora ho l' etichetta dell' attore bravo a interpretare personaggi particolari.

 

Le è pesato?

Nel quotidiano sono una persona rigorosa, chiusa e censurata, mentre sul lavoro sfogo il mio contrario, sono pronto a tutto, e già allora me ne fregavo di quel che accadeva.

Dopo "Metti, una sera a cena" tra lei e Patroni Griffi è nato un rapporto forte.

Si era innamorato di me: con gli omosessuali mi è accaduto spesso; (sorride) ho ricevuto tante lettere d' amore, da Mauro Bolognini in particolare.

lino capolicchio

 

La sua reazione?

Imbarazzato.

 

E con le donne?

Ho vissuto anni di delirio collettivo, soprattutto dopo il ruolo da protagonista ne Il giardino dei Finzi Contini: ogni giorno mi aspettavano circa 200 ragazze.

Rockstar.

Situazione problematica, si infilavano ovunque, e ne dovevo rispondere pure con gli altri; una sera il direttore di un albergo mi chiama: "C' è una ragazza che ci sta stressando, non ne possiamo più".

 

Ha ancora quelle lettere?

Forse non è chiara la portata: dopo Il giardino ne ho ricevute più di cinquemila e da tutto il mondo, dalla Cina alla Svezia, dall' Argentina al Giappone. Io inconsapevole di suscitare tali sentimenti.

Proprio inconsapevole, no.

In realtà ho sempre stimolato una sorta d' ipnosi: a sei anni, la maestra di scuola è andata da mia madre con una richiesta bizzarra: "Voglio adottare suo figlio: è speciale, strano, curioso".

lino capolicchio

 

Sua mamma?

"Non se ne parla proprio".

Mentre papà mi odiava, uomo terrificante, mi voleva strozzare, picchiare, sbarazzarsi di me: ad appena sette anni mi ha spedito in collegio.

In competizione con lei.

Il giorno in cui gli ho comunicato l' idea di diventare attore, ha risposto: "Sai qual è la tua fine? Chiederai l' elemosina".

 

E quando è arrivato al successo?

saverio vallone lino capolicchio

Ha derubricato: "Sei stato fortunato. Devi ringraziare la natura". Non mi ha voluto sul letto di morte, ha finto di stare bene pur di non vedermi.

Per fortuna, mamma.

Ero innamorato di lei. Donna bellissima.

 

Il cinema.

Tutto nasce dalla figlia del panettiere sotto casa: lei 15 anni, io 12. Ero pazzo di lei. In uno dei miei infiniti pellegrinaggi per vederla, mi guarda e s' illumina: "Hai un volto da cinema, pensaci". Pensaci? Ho iniziato a guardarmi per ore allo specchio, desideravo capire se aveva ragione o meno.

metti una sera a cena

Fino a quando.

Affronto mamma: "Basta con questa rottura del pianoforte, del solfeggio, voglio un' insegnate di recitazione".

E Mi asseconda, la trova, ma la signora accetta con riserva: "Prima voglio verificare le sue capacità". Mi presento con il monologo di Antonio dal Giulio Cesare di Shakespeare.

L' insegnante resta sulle sue: "Impegnativo". Finisco la prova e resta in silenzio.

 

E poi?

metti una sera a cena

Chiama mia madre: "Devo dirle due cose di suo figlio. Uno: è la persona più presuntuosa mai conosciuta; due: ha talento assoluto".

 

Così presuntuoso?

Moltissimo.

 

E come lo manifestava?

Avevo un atteggiamento di chi afferma: sono bello, sono bravo, sono intelligente. Cosa desiderate di più?

metti una sera a cena lino capolicchio

 

Come reagivano i registi?

Mi hanno perdonato.

Non provavano a metterla al suo posto.

Certo, in molti (e gli brillano gli occhi).

Tipo Giorgio Strehler.

Mi adorava, aveva un atteggiamento paterno, quando arrivava il pizzicotto sulla mia guancia era matematico; fino a quando oltre al pizzicotto ha associato l' esigenza di un chiarimento: "Per caso sei un po' checca?". "No maestro, mi piacciono e molto le donne".

metti una sera a cena lino capolicchio

Sia ben chiaro

All' epoca ero fidanzato con una ragazza di una bellezza spropositata: viso da madonna su un corpo da pin up, l' unica che avrei sposato.

Quindi

Un giorno sono con lei all' ingresso degli artisti e vedo arrivare Strehler. La mando via.

 

Alla fine delle prove il maestro si avvicina: "Chi era?".

"La mia fidanzata". "Allora non sei davvero checca".

Omofobo.

Solo curiosità: doveva sapere tutto.

 

lino capolicchio e dominique sanda il giardino dei finzi contini

Il dopocena a teatro è così importante?

È fondamentale, è il momento del pettegolezzo, della leggerezza, della valutazione soggettiva dei colleghi; con Volontè erano sedute di confronto, lui mi chiamava Tolstòj.

Con Volonté sempre riferimenti comunisti.

Perennemente. Una sera ci incontriamo, e si lamenta: "Ho appena finito di girare una stronzata in Spagna, un set lunghissimo, non finiva mai per assenza di fondi. Non voglio più cascare in queste situazioni terrificanti". Il film era Per un pugno di dollari.

 

Perfetto.

Un' altra volta siamo in pizzeria, la cameriera molto carina.

Noi ci proviamo. Lei esasperata pone la giusta distanza: "Sono fidanzata". "Non importa, mica vede niente". "In realtà è qui, è il pizzaiolo".

metti una sera a cena lino capolicchio

Bella figura.

A quel punto ce lo presenta e conosciamo un traccagnotto meridionale, cordiale. "Salve". "Piacere". E la ragazza: "Ha una voce pazzesca". Noi divertiti: "Ci canti qualcosa?".

"Qui no, solo pizze". Il traccagnotto era Al Bano.

 

Torniamo al cinema: il primo film importante è del 1968, Faenza alla regia.

Al primo incontro arrivo con i capelli lunghi e ossigenati. Non ero un bel vedere. Quando mi vede, apostrofa: "Parlano bene di lei, ma sembra frocio e drogato".

Ecco.

lino capolicchio

La fortuna non mi ha mai abbandonato, e così la segretaria di produzione si incavola con Faenza e il produttore: "Continuate a chiedere provini a tutti, ma è Capolicchio quello giusto".

 

La sua bellezza l' ha limitata?

Mi ha aiutato.

 

All' inizio ha parlato di "veleno".

Sì, te lo iniettano.

Diventa vitale.

(Cambia tono) Oltre alle 200 ragazze ad aspettarmi, per un periodo non ho potuto camminare per la strada: assalito; un pomeriggio, in piazza Risorgimento a Roma, mi sono rifugiato nella farmacia di un' amica al grido: "Chiudi la porta!"

lino capolicchio

 

Idolo assoluto.

In quegli anni sono arrivati a offrirmi il ruolo di testimonial della Coca Cola, con annesso un assegno da brividi.

Lei, niente.

Una cifra incredibile per pochi giorni di lavoro: quando mia madre lo ha saputo, è realmente svenuta; ma per me, allora, la pubblicità era professionalmente disdicevole. E poi guadagnavo molto bene.

 

Oggi meno?

Rispetto a quei tempi lavoro quasi gratis.

 

lino capolicchio

Impegnato politicamente?

Sempre votato a sinistra, mai iscritto. Partecipavo a qualche manifestazione, seguivo Volontè. Mi interessavo al dibattito interno al cinema, alla salvaguardia del ruolo di attore. Niente più.

Vittorio De Sica.

Come tutti lo appellavo "commendatore"; solo un po' di tempo dopo ottenni una concessione: "Mi puoi chiamare signor De Sica".

Il set con lui.

Faticoso, era un cesellatore di recitazione, una battuta la potevi ripetere decine di volte, però sentivi l' opera di un maestro: era in grado di mostrare a ognuno la propria parte, anche per i ruoli femminili, e le scene d' amore.

lino capolicchio

Giuseppe De Santis.

Persona speciale, un comunista con un rigore assoluto nei confronti della professione.

 

Tradotto?

Erano anni che non lavorava e finalmente chiude per un film. Mi coinvolge. A ridosso delle riprese arriva il produttore: "Dalla sceneggiatura devi tagliare almeno 30 pagine".

Cosa? "Sì". Risultato? Ha sospeso tutto e lo abbiamo girato molto tempo dopo.

 

Un ruolo mancato?

metti una sera a cena

Fellini è il dolore più grande.

 

 

Come mai?

Doveva girare Satyricon, quindi mi convoca: "Capolicchio, se la prendo deve andare in palestra". "Nessun problema". "Ci sono molte scene di nudo". "Maestro, va bene". E aggiunge: "La questione è la seguente: il produttore vuole lei e Pierre Clementi, mentre io preferirei due volti non noti. Per questo noi abbiamo risolto con una scommessa: chi vince decide i protagonisti".

giuseppe patroni griffi

 

Ha vinto Fellini.

Con una grande "però": Martin Potter, l' attore preso al mio posto, era identico a me.

Identico.

Si è avvelenato.

Di più: ancora sono incazzato nero. Furibondo. (torna a sorridere) Poi ho perso Profondo rosso, e a causa di un incidente spaventoso, anzi mortale.

 

Colpa sua?

All' epoca vivevo dei disguidi con mia moglie, temevo mi avvelenasse perché la tradivo e lo aveva scoperto: per questo vivevo in Scozia, da amici.

Scelta comoda.

L' agente mi chiama: "Torna a Roma c' è un ruolo per te nel prossimo di Argento". Obbedisco. Incontro Dario e mi dà la sceneggiatura: "Leggila nel weekend e ci vediamo la prossima settimana". Va bene. Decido di andare a trovare mio figlio nelle Marche, non lo vedevo da mesi, ma non guidavo; allora chiedo a un' amica di accompagnarmi.

 

bice brichetto, luchino visconti, monica vitti, valentina cortese, mauro bolognini, franco zeffirelli, lucia bose'

Ecco l' incidente.

Un frontale con un pazzo. Per me una batosta, ginocchio a pezzi, mentre la mia amica in coma. Addio film. Ma il punto è un altro: tempo dopo torno a rivedere l' auto e insieme alla compagna di sventura. Distrutta. Guardo dentro e sul sedile posteriore c' era la sceneggiatura di Dario, intatta, ma ogni pagina, sottolineo ogni, era macchiata di sangue e ancora rosso.

Per anni ha insegnato al Centro Sperimentale e scoperto grandi attori.

Pierfrancesco Favino, Sabrina Ferilli, Francesca Neri, Alessio Boni, Iaia Forte, Paolo Virzì. Tutti veramente bravi.

pierfrancesco favino ph adolfo franzo'

 

Il primo?

Favino: l' ho visto a un provino mi è immediatamente piaciuto, lo volevo, ma c' era un problema: "Sei bravo, ma il personaggio è veneto e tu sei romano". Lui tranquillo risponde: "Per combinazione la mia ragazza è di Treviso, se vuole parlo come la sua famiglia".

Cacchio, era perfetto.

Fuoriclasse.

Assoluto e certe cose le sento: ho un orecchio da musicista, se i suoni sono quelli giusti o superiori, allora fermo tutto.

E con lui è andata così.

 

Momenti di imbarazzo?

DARIO ARGENTO

(Scoppia a ridere) A Vercelli, di fronte a un risotto strepitoso, mi avvicina lo chef: "L' ammiro tanto". Ringrazio compiaciuto, pensavo si riferisse a Il giardino. Poi aggiunge: "Sono un fan di Hazard (telefilm dei primi Ottanta), e lei ha doppiato Bo (uno dei protagonisti)". Non ci volevo credere.

 

Nella vita si è divertito?

È stata una bellissima avventura, senza grandi problemi fisici. Giusto ora qualcosina soffro, ma l' oncologa mi ha detto "lei è un bell' uomo anche così". Quindi va bene.

GIAN MARIA VOLONTEIL GIARDINO DEI FINZI CONTINI 3IL GIARDINO DEI FINZI CONTINIRoberto Faenza

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…