filippo ceccarelli berlusconi

L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA FONDATA SU SESSO, CIBO E SPETTACOLO - IL GRANDE ARCHIVISTA FILIPPO CECCARELLI RACCONTA A GNOLI LA SUA “OSSESSIONE” PER IL CAV – “TUTTO QUELLO CHE SILVIONE HA CERCATO DI FARE IN VITA È PROVARE A INGANNARE LA MORTE. COMBATTERE THANATOS CON EROS. POTETE LEGGERE LA SFILZA DI “VERGINI” CHE SONO PASSATE DAI SUOI LETTONI COME UN ANTIDOTO ALLA MORTE" - LE FINTE NOZZE CON MARTA FASCINA, "TALMENTE IMPROBABILI DA SEMBRARE VERE: CHE ALTRO RESTA?” – IL LIBRO

Antonio Gnoli per “Robinson – la Repubblica” - Estratti

 

FILIPPO CECCARELLI IN UN RITRATTO DI RICCARDO MANNELLI

Dal suo primo libro, Il letto e il potere, al più recente B una vita troppo (Feltrinelli), Filippo Ceccarelli ha disegnato una piccola (neanche tanto a dire il vero) e sfiziosa storia di questo paese.

 

Una repubblica fondata sul sesso (nelle variopinte declinazioni) più che sul lavoro.

Filippo, che i lettori diRepubblica conoscono bene, è un uomo mite, tranquillo, metodico. Qualità che si addicono a chi ha scelto di archiviare il mondo, che è poi il nostro piccolo mondo filtrato dai giornali. Tutte le mattine officia il suo rito: legge, sceglie, ritaglia, e raccoglie. Tra le mani gli passano una decina di quotidiani.

 

Mi fa vedere dove lavora. Lo studio per intenderci. Pareti di libri, tre scrivanie, una occupata dal computer su cui trascrive ciò che ha selezionato. Mi pare un uomo realizzato. Una moglie, Elena Polidori, anche lei giornalista, due figli, Giacomo e Francesca, il cane Pepito, un vecchio “spazzolone” che arranca dal basso dei suoi 14 anni.

 

Sei un uomo felice?

marta fascina silvio berlusconi

«Preferisco la parola fortunato. Mi piace quello che faccio, non è poco».

 

Ma non ti annoi ad assecondare tutti i giorni questa arte del ritaglio.

«No, però a volte mi chiedo perché. Perché da più di trent’anni sono qui, che piova o ci sia il sole, a maneggiare i fogli dei giornali».

 

Ti sei dato una risposta?

«Forse la paura che il passato svanisca, che non resti più niente. So che alla fine è così. Ma non me la sento di non tentare almeno una difesa. Documentare, dal mio punto di vista, cosa mi piacerebbe che venisse conservato. Nel bene e nel male. E poi c’è un altro motivo».

 

Quale?

filippo ceccarelli cover

«Un motivo di ordine genetico. La mania di accumulazione documentaria l’ho ereditata da mio nonno Giuseppe».

 

Giuseppe Ceccarelli, in arte “Ceccarius”.

«Un uomo nato alla fine dell’Ottocento con un amore sconfinato per Roma, tanto che divenne oggetto dei suoi studi. Era un intellettuale e un giornalista. Amico di Trilussa. Lo ricordo ormai molto vecchio ancora dedito al suo archivio di ritagli. Ho preso tanto da lui.

Anche una certa bonomia».

 

L’ho notato. I tuoi libri come i tuoi articoli non sprizzano cattiveria.

«Ho imparato che ci sono poche cose al mondo che vale la pena sapere. Parlo di cose che servono a orientarmi. Una di queste è che ciò che ci accomuna sono le imperfezioni, gli errori che commettiamo. Allora che senso ha infierire?».

 

Meglio l’indulgenza.

«Sono per giunta un credente».

 

Ma non un bacchettone.

«Oddio, direi proprio di no!».

marta fascina silvio berlusconi

 

Hai scelto il sesso per raccontare il potere in Italia.

«Cos’è questo Paese, se ci pensi bene? Sesso, cibo e spettacolo».

 

Ne hai fatto il filo rosso.

«Fin dal 1994, un anno cruciale. Mi sono detto: è possibile lavorare su una materia storica così vischiosa e contraddittoria prescindendo dalle crude idealità del Novecento?».

 

Intendi destra e sinistra?

«Provare a star fuori dallo spirito di parte e allo stesso tempo cercare di capire qual è la specialità di casa Italia».

 

Temo sia un menù molto ricco.

«Ma riconducibile alle due grandi arti italiane: la commedia e il melodramma. Dopo averle affinate le abbiamo regalate al mondo».

elena polidori filippo ceccarelli foto di bacco

 

Perché proprio qui, intendo da noi?

«Bisogna entrare nei meandri dell’antropologia. Mi limito a segnalare un bellissimo libro di Barzini Jr. sugli italiani. Diceva che il nostro popolo scambia facilmente la realtà con la rappresentazione».

 

Amiamo il teatro.

«Direi soprattutto l’opera lirica».

 

Dove ogni dramma è un falso.

«Dove il vero non trova un fondamento. Abbiamo perso ogni capacità di dire la verità. Ridotto le nostre vite a un puro romanzo verbale».

 

In cima a questo romanzo, protagonista assoluto, si scorge il tuo B, Silvione come lo chiami familiarmente.

«Berlusconi è interamente dentro il nostro immaginario. Ha occupato ogni spazio».

 

SILVIO BERLUSCONI CON IL CAPPELLO DA CAPOTRENO

Gli hai dato più di 600 pagine, ha occupato anche la tua mente.

«Ne sono stato ossessionato, me lo sognavo la notte. Mia madre era preoccupata che fossi troppo severo con lui. Sai qual è la verità?».

 

Dimmi.

«Berlusconi è stato un dono per noi giornalisti. Capita si e no una volta ogni due o tre generazioni che si presenti un’occasione simile: poter raccontare di qualcuno che sale e si afferma, cade, rinasce e ricade e poi ancora di nuovo in sella e poi giù e ancora su. È una storia di potere unica. Perfino da morto è come se continuasse ad esercitare le sue prerogative».

 

L’ultimo round, poi i tempi supplementari. Sotto il segno della superstizione.

«Era molto superstizioso. Tutto quello che Silvione ha cercato di fare in vita è provare a ingannare la morte».

 

Eros e Thanatos.

filippo ceccarelli foto di bacco (3)

«Combattere Thanatos con Eros».

 

 

Tu dici?

«Puoi leggere la sfilza di “vergini” che sono passate dai suoi lettoni come un antidoto alla morte. Ma ti ricordi i compiacenti dottori che dicevano che sarebbe giunto alla sobria età di 120 anni?».

 

Vuoi che l’abbia dimenticato, per un attimo ho sperato…

«Ha fatto scuola. Tutta l’erotica sociale ruota attorno all’idea di vitalità».

 

E B. voleva essere vitale.

«Perfino da morto è entrato nella ristretta schiera di coloro che esercitano il potere sui vivi. La sua morte non è stata tragica come quella di Moro o epica come quella di Berlinguer. È stata pop. Che è un modo per non morire, rendendosi invincibili».

 

Non ne fai un personaggio un po’ troppo simpatico?

«Ci faceva ridere, dice mia moglie Elena. Entrava nelle case come un vecchio zio».

 

silvio berlusconi meme

Più che un politico un parente.

«Direi più che uno statista un politico imparentato ai desideri del presente».

 

Traduci.

«Lo statista è il politico che si dedica all’etica del bene comune; Berlusconi ha sempre pensato in chiave di estetica del consumo. Non a caso veniva dal mondo della pubblicità, l’aveva studiata, amata, perfezionata. Ha imposto agli italiani l’ideologia del sogno».

 

Ha preteso di dargli la felicità.

«Più che la felicità, nozione ambigua e piena di trappole, gli ha promesso il divertimento. Gli ha promesso il paese dei balocchi. Un’illusione fantasmagorica ma efficace. Non gli bastava aver inventato la televisione del divertimento e del consumo a oltranza, ha perfino comprato una squadra di calcio. E questo senza ancora scendere in politica».

 

Lo paragoni al Faust. Non è un po’ troppo?

filippo ceccarelli foto di bacco (2)

«Ti sembrerà eccessivo e perfino improprio, ma nelle pagine di Goethe – senza impancarmi a critico – ho trovato numerose rispondenze. A cominciare dal mito dell’eterna giovinezza, riempito da avide cortigiane, congiure di palazzo, donne da sedurre, ruffiane e ruffiani da utilizzare, la goffa libidine esercitata nel nome dei piaceri della carne, le promesse mai mantenute, le lodi servili, lo spirito della menzogna e l’assoluta mancanza del senso della misura. Tutto questo fa di B. un modello che vedrà molti imitatori nel mondo».

 

Un archetipo letterario.

«Diciamo che la letteratura precede la vita, ma questa dà senso a quella. Pensa alle finte nozze, talmente improbabili da sembrare vere, almeno come è vera a volte la letteratura».

 

Direi un romanzetto.

«Con il Cavaliere vestito in Armani blu e Marta Fascina in bianco, entrambi a giurarsi fedeltà eterna davanti a una torta di tre piani. Che altro resta?».

 

silvio berlusconi meme

Gli acciacchi, la decadenza, il corpo che lo abbandona, starei per dire lo tradisce suo malgrado.

«Le terapie intensive e le pietose menzogne sul suo stato di salute finale, ormai gonfio e con lo sguardo vitreo è questo che resta, un’immagine tra il penoso e il commovente».

 

Torna la tua indulgenza.

«Te l’ho detto sono un credente».

 

(...)

 

Con i tuoi libri hai sempre in qualche modo raccontato il potere dal punto di vista della vanità più che dalla forza.

«È molto consolante quello che dici. Sul terreno dei vizi, non so quanto capitali, la nostra generazione ha subito soprattutto la vanità che come sai al massimo può farci ridere. Mentre la generazioni dei nostri padri ha avuto dal potere le guerre, la fame, i genocidi. Noi abbiamo dovuto combattere con dei farfalloni, degli egocentrici volgari. Appartengo a una generazione risparmiata dagli eventi estremi. Ma non so quanto questo si è trasmesso anche alle nuove generazioni. Eviterei però di entrare nella spirale della divinazione a sfondo pessimistico».

 

SILVIO BERLUSCONI FORZA ITALIA

Più che un cacciatore di notizie sei un cacciatore di comportamenti.

«È un bel privilegio. Sai, a volte so di essere un orecchiante, uno che è come la carta assorbente, che prende tanto dal mondo ma non va mai veramente a fondo. Una volta qualcuno in redazione mi parlò di Leo Strauss e della scrittura che dissimula come difesa dal potere. Ecco, ho avuto la fortuna di non dover mai dissimulare, di poter scrivere tutto quello che ho voluto. Mi sono censurato? Magari mi sarà accaduto. Ma senza quelle piccole vigliaccherie volte al quieto vivere. E poi, di giudici supremi ne basta uno».

silvio berlusconifilippo ceccarelli foto di bacco (1)

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…