sordi 13

ALBERTO SORDI, UN ITALIANO (QUASI) COME NOI – “TOGNAZZI CAPO DELLE BR? IO L'AVEVO SEMPRE SOSPETTATO” – DOPO IL RAPIMENTO DI MORO: “CI VORREBBERO I COMUNISTI, MA QUELLI VERI, CON I CARRI ARMATI. ALTRO CHE BERLINGUER” – LO SPINTONE A VITTORIO DE SICA CHE ROTOLÒ ADDOSSO A FANFANI, LE LITIGATE CON IL REGISTA ELIO PETRI E QUELLA VOLTA CHE IL PAPA GLI CHIESE DI IMITARLO - UN DOCUMENTARIO RICORDA L’ATTORE CHE NEL 2020 AVREBBE COMPIUTO 100 ANNI – VIDEO

 

alberto sordi il marchese del grillo

Mario Sesti per “il Venerdì - la Repubblica”

 

Una volta Alberto Sordi e sua sorella Aurelia ebbero un' udienza privata da Papa Wojtyla. «Mi è giunta voce» disse il pontefice «che qui c' è qualcuno che sa rifare alla perfezione la voce del Papa». Sordi si volta verso la sorella e le fa: «Ma non mi dire Aurelia, sei tu?».

«Alberto aveva iniziato a fare l' imitazione di Giovanni Paolo II, perfetta, già dopo la proclamazione» dice Giancarlo Governi, che con Sordi ha lavorato a lungo in moviola alla Safa Palatino, a scegliere e cucire insieme le sequenze tratte dai suoi film e destinate a un programma della Rai che fece epoca, Storia di un italiano. «Ero con lui quando hanno rapito Moro. "Ci vorrebbero i comunisti: ma quelli veri, con i carri armati. Altro che Berlinguer", disse».

 

alberto sordi

Quando invece Il Male uscì con la finta copertina di Paese Sera e la notizia burla che Ugo Tognazzi era il capo delle Brigate Rosse, Governi si presentò in moviola con il giornale e Sordi, credendo si trattasse di una notizia vera, lo guardò severamente e disse con gravità: «Io l' ho sempre sospettato». Nella vita come al cinema «Alberto Sordi l' ho conosciuto da ragazzo: lo andavo a prendere a casa in macchina quando festeggiava il compleanno insieme a mio padre Giancarlo, visto che lui era nato il 16 e Sordi il 15 giugno» dice invece Silvio Governi. «Avevo 18 anni e mi ricordo bene come amava raccontare e spiegare la storia del cinema italiano: per lui Roma città aperta era un mezzo pastrocchio mentre Ladri di biciclette era un capolavoro».

alberto sordi

 

«Sordi, nella vita, era a volte indistinguibile da Sordi al cinema» racconta ancora Giancarlo, «una volta mentre montavamo delle immagini di repertorio del ventennio fascista con il refrain di Giovinezza, giovinezza al massimo del volume cominciamo a sentire dei rumori di gente che scalpicciava nel cortile. Ci affacciamo e vediamo gli operai della Safa Palatino che, in silenzio, parodiavano una marcia fascista al passo con la musica che sentivano dalla nostra stanza, con il braccio teso a saluto romano. Alberto non ha perso un secondo.

 

Petto in fuori, mani sui fianchi, è partito con una strepitosa caricatura del duce: "Italiani!". Poi amava tormentare De Sica, che pure adorava come artista. Una volta, durante l' inaugurazione degli stabilmenti di Dinocittà, alla posa della prima pietra, diede uno spintone a Vittorio che finì addosso a Fanfani che finì a sua volta con le mani nella calce. "Eccellenzaaa, è stato lui" disse De Sica a un Fanfani che si voltò sconcertato "è una vita che mi dà le spinte !"».

ALBERTO SORDI VILLA

 

«I film sono come figli» I suoi film preferiti? «Se glielo chiedevi» sorride Governi «ti rispondeva con un' altra domanda: "E i tuoi figli preferiti? Io non ne ho avuti, i miei sono i film". Però c' erano due film di cui non ha mai voluto più parlare: Il maestro di Vigevano, per le litigate con il regista Elio Petri, e La più bella serata della mia vita di Scola: perché durante le riprese morì la sorella Savina».

alberto sordi ph elio vergati

 

Silvio Governi,regista, e il padre Giancarlo sceneggiatore, sono gli autori di Alberto Sordi, un italiano come noi, un film che, dopo un passaggio nelle sale, andrà in onda sulla Rai per celebrare il centenario della nascita di Sordi che cade il prossimo 15 giugno. Avrà come protagonista, una sorta di Virgilio all' interno del continente di un personaggio/mondo come Sordi, Sabrina Impacciatore: sarà lei a portare per mano il pubblico dalle sale di doppiaggio dove Sordi dava la voce a Oliver Hardy fino agli onori del Campidoglio dove l' allora sindaco Francesco Rutelli gli volle cedere la fascia tricolore di "Sindaco di Roma per un giorno".

 

alberto sordi vigile

«Spero che il film» aggiunge Silvio «grazie anche alle testimonianze di Ettore Scola, Furio Scarpelli, Gigi Magni, Carlo Verdone, Giovanna Ralli, possa avvicinare le giovani generazioni a quello che per noi è un monumento non solo del cinema ma della cultura italiana contemporanea».

 

Il sostegno all' orfanotrofio

Giancarlo è un fiume di ricordi: «Una volta mi dice: portami al Divino Amore.

Alberto aveva la patente ma non guidava mai. Quando arriviamo, mi porta a un orfanotrofio lì vicino. Entrati, ci accoglie una folla di bambini. "Senza di lui, questo posto non esisterebbe" mi dice una suora. Alberto mi guarda, serio, e mi dice: "Guai a te se ne parli con qualcuno". Ho raccontato questo episodio solo dopo la sua morte».

 

piero chiambretti alberto sordi carlo freccero

Alberto Sordi, un italiano come noi è prodotto da Pierfrancesco Fiorenza per Produzione Straordinaria con la partecipazione di Rai Cinema e il sostegno della Fondazione Casa Museo di Alberto Sordi. E il film finisce, inevitabilmente, nella casa, la villa dell' Aventino dove Sordi visse per più di 40 anni. È un luogo unico che contiene un teatrino settecentesco, una sala da barbiere con le poltrone girevoli, il salotto dove l' attore leggeva i copioni. Una volta finiti, li gettava a terra. E sotto sentivano il tonfo.

ALBERTO SORDI VILLAalberto sordi franco zeffirelli silvana pampaniniALBERTO SORDI E GIOVANNA RALLIALBERTO SORDI VILLAalberto sordiGIULIO ANDREOTTI E ALBERTO SORDI NE 'IL TASSINARO'CITAZIONE ALBERTO SORDIFRANCA VALERI ALBERTO SORDIALBERTO SORDI DETENUTO IN ATTESA DI GIUDIZIOALBERTO SORDI UN AMERICANO A ROMA STENOsanremo 1981 alberto sordi e claudio cecchettoALBERTO SORDIALBERTO SORDI IL VEDOVO alberto sordi a capracotta ce faccio un mese de villeggiaturaALBERTO SORDI DOVE VAI IN VACANZAalberto sordi andreina pagnanialberto sordi andreina pagnanialberto sordi andreina pagnanisilvana mangano alberto sordialberto sordi silvana manganoALBERTO SORDIALBERTO SORDI ANNA MAGNANI LA CAMPANAmonica vitti e alberto sordimonica vitti alberto sordialberto sordi con carlo e enrico vanzinaalberto sordi venezia,la luna e tuIL TRIO MARCHESINI SOLENGHI LOPEZ CON ALBERTO SORDInino manfredi alberto sordinino manfredi monica vitti alberto sordiAndreotti con Alberto Sordi a Roma nel 1978 (Radogna)video proiettato in ricordo di alberto sordiALBERTO SORDI PH LUXARDOALBERTO SORDI VILLA

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...