alberto matano

GLI AMORI FLUIDI DI ALBERTO MATANO: "HO AMATO UNA DONNA NEGLI ANNI SUBITO DOPO L’UNIVERSITÀ, POI HO VISSUTO LA STESSA INTENSITÀ ANCHE VERSO UN UOMO – IL COMING OUT IN FAMIGLIA? PRIMA NE HO PARLATO CON I MIEI FRATELLI, POI CON I MIEI GENITORI, È STATO UN PROCESSO" – IL COLPO DI FULMINE AL RISTORANTE PER IL MARITO, L’AVVOCATO RICCARDO MANNINO – “SONO ORGOGLIOSO DI ESSERMI SPOSATO NEL MIO PAESE; VENT’ANNI FA NON SAREBBE STATO POSSIBILE. I FIGLI? LI HO DESIDERATI MA NON SONO ARRIVATI” – “SANREMO? NO, VORREI UN PROGRAMMA IN CUI NON SONO PIÙ SOLO GIORNALISTA. DOPO BALLANDO MI SENTO UNO SHOWMAN” (CI SIAMO GIOCATI PURE MATANO!) – LIBRO+VIDEO DELLA GAFFE “IN BOCCA AL LUPO”

 

https://video.corriere.it/spettacoli/la-gaffe-in-diretta-di-matano-augura-in-bocca-al-lupo-a-chi-e-stato-appena-aggredito-da-un-lupo/551e2335-7483-4cf4-9d5c-a77268bf5xlk

 

 

 

Aldo Cazzullo,Michela Proietti per il “Corriere della Sera” - Estratti

alberto matano

 

Alberto Matano, giornalista, conduttore de la Vita in Diretta, giudice di Ballando con le stelle, da oggi in libreria con Vitamia, romanzo dai tratti autobiografici, con amori etero e amori omosessuali.

 

Il libro si apre con la scena del matrimonio di Giulia, la co-protagonista. Quanto si è ispirato al suo sì con l’avvocato Riccardo Mannino?

«L’unica cosa in comune è l’Alleluja di Jeff Buckley, che ho voluto al momento del nostro arrivo all’altare. Ricordo quando io e Riccardo ci siamo guardati prima di attraversare la folla degli invitati. E quell’abbraccio forte dopo il sì».

alberto matano riccardo mannino

 

Rocco è un giovane del Sud che arriva a Roma per studiare: si innamorerà, scoprirà la sua omosessualità dopo una storia importante con una donna.

«Scrivendo ho capito che non esiste un romanzo dove l’autore non mette qualcosa di sé. Ci sono suggestioni che mi appartengono: l’essere stato uno studente di Catanzaro, le paure. Ma poi il libro è andato per la sua strada».

 

(...)

 

Giulia è il grande amore di Rocco. C’è stata una Giulia anche nella sua vita?

alberto matano cover

«Certo, ho amato anche io la mia Giulia, negli anni subito dopo l’Università, un amore totalizzante, poi ho vissuto la stessa intensità anche verso un uomo. L’amore che vivi a 20 anni ti travolge, magari finisce ma sai che ti ha cambiato e continua a vivere anche nell’assenza. Anche io ho avuto un grande amore giovanile, poi con la maturità abbracci tutto con armonia. I sentimenti grandi vanno ricuciti».

 

Quando ha fatto coming out in famiglia?

«Prima ne ho parlato con i miei fratelli, poi con i miei genitori, è stato un processo: Riccardo è stato il primo genero a entrare in famiglia. Dichiarare il proprio orientamento sessuale è qualcosa che parte da dentro, una scelta personalissima».

 

Nell’intervista rilasciata a Walter Veltroni sul Corriere ha ricordato come sua madre, primo assessore donna della Dc a Catanzaro, abbia ricevuto i complimenti da una sua amica sindacalista che le ha detto: «Alberto porta avanti la nostra lotta per i diritti».

«Lottare per i diritti sociali in fondo è lottare anche per i diritti civili. E non capirò mai perché il riconoscimento dei diritti negati a qualcuno sia un problema per chi quei diritti già li ha. Mi sono interrogato spesso vedendo le barricate di chi era contro le unioni civili: in cosa ne potevano essere lesi? Oggi sono orgoglioso di essermi sposato nel mio Paese; vent’anni fa non sarebbe stato possibile».

 

Qual è il suo primo ricordo?

alberto matano riccardo mannino mara venier

«Mia madre che torna a casa con un loden per me: avevo 4 anni e mi sono rifiutato di indossarlo. Un gesto che anticipava il mio carattere: non ho mai agito per convenzione, ma per convinzione. Ho fatto solo scelte sentite».

 

Lei è un figlio di papà, come il protagonista?

«Per nulla: vengo da quella media borghesia illuminata che dava ai figli delle opportunità facendo dei sacrifici. A casa mia un viaggio negli Stati Uniti valeva più di un capo firmato da paninaro: e infatti ho trascorso sei mesi in Ohio a casa di una famiglia».

 

Era un secchione?

«Non direi. Se una cosa non mi piace la faccio senza interesse. Giurisprudenza per esempio: l’ho vissuta come “obbligo” formativo. Ma sapevo che la mia strada era un’altra».

 

Nel libro ci sono molte scene di sesso. Non ha avuto paura di turbare il suo pubblico?

ALBERTO MATANO SALUTA UOMO AGGREDITO DA UN LUPO DICENDOGLI 'IN BOCCA AL LUPO'

«Mi sono interrogato su questo aspetto e ho deciso che volevo parlare di vita vera.

Amare significa anche fare l’amore».

 

Fabio Canino, giudice storico di Ballando, vedendola danzare ha detto: «In ogni cosa che fa Alberto Matano ci mette mestiere».

«E lo ringrazio, ma penso che più del mestiere conti la passione, che metto in tutto quello che faccio. Se decido di raggiungere un obiettivo ce la metto tutta».

 

Da ragazzo del Sud a volto Rai. Come ha fatto?

«Ho frequentato la scuola di Giornalismo della Rai, la stessa di Monica Maggioni e Gerardo Greco. Il primo stage l’ho fatto al Giornale Radio Rai: ho avuto come caporedattore Lella Marzoli che mi ha fatto da faro. Ho avuto un percorso lineare e pulito, senza “agenti esterni”».

 

L’incontro con suo marito.

«Un colpo di fulmine. È entrato nel ristorante dove ero con alcuni amici e l’ho notato.

carolyn smith alberto matano

Quando l’ho incrociato di nuovo in palestra ho fatto il primo passo. Era sul tapis roulant e gli ho detto: “ma quanto corri...”».

 

È stata Mara Venier a suggerirvi l’idea del matrimonio e anche ad officiarlo.

«Sì, eravamo al ristorante e lei ha lanciato la provocazione. Riccardo ha aperto l’agenda e ha segnato la data. Quando ci ha sposati eravamo tutti con gli occhi lucidi».

 

Qualche giorno fa in un’intervista ha detto che vedrebbe bene Stefano De Martino a condurre Domenica In dopo di lei. Ci è rimasto male?

sonia bruganelli alberto matano

«No, perché penso che non esista un “dopo Mara”, quel che fa è abbastanza unico.

Nell’ottica di rivoluzionare il programma mi sembra una buona idea: penso che De Martino abbia talento. Oggi le persone identificano il programma con chi lo fa. Lo dico anche riferito a me, rivendico la mia Vita in Diretta: ho trasformato un titolo polveroso, passando dal 13 al 21 per cento di share giornaliero. Sempre con umiltà».

 

La Vita in Diretta racconta l’animo umano. Che idea si è fatto della gente? Siamo un Paesi di egoisti, di buoni, di narcisisti?

«Ho capito che l’Italia è fatta di persone perbene, che sono quelle che portiamo sotto i riflettori. Ho una certa attenzione per la salute mentale: un problema che se sottovalutato diventa una notizia di cronaca nera da prima pagina».

 

alberto matano

Ha detto di aver subito il bullismo durante l’adolescenza.

«Sì, ero più piccolo di statura dei miei coetanei, venivo escluso. Ma anche allora non mi arrendevo: trovavo il modo di imbucarmi e anche di fidanzarmi. Non mi sono mai sentito un nerd».

 

Crede in Dio?

«Ho una mia spiritualità ma non riesco a incanalarla. Non sono praticante, ma ho grande rispetto per chi lo è».

 

Non avere figli le è pesato?

«Da giovane li ho desiderati, ma non è successo. I miei nipoti hanno riempito la nostra vita meravigliosamente».

 

ALBERTO MATANO - BALLANDO CON LE STELLE

Il concorrente di Ballando che l’ha colpita di più?

«Le persone di una certa età che si sono messe in gioco come Valeria Fabrizi, Iva Zanicchi, Milena Vukotic. Lo stesso Lino Banfi. Un grande messaggio di vitalità».

L’intervista che vorrebbe fare.

«Mi piacerebbe avere al mio tavolo Obama e Lady Gaga. E papa Francesco».

 

Sogna Sanremo?

alberto matano vincenzo spadafora

«No, ma vorrei un programma in cui non sono più solo giornalista. Dopo Ballando mi sento uno showman».

 

alberto matano vincenzo spadafora

 

(…)

alberto matano riccardo manninoalberto matano foto mezzelani gmt95riccardo mannino alberto matanoalberto matano davide desario (2)alberto matano eleonora daniele (2)alberto matano alberto matano notte degli oscarriccardo mannino alberto matano

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…