tax credit puffins arctic squad

TRA LE ANOMALIE RISCONTRATE DAL MINISTERO DELLA CULTURA SUL TAX CREDIT (I RIMBORSI FINO AL 40% DEL COSTO DI UN FILM), C’È ANCHE IL COSIDDETTO SISTEMA DELLE “FATTURAZIONI A CASCATA”: ACQUISTI EFFETTUATI DA FORNITORI DI FORNITORI, CON IL PREZZO CHE MAN MANO CRESCE ESPONENZIALMENTE – NEL MIRINO CI SONO ANCHE MOLTI FILM D’ANIMAZIONE, PER I QUALI I COSTI DI REALIZZAZIONE SAREBBERO SCHIZZATI IN ALCUNI CASI FINO A TOCCARE QUOTA 110 MILA EURO AL MINUTO. PREZZI, SPIEGANO LE FONTI, DEGNI DELLA DISNEY… - LA PRECISAZIONE DEL PRODUTTORE ANDREA IERVOLINO: DIRE CHE IL COSTO DI 110MILA EURO AL MINUTO È 'DEGNO DELLA DISNEY' È UNA FALSITÀ"

Estratto dell’articolo di Vincenzo Bisbiglia per il “Fatto quotidiano”

 

lucia borgonzoni (2)

Si arricchisce di altri tre titoli la lista dei 170 film “sospetti”, tra quelli che dal 2014 sono riusciti a ottenere il contributo statale del tax credit, per i quali il Ministero della Cultura negli anni ha rilevato delle anomalie segnalate alla Guardia di Finanza di Roma, e su cui le fiamme gialle hanno via via avviato accertamenti fiscali. Lo ha annunciato ieri la sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni, che a settembre scorso ha richiesto l’elenco alla direzione cinema “per avere un quadro completo della situazione dei titoli segnalati a tale data”.

 

IL MAGICO MONDO DI BILLIE

Come rivelato dal Fatto, i controlli sono ancora in corso per i cinque film della Minerva Pictures, tra cui l’ultimo, Il magico mondo di Billie, che vedeva protagonisti la star hollywoodiana Alec Baldwin e Valeria Marini. Accertamenti che proseguiranno per tutto il 2025 con altre case di produzione. Ovviamente è ancora presto per sapere se saranno contestate irregolarità o sanzioni. E va anche ricordato che essere in questo elenco o ricevere accertamenti fiscali non equivale ad aver compiuto un illecito.

 

La lista è molto ampia, anche perché comprende sia titoli recenti sia altri che hanno usufruito della legge precedente, il cosiddetto tax credit esterno. Ci sono state ad esempio pellicole di estremo successo, come il film Suburra di Cattleya, oppure Fortapàsc e La stranezza di Bibi Film, opere che hanno ottenuto un importante consenso di pubblico e di critica.

IL MAGICO MONDO DI BILLIE - VALERIA MARINI E ALEC BALDWIN

 

Tra i 170 titoli segnalati dal Mic – in collaborazione con il Mef – ci sono anche molti film d’animazione, per i quali i costi di realizzazione, stando ai documenti depositati dai produttori in sede di richiesta del credito d’imposta, sarebbero schizzati in alcuni casi fino a toccare quota 110 mila euro al minuto. Prezzi, spiegano le fonti, degni della Disney. Tra le società che verranno visitate dalla Guardia di Finanza c’è la Ilbe, Iervolino & Lady Bacardi Entertainment, di cui il ministero ha segnalato ben 51 titoli, quasi tutti cartoni animati.

Puffins

 

Tra questi c’è tutta la serie di cartoon Puffins, Baby Puffins e Arctic Justice, con la voce, tra i protagonisti, di Johnny Depp, che è valsa all’ex pupillo di Tim Burton un’onorificenza del governo serbo (la Iervolino ha una sede anche a Belgrado). Solo per fare un esempio, la serie Baby Puffins & Bunny ha ottenuto nel 2022 circa 1,1 milioni di euro a stagione (per un totale di 5,5 milioni). Come termine di paragone si può utilizzare Strappare lungo i bordi, la serie animata di Zerocalcare per Movimenti Production (estranea a segnalazioni), che ha avuto un rimborso di 890 mila euro.

 

Tra le anomalie riscontrate generalmente dal ministero, c’è anche il cosiddetto sistema delle “fatturazioni a cascata”: acquisti effettuati da fornitori di fornitori, con il prezzo che man mano cresce esponenzialmente. Fra i lavori segnalati ci sono anche 20 cortometraggi relativi alle Regioni italiane. Il governo sul tax credit ora vuole correre ai ripari, provando a effettuare una stretta sui controlli. […]

 

 

LA PRECISAZIONE DEL PRODUTTORE ANDREA IERVOLINO:

Riceviamo e pubblichiamo:

 

In riferimento all’articolo pubblicato dal “Fatto quotidiano”, ripreso da Dagospia https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/anomalie-riscontrate-ministero-cultura-tax-credit-414299.htm, vorrei precisare quanto segue:

 

Dire, come fa l’articolo che il costo di 110mila euro al minuto per un film d’animazione è “degno della Disney” è una falsità. I film Disney, infatti, arrivano a costare tra il milione e i 2,5 milioni di dollari al minuto. E non serve uno scienziato per saperlo: basta consultare i siti di settore, analizzare i budget dei film e dividerli per la durata totale dell’opera per ottenere cosi il costo al minuto. I 100.000 euro a minuto sono sì una spesa importante per un produttore indipendente, ma certamente non paragonabile agli investimenti che Disney fa per le sue opere film di animazione.

 

Inoltre stiamo parlando di un film con la voce di Johnny Depp, una delle icone più celebri della storia del cinema contemporaneo. Si consideri che l’unica opera animata in cui ha lavorato Depp in passato è “Rango” , che è costata circa 1.500.000 USD al minuto (budget totale di circa 135.000.000 USD fonte IMDB ).

 

Per quanto riguarda la critica agli incassi, invece, non è un segreto che mediamente l’85% del box office mondiale sia generato di fatto solo dal 15% dei film in sala, il cui circa il 90% sono film prodotti e distribuiti dalle 6 major e mini major americane.

 

Il vero indicatore di successo di un film come quelli citati sta piuttosto negli accordi di distribuzione internazionale su piattaforme e televisioni locali.  La considerazione corretta da fare sarebbe quindi lodare Minerva, che ha prodotto film italiani distribuiti a livello globale, con un cast di star di fama mondiale.

 

Per quanto riguarda i controlli citati, la mia precedente azienda è stata una delle più controllate nella storia del cinema italiano, senza che le autorità abbiano mai rilevato una sola irregolarità.

Andrea Iervolino

 

 

Arctic Justice Thunder Squad

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."