arbore

ARBORE MAGIQUE – STASERA CON L’ENSEMBLE “RENZO ARBORE & FRIENDS” TORNA A FOGGIA, DOVE È NATA LA SUA PASSIONE PER LA MUSICA: “DOPO LA GUERRA ARRIVARONO GLI AMERICANI CON LA LORO MUSICA. SI SUONAVA MOLTO JAZZ, SOPRATTUTTO AL CIRCOLO UFFICIALI CHE STAVA DI FRONTE A CASA MIA” –  “QUANDO HO COMINCIATO A PARLARE ALLA RADIO, EX-TIMIDISSIMO, MI SONO LASCIATO ISPIRARE DAI JAZZISTI, IMPROVVISANDO” – L'IMPORTANZA DELLA CULTURA NAPOLETANA E L'EVOLUZIONE DELLA CANZONE ITALIANA, DA SIGNORINELLA A CALCUTTA

1 – RENZO ARBORE: "IL JAZZ MI HA INSEGNATO A IMPROVVISARE, ANCHE IN TELEVISIONE"

Gianmaria Tammaro per “la Stampa”

 

renzo arbore prima del concerto (1)

«Il mio rapporto con la musica è antichissimo. Volevo essere uno di quei ragazzi che, come dice la canzone A Banda , zompano. Si è consolidato nella mia città, a Foggia, perché abitavo davanti al Circolo Ufficiali americani. A casa mia s' ascoltavano due cose: il jazz e le canzoni napoletane».

 

Quando parla di musica, Renzo Arbore s' infiamma: ricorda, accenna, cita. Canzoni, cantanti, libri. Se poi gli chiedi del jazz, del suo jazz, del jazz della sua vita, diventa incontenibile. Passa dall' infanzia, quando piccolissimo non riusciva ad addormentarsi per la festa continua degli americani, a quando da ragazzo aveva trovato nel jazz una passione.

 

renzo arbore in concerto con l orchestra italiana (6)

Stasera, al Medimex Spring Foggia, s' esibirà insieme ad altri musicisti, con l' ensamble Renzo Arbore & Friends . «Il jazz si ispira e contiene tantissime cose. Ogni città aveva un suo stile. Però la sua vera essenza è l' improvvisazione. E io devo confessare che mi sono ispirato al jazz per tutta la mia carriera. Non è un caso che il libro che ho scritto si chiami "E se la vita fosse una jam session?". Quando ho cominciato a parlare alla radio, ex-timidissimo, mi sono lasciato ispirare dai jazzisti, improvvisando. Con le parole ho fatto quello che si faceva con gli strumenti».

renzo arbore in concerto con l orchestra italiana (5)

 

La prima cosa che ricorda della sua Foggia è quando tornò in città, la guerra finita, gli americani ovunque, e la loro casa era una delle pochissime ad essere ancora in piedi. «E poi ricordo la musica, quella che ha finito per segnare la mia vita».

 

Quando è andato a Napoli si è liberato. «Ho osato, provato, sperimentato. Perché la nostra cultura, la cultura del Sud, resta napoletana. Le canzoni, il teatro, ogni cosa: sono imbevuti di questa cultura». Una cultura che, ci tiene a ribadire, è importante. Così com' è importante la canzone italiana. «Rispetto ad altri paesi europei, la nostra canzone è cresciuta e si è evoluta tantissimo; siamo passati da Signorinella a Calcutta.

renzo arbore

 

E io, ora, in questa stagione della mia vita, che è un po' l' ultima, ho due missioni: riuscire a convincere le nostre istituzioni a valorizzare e a parlare della bellezza della canzone italiana, e far riconoscere la canzone napoletana d' autore come patrimonio dell' umanità».

 

MASSIMO CATALANO E RENZO ARBORE

2 – A RITMO DI JAZZ HO IMPARATO A IMPROVVISARE IN RADIO E TV»

Antonio Lodetti per “il Giornale”

 

oggia città del jazz? Com' è possibile? Ce lo spiega l' ineffabile Renzo Arbore, che stasera, al Festival Medimex, ha radunato alcuni dei più importanti jazzman italiani - da Enrico Rava al pianista Dado Moroni, dalla coppia Stefano Di Battista e Nicky Nicolai a Roberto Gatto - per una festa sui generis all' insegna della musica afroamericana.

ENRICO RAVA

 

Come mai a Foggia?

«Perché qui, nella mia città, c' è l' aeroporto militare più importante d' Italia. Dopo la guerra arrivarono gli americani con la loro musica e i famosi V Disc che mi diedero la possibilità di ascoltare Louis Armstrong, Buddy Bolden, Bix Beiderbecke. Si suonava molto jazz all' epoca, soprattutto al Circolo Ufficiali che stava proprio di fronte a casa mia. E poi a Foggia nacque il Jazz College, di cui sono stato presidente».

 

Quali sono stati i suoi primi maestri?

renzo arbore e dago

«La Puglia è la regione delle bande musicali quindi, oltre che dai dischi degli artisti citati, ho imparato il primo swing da oscuri bandisti, che hanno costituito la prima generazione di jazzman italiani. C' erano il clarinetto jazz e le prime chitarre elettriche, fu una cosa sconvolgente: non c' era ancora il rock' n'roll».

 

Fu lì che scelse il clarinetto?

mara venier renzo arbore

«Fu una cosa un po' strana; nel balcone accanto al mio abitava Franco Tolomei, che poi suonò a lungo nei club di tutta Italia. Lui aveva il clarinetto e io possedevo una tromba: finì che ci scambiammo lo strumento... Lui è stato importante per la mia formazione. Mi ha prestato tutte le annate della rivista Musica Jazz dal 1953».

 

A cosa si deve la diffusione del jazz in Italia?

«Era una novità assoluta, un nuovo modo di comportarsi e soprattutto di vivere la musica con lo swing che si diffuse in tutta Italia. I ragazzi che organizzavano le festicciole in casa portavano i dischi di Armstrong, Frank Sinatra, Nat King Cole... Ballavamo con quelle cose lì... Però guardavamo anche a Milano e Torino.

 

roberto d agostino, marisa laurito, renzo arbore foto andrea arriga

A Milano c' erano musicisti del calibro di Franco Cerri e Gorni Kramer, a Torino le orchestrine in locali come il Cavallino Bianco e soprattutto l' orchestra della Rai. Poi c' erano gli artisti da night, grandi performer come Bruno Martino che facevano sognare. E poi da noi, attraverso la Francia, che aveva avuto come colonia la Louisiana, arrivavano tanto jazz e tanta musica popolare, dal blues allo zydeco. Insomma una manna per noi appassionati».

 

E il jazz in italia oggi com' è?

Renzo Arbore

«Penso che, dopo gli Stati Uniti, l' Italia ormai esprima la migliore musica jazz, legata alle radici ma anche molto personale. Abbiamo metabolizzato il linguaggio afroamericano e ognuno ha una sua cifra stilistica e - come Paolo Fresu per citare un esempio - si aggancia anche alle proprie tradizioni popolari».

Keith jarrett piano

 

E in Usa?

«Rimangono i mostri sacri come Keith Jarrett e Sonny Rollins, ormai anziani e gli artisti come Wynton Marsalis che sono strumentisti eccezionali ma non sono dei veri capiscuola».

 

Insomma alla fine per Arbore che cos' è il jazz?

«È l' arte dell' improvvisazione che io ho rubato dal jazz. È difficile improvvisare anziché recitare. Il jazz espone un tema su cui improvvisare, io ho fatto la stessa cosa parlando in tv con i miei programmi. E poi il jazz è il ritmo binario che nasce dal cuore. Che ti prende e non ti molla più».

roberto d agostino e renzo arboreRenzo Arboredago e arborerenzo arbore nino frassicarenzo arbore in concerto (2)renzo arbore

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO