ARCHEO - LE SCUSE DI FRANCO CORDELLI A LUCIANO DE CRESCENZO: “TANTI ANNI FA, IN UN CONVEGNO ALLA CASA DELLA CULTURA, POLEMIZZAI, IN REALTÀ QUASI AGGREDII DE CRESCENZO. PER MIA ALTA SCIENZA E SUA PRESUNTA IGNORANZA RITENEVO CHE QUALUNQUE SUO INTERVENTO IN QUELLA SEDE FOSSE IMPROPRIO. IN REALTÀ DI LUI E DEI SUOI SCRITTI NULLA SAPEVO, PARLAVO (AGIVO) PER MERO PREGIUDIZIO. ORA INVECE HO CAPITO CHE…”

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Franco Cordelli per “il Corriere della Sera - Edizione Roma”

 

FRANCO CORDELLI FRANCO CORDELLI

Tanti anni fa, in un convegno alla Casa della Cultura, polemizzai, in realtà quasi aggredii Luciano De Crescenzo. Per mia alta scienza e sua presunta ignoranza ritenevo che qualunque suo intervento in quella sede fosse improprio. In realtà di lui e dei suoi scritti nulla sapevo, parlavo (agivo) per mero pregiudizio. Il successo era (sempre è) una brutta bestia. Il successo, poi, di Così parlò Bellavista! Che sarà mai stato Così parlò Bellavista? Per merito di Geppy Gleijeses e dei suoi attori ora pienamente lo so. Lo so nel senso opposto a quello che m'ero fantasticato.

LUCIANO DE CRESCENZO LUCIANO DE CRESCENZO

 

Certo, almeno per come appare sul palcoscenico del Quirino (dov'è rimasto in scena fino a ieri), è un tradizionale quadro di genere, il prevedibile ritratto di una casa popolare napoletana, una serie di bozzetti, un testo che procede per accumulo.

 

Eppure! Eppure, quanta vitalità, quanta precisione nei particolari, quanto ingegno nel meccanismo drammaturgico. Vi sono scene irresistibili, si ride ogni due minuti, la mia idea oggi è che Così parlò Bellavista provocherà risate tra trenta, tra cinquant' anni. Il suo successo al Diana di Napoli e a Roma ne è la prova.

LUCIANO DE CRESCENZO LUCIANO DE CRESCENZO

 

Metà del merito ora è, però, come ho detto, del regista Gleijeses (e protagonista nei panni del professore che dà lezioni sui mondi dell' amore e della libertà), della generosa-meravigliosa Marisa Laurito, sua moglie, del prorompente - tuonante vice-portiere Benedetto Casillo, dell' inappuntabile-sentimentale Gianluca Ferrato, l'unico «settentrionale», e degli altri dieci, nessuno escluso, tutti alla pari.

 

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