ferzan ozpetek utero in affitto

ARCOBALENO, PIÙ O MENO – FERZAN OZPETEK PRESENTA IL SUO NUOVO FILM CON UNO SCHIAFFONE AL MONDO LGBT: “AVREI VOLUTO UN FIGLIO CON SIMONE MA LA NATURA LO IMPEDISCE E NON VOLEVO FAR CRESCERE UN BAMBINO SENZA MADRE. LA FIGURA FEMMINLE È LA COLONNA PORTANTE DELLA VITA” – BORGONOVO (“LA VERITÀ”) SI ECCITA: “MAGARI NON È UN MESSAGGIO POLITICO MA RIMANE UN CONCETTO DI SPLENDENTE BELLEZZA IN UN’EPOCA OSCURA”

1 – OZPETEK: "HO IMMAGINATO LA MIA VITA CON DUE BIMBI

Estratto dell’intervista di Arianna Finos a Ferzan Ozpetek per “la Repubblica”

 

LA DEA FORTUNA - STEFANO ACCORSI - FERZAN OZPETEK - EDOARDO LEO

(…) Lei ha sempre detto di non avere il desiderio di bambini.

«Avrei voluto un figlio con Simone ma la natura lo impedisce. E non volevo mettere in mezzo nessun altro o far crescere un bambino senza madre. Non è una critica all' utero in affitto: le leggi devono essere per la felicità e la libertà di scelta delle persone.

 

Ma non voglio togliere di mezzo la figura femminile, per me è la colonna portante della vita e della crescita. Poi ho una coppia di amici che hanno avuto una bimba con l' utero in affitto e la fanno crescere in modo meraviglioso». (...)

FERZAN OZPETEK E SIMONE PONTESILLI

 

2 – LEZIONE DI ÖZPETEK AL MONDO LGBT «I FIGLI HANNO BISOGNO DI UNA MADRE»

Francesco Borgonovo per “la Verità”

 

set de la dea fortuna di ferzan ozpetek 3

Da qualche settimana le pagine dedicate agli spettacoli di riviste patinate e quotidiani danno parecchio spazio al nuovo film di Ferzan Özpetek ora in uscita, intitolato La Dea Fortuna. Non stupisce: il regista di origini turche è tra i più celebrati nel nostro Paese e, soprattutto, di frequente tratta temi molto di moda e molto graditi all' universo Lgbt. Questa pellicola non è da meno.

Edoardo Leo e Stefano Accorsi interpretano una coppia gay che si trova a dover accudire i due figli di un' amica (Jasmine Trinca).

 

UTERO IN AFFITTO

Come è facile immaginare, cronisti e commentatori hanno subito trasformato il film in una sorta di manifesto delle «famiglie arcobaleno», facendo ampio uso della consueta retorica secondo cui «l' amore non ha sesso».

 

Edoardo Leo, intervistato da Vanity Fair, si è precipitato a dichiarare che La Dea Fortuna porta sullo schermo «l' idea di un amore universale che non fa differenze di genere. Se Arturo e Alessandro si chiamassero Gianna e Francesco per la narrazione sarebbe identico». Idem Stefano Accorsi. Anche per lui «l' unica patente che pretende l' amore è il rischio della sincerità. Il resto, a partire dalle questioni di genere, dal mio punto di vista è inconcepibile».

FERZAN OZPETEK E SIMONE PONTESILLI 2

 

Il punto che tutti fingono di ignorare, come sempre, è che nel caso dei figli delle «coppie arcobaleno» non è l' amore a essere in discussione. Non si contesta la realtà né la legittimità dei sentimenti. Semmai si criticano i metodi con cui le suddette coppie accedono alla genitorialità, ovvero l' utero in affitto e l' acquisto di seme da donatori anonimi. A sollevare tali obiezioni, di solito, altro non si ottiene che la scomunica da parte degli attivisti arcobaleno, con annessa bolla di omofobia.

 

Questa volta, però, a piombare nel discorso è un elemento inaspettato. A interrompere la fiera delle retorica e dei buoni sentimenti è stato - nientemeno - il regista del film, ovvero Ferzan Özpetek in persona. Ieri, intervistato da Repubblica, ha pronunciato una frase sorprendente.

ferzan ozpetek alexandra la capriaferzan ozpetek

A un certo punto la giornalista Arianna Finos dice al cineasta: «Lei ha sempre detto di non avere il desiderio di bambini». La risposta è inaspettata: «Avrei voluto un figlio con Simone ma la natura lo impedisce», spiega Özpetek. «E non volevo mettere in mezzo nessun altro o far crescere un bambino senza madre.

UTERO IN AFFITTO

 

Non è una critica all' utero in affitto: le leggi devono essere per la felicità e la libertà di scelta delle persone. Ma non voglio togliere di mezzo la figura femminile, per me è la colonna portante della vita e della crescita. Poi ho una coppia di amici che hanno avuto una bimba con l' utero in affitto e la fanno crescere in modo meraviglioso».

 

Certo, il regista ci tiene a precisare che la sua non è una presa di posizione politica contro la maternità surrogata, sembra che in qualche modo intenda mettersi al riparo da eventuali attacchi, forse memore di quanto successe a Dolce e Gabbana quando - in un' intervista concessa a Panorama - osarono deviare dall' ortodossia Lgbt in materia di famiglia.

ferzan ozpetek

 

Resta che la dichiarazione di Özpetek è di grande, grandissima potenza. Omosessuale, da tempo legato a Simone che chiama «il mio "compagno di viaggio" nella vita», il cineasta non ha timore di dire che è «la natura» a «impedirgli» di avere figli. Già soltanto a citare il concetto di «natura», oggi, si rischia di venire linciati, anche se «natura» significa «biologia», cioè scienza e non religione o bigottismo. Ma non basta, perché Özpetek prosegue dicendo di non volere «mettere in mezzo nessun altro o far crescere un bambino senza madre».

edoardo leo serra yilmaz stefano accorsi set de la dea fortuna di ferzan ozpetek

 

cast de la dea fortuna di ferzan ozpetek

Secondo lui, infatti, non si può «togliere di mezzo la figura femminile», poiché «è la colonna portante della vita e della crescita». Qui troviamo, forse per la prima volta, uno stimato intellettuale gay che ha il fegato di mettere il dito nella piaga, parlando esplicitamente di attacco alle donne. È un argomento che si tende sempre a trascurare: le istanze degli attivisti Lgbt, oggi, sono in gran parte dannose per il sesso femminile.

 

la dea fortuna di ferzan ozpetekUTERO IN AFFITTO

Lucetta Scaraffia, in un bel saggio uscito qualche tempo fa, ha coniato il concetto di fine della madre. «Ho cominciato a pensarci riflettendo sul fenomeno dell' affitto dell' utero, che è una cosa ripugnante», spiegò la studiosa al nostro giornale. «Molti Paesi la ritengono una cosa possibile e una parte delle femministe pensa che faccia parte del diritto delle donne a usare il proprio corpo. Mi ha molto spaventato capire a che punto di degrado dell' idea di maternità siamo giunti». Pensare che possano esserci «figli di due padri» significa sostanzialmente eliminare la donna.

 

edoardo leo stefano accorsi serra yilmaz set de la dea fortuna di ferzan ozpetek 1 1UTERO IN AFFITTO

Cancellarla. Derubarla della sua femminilità (come ha sostenuto un' altra femminista, Marina Terragni, in Gli uomini ci rubano tutto). Di questi tempi sentiamo dire che, per essere donna, non serve altro che la volontà o una modifica al documento di identità. Sentiamo ripetere che possono esserci famiglie con figli composte da due maschi. Ed ecco che le parole di Özpetekci riportano sulla Terra, a contatto con la «natura». Ci ricordano che senza la fertilità (in ogni senso) del femminile la vita semplicemente non esiste. Ai figli serve una madre, dice il regista. Magari non è un messaggio politico, ma rimane un concetto di splendente bellezza in un' epoca oscura.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”