ALBERONI NON CI STA: GIà SEGATO DA “IO DONNA” PER RESTARE AL “CORRIERE” FARà “SACRIFICI” (COMPENSO RIDOTTO) – “Penso sia loro interesse tenermi, il lunedì perderebbero molte copie” - “SIGNORINI MI HA DETTO: VIENI DA ME A CURARE LA PARTE SULL’AMORE”…

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Francesco AlberoniFrancesco Alberoni

Da "Italia Oggi"

Sotto la scure dei tagli al Corriere della Sera, è caduto anche il protagonista del piede in prima pagina del lunedì: Francesco Alberoni. «Mi hanno inviato in anticipo la disdetta del contratto, non so che proposta mi faranno», ha reso noto ieri, in un primo tempo, il sociologo che dal 1982 firma la rubrica Pubblico&Privato.

«Hanno disdetto tutte le collaborazioni», ha spiegato, «a causa della ristrutturazione aziendale per poi decidere chi riprendere. Io comunque aspetto, non sono preoccupato. Penso sia loro interesse tenermi, perché altrimenti il lunedì perderebbero molte copie».

Salvo poi annunciare, in serata, di aver parlato con Ferruccio de Bortoli, il direttore del Corriere della Sera che gli ha confermato sì la volontà di proseguire con la sua rubrica Pubblico&Privato, ma a compenso ridotto. «Mi ha chiesto di fare sacrifici. Farò i sacrifici, - ha specificato Alberoni - in sostanza guadagnerò di meno, ma continuerò a scrivere il lunedì il mio Pubblico&Privato».

Ferruccio de BortoliFerruccio de Bortoli

Prima di parlare con de Bortoli, Alberoni non si era limitato a sottolineare il peso della propria rubrica sul lettorato del quotidiano di via Solferino, ma aveva anche rilanciato: «Se non mi confermano andrò altrove. Signorini (il direttore del mondadoriano Chi, ndr) mi ha detto: vieni da me a curare tutta la parte sull'amore».

Del resto aria di tensione nel matrimonio Alberoni-Rcs si respirava già dallo scorso febbraio, quando i primi provvedimenti al risparmio toccarono proprio i compensi dei collaboratori illustri di via Solferino. E tra le prime collaborazioni che saltarono ci fu proprio quella di Alberoni, su Io Donna, il femminile del Corriere della Sera.

alfonso signorinialfonso signorini

La crisi si è poi fatta così incombente da trapelare addirittura in una delle rubriche dello stesso editorialista intitolata «I dubbi non fanno parte della virtù di un capo» e in cui Alberoni bacchettava, in modo non troppo velato per i conoscitori del sistema editoriale, i vertici Rcs rei di non comprendere, volendolo ridimensionare, il valore di certe preziose collaborazioni. Una vera e propria predica in prima pagina del Corriere che culminava con un poco diplomatico: «Il vero risparmio, in questi casi, sarebbe quello di licenziare direttamente loro (i capi, ndr)».

Nato il 31 dicembre del 1929 a Piacenza, Alberoni scrive di se stesso sul sito web www.alberoni.it: «A scuola ero un allievo modello, perfezionista. Non sopportavo invece la disciplina di tipo militare richiesta allora ai bambini dal regime fascista. In compenso ero un leader naturale, avevo sempre attorno a me una banda di ragazzini che trascinavo inventando giochi collettivi e avventure. Peccato che a casa mia non ci fossero libri. Li scoprirò più tardi, finita la guerra nel 1945, nella Biblioteca comunale dove passerò la maggior parte dei miei pomeriggi leggendo moltissimo di storia e di filosofia».

Ex rettore dell'Università Iulm e presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, Alberoni affianca all'attività di sociologo e scrittore anche la consulenza in comunicazione d'impresa e pubblicità.

 

 

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