bono putin 2

BONO QUESTO! PRIMA DI SCRIVERE POESIE PER L'UCRAINA BONO VOX SE LA SPASSAVA CON PUTIN. NELLA SUA AUTOBIOGRAFIA IL LEADER DEGLI U2 DICE DI TORMENTARSI ANCORA PER UNA FOTO AL G8 DI GENOVA, NEL GIORNO IN CUI UCCISERO CARLO GIULIANI, IN CUI LUI RIDE CON PUTIN, “PRIMA CHE IL PRESIDENTE RUSSO DIVENTASSE IL MALE” – QUEL CONCERTO DEL 1985 DOVE BONO TAGLIA LA BANDIERA IRLANDESE. DUE ORE DOPO LUI È IN AUTO CON LA MOGLIE E VIENE CIRCONDATO: “QUALCOSA SI ERA ROTTO. ERAVAMO PESCI NELL'ACQUARIO, E I PIRANHA DALL'ALTRA PARTE DEL VETRO ERANO STATI FAN DEGLI U2 FINO A POCHE ORE PRIMA” - VIDEO

 

Giulia Zonca per “La Stampa”

 

BONO PUTIN 2

Una biografia che inizia con un battito, non può che essere segnata dal ritmo e in «Surrender» la vita cola dalle canzoni scritte da Bono, la rockstar che ha incrociato la storia. Quaranta brani per altrettanti viaggi dentro una band fin troppo grande per reggere tutta l'elettricità che ha attraversato: il libro, edito da Mondadori, non è il racconto di un successo, è lo sforzo costante di rimanere veri pure appesi ai muri del mondo.

 

Non è l'epopea degli U2, è il percorso di un uomo che si tormenta ancora per una foto in cui ride con Putin, al G8 di Genova, «prima che lui diventasse il male». Ma non senza che lo fosse già. Contraddizioni e sorprese e slanci, soprattutto musica. «Surrender» è il manuale delle istruzioni che spiega perché certe parole restano, certi ritornelli definiscono una generazione, certe chitarre squarciano le ansie. Il rock sa fare la rivoluzione perché ha il potere di ribaltare gli stereotipi e di mettere allo scoperto i sentimenti custoditi da ognuno nell'attesa che qualcun altro chieda di condividerli. Il qualcuno di Bono arriva quasi subito e non si sposta più.

 

BONO BLAIR PUTIN

«Surrender» incrocia capi di Stato, geni dell'arte, uomini importanti, filantropi e miliardari, ma gira intorno a una persona sola, la moglie Ali, con lui per 40 anni: «Anche se ora viviamo sotto lo stesso tetto, mi rendo conto che rimane una distanza fra noi. Una distanza entusiasmante. Una distanza carica di tensione che Ali mi sta insegnando a rispettare». La scrittura procede con lo stesso schema, Bono si apre e poi si sottrae di continuo e si aiuta con gli schizzi che lui stesso ha disegnato all'inizio di ogni capitolo e con infinite liste. Le canzoni da ascoltare durante il primo tour (domina il punk e del resto siamo alla fine degli Anni Settanta), gli amici da non dimenticare, quelli che «ti aprono la Fiat 127 con intenzioni dadaiste» ovvero trasformare la vecchia auto sfondata dai chilometri in un oggetto di culto per celebrare le vendite del primo singolo.

BONO VOX FRANK SINATRA

 

L'intimità è accennata e poi negata da un'esistenza che non è solo pubblica, è addirittura collettiva. Se «Songs of Innocence» libera la malinconia per la madre morta quando il cantante era un ragazzino, «mi sarei concesso di sollevare pietre sotto le quali sapevo di trovare spaventosi insetti striscianti», subito dopo si va entro «Sunday Bloody Sunday» dove l'unico strumento che serve è la batteria.

 

Il rock si fa rabbia per rivelare la natura più essenziale e il libro mescola di nuovo, in modalità centrifuga, la storia personale a quella universale. È Larry, il batterista che ha dato vita al gruppo con il suo annuncio sulla bacheca del liceo, è Larry che testa la percussione dei «troubles», è la tournée che segnerà la svolta e pure il confronto con le tensioni di Irlanda, paese in cui «ai cuori più gentili toccano i colpi più micidiali».

 

Anni dopo arriveranno anche le minacce dell'Ira solo che in queste 500 pagine di ricordi, la linearità del tempo è continuamente interrotta dagli assoli e la canzone che porta gli U2 in un'altra dimensione è anche quella che segna il loro legame con la politica, che li sposta dal palco al comizio e li costringe a inventarsi una posizione mai vista prima, l'equilibrismo sulla spontaneità.

 

BONO VOX FRANK SINATRA

 «Sunday Bloody Sunday» è una necessità, esce dopo al morte di Bobby Sands, dà fastidio a entrambe le fazioni, rischia di essere considerata una trovata pubblicitaria e porta il gruppo in testa alla classifica e al meglio della loro espressione perché è solo con quelle note, nella lucidità del testo, che ognuno trova la definizione del proprio talento. Si scoprono bravi, potenti, vedono e toccano l'effetto che fanno e a quel punto la biografia impazzisce come lo zabaione quando non smetti di frustare.

 

BONO VOX COVER

Non si sa più se è il 1983, anno in cui la canzona circola o il 2015, con la tappe americane tipo adunate e i guai della lontanissima Europa al centro del Texas o il 1985, al concerto dove Bono taglia la bandiera irlandese davanti al pubblico in estasi: via l'arancione e via il verde, rimane solo il bianco, la pace.

 

Due ore dopo lui è in auto con la moglie e viene circondato: «Qualcosa si era rotto. Eravamo pesci nell'acquario, e i piranha dall'altra parte del vetro erano stati fan degli U2 fino a poche ore prima». Da quel punto in poi si fluttua fra le intuizioni (come far rotolare bottiglie sulle piastrelle per un suono stonato e indispensabile) e gli incontri. Hollywood, il cinema, gli anni a Los Angeles «con il vantaggio di non saper ballare», Bill Clinton e le coperte cucite insieme per manifestare sostegno ai malati di Aids, Nelson Mandela per ridare linfa ai gesti, «il carnevale degli Anni Novanta».

BONO VOX

 

Righe e sonorità accartocciate, quando il rock puro si fa elettrico per reggere le storture della realtà. E Bono che vuole mixare e gli altri che non intendono seguire, ancora in bilico tra genuinità e bisogno di mutare ed essere tutto quello che una band planetaria rappresenta. Essere al tavolo dei potenti come voce della folla e ritrovarsi a ridere con Putin al G8 di Genova nello stesso giorno in cui muore Carlo Giuliani.

 

Scoprire quanto è difficile non perdersi e quanto una moglie magnetica faccia la differenza. Restare accesi quando ti dicono che al tuo cuore manca un pezzo. Restare fedeli anche quando hai stravolto ogni credo, grazie al rock. Chi lo sa suonare può incrociare la storia e impedire che entri in casa. Può farsi battezzare senza un dio, può illuminare le parole giuste e tatuarle nella memoria della gente. «Surrender» non è la biografia di Bono, è l'anatomia della musica che trasforma un'emozione personale in una passione globale: «Gli amati fratelli ci camminano attorno e sopra. Forse sono felici che tu abbia abbandonato la tua vecchia storia, ma questo non significa che la dimenticheranno». 

bono vox the edgebono vox papa francesco bono vox 4bono vox

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...