mario draghi carlo fuortes marinella soldi rai

BORDELLO RAI - SPINE, RITORSIONI, VENDETTE. COME? IMPALLINANDO, IN VIGILANZA RAI, LA PRESIDENTE DESIGNATA MARINELLA SOLDI (NON HA I VOTI DI M5S, LEGA E FORZA ITALIA). ABBATTERE LEI PER DIRE A DRAGHI CHE LA RAI È UN TERRENO ACCIDENTATO PER TUTTI E ANCHE PER LUI CHE SI CREDE SUPERIORE A CHIUNQUE – MELONI FURIBONDA CON SALVINI E BERLUSCONI PER L'ESTROMISSIONE DAL CDA RAI DEL SUO GIAMPAOLO ROSSI – PD E IV, MALCONTENTO PER LA BRIA, CARA AD ANDREA ORLANDO

1 - MELONI CHIEDE LA VIGILANZA SOLDI NEL MIRINO DEI PARTITI

Mario Ajello per “il Messaggero”

 

Marinella Soldi

Spine, ritorsioni, vendette. Le scelte sulla Rai, a riprova che la Rai è il cuore della politica o cerca di restarlo, stanno terremotando tutto. Fino a investire il governo e Draghi che facendo tutto da solo per la nuova governance della tivvù pubblica ha toccato i più sensibili fili elettrici dei partiti che lo vogliono bruciare.

 

Come? Impallinando, in Vigilanza Rai, la presidente designata Marinella Soldi. Abbattere lei per dire a SuperMario che la Rai è un terreno accidentato per tutti e anche per lui che si crede superiore a chiunque. Senza i voti di M5S, della Lega e di Forza Italia, la Soldi non avrà mai la forza - deve avere i due terzi dei consensi nella commissione bicamerale, ovvero almeno 27 sì - per salire sulla seconda poltrona più alta del Settimo Piano di Viale Mazzini (la prima è di gran lunga quella dell'ad Fuortes).

 

mario draghi

A Palazzo Chigi il pericolo ammettono di avvertirlo ma ostentano forza perché - si fa notare - «un'eventuale bocciatura della Soldi sarebbe agli occhi di tutti la riprova che la vecchia politica non vuole mollare la televisione pubblica che ha sempre considerato suo feudo esclusivo e intoccabile».

 

LA PARTITA

GIAMPAOLO ROSSI

Ieri il consiglio dei ministri ha dato il via libera a Fuortes-Soldi. E il Mef (azionista Rai) ha approvato il bilancio della televisione pubblica e ha nominato il Cda con dentro Fuortes e Soldi, Laganà, Di Majo, Bria, Agnes, De Biasio.

 

Oggi il Cda di Viale Mazzini dovrebbe confermare la scelta di Soldi presidente. E a quel punto, a metà della settimana prossima, ci sarà il passaggio burrascoso in Vigilanza. Il tutto si svolge in mezzo a una baraonda con al centro Fratelli d'Italia. La Meloni è furibonda per l'estromissione dal Cda Rai di Giampaolo Rossi, che si è sempre fatto ben valere al Settimo Piano.

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA

FdI ce l'ha con Salvini, e con Forza Italia, alleati giudicati colpevoli di questo «tradimento». «Oltre il danno, ora Salvini ci fa pure la beffa!», masticano amaro i meloniani dopo aver sentito ieri queste parole da parte del leader leghista: «Sulla Rai? E che problema c'è? I membri del centrodestra in Cda garantiranno anche l'opposizione».

 

Cioè la Meloni. La quale attacca: «Estromettere il partito di opposizione dalla Rai segna una pagina nera per la nostra democrazia». E ancora: «Evidentemente la crescita di FdI è molto temuta». Anche o soprattutto dentro il centrodestra. La Meloni incalza: «Mi dispiace che le massime cariche dello Stato non siano intervenute, a cominciare da Mattarella, per impedire un vulnus del genere, c'è una violazione senza precedenti delle più banali norme del pluralismo». FdI vuole che la presidenza della commissione di Vigilanza vada all'opposizione.

 

GIANNI LETTA SIMONA AGNES

Ovvero via l'azzurro Barachini, che ha sempre esercitato un ruolo di garanzia ed è difficile pensare che si dimetterà, e dentro un meloniano. O ancora: il Tg3 nacque per essere dato all'opposizione, e perché - si ragiona in FdI - non dare a noi la guida di un tiggì? Se la matassa non si sbroglia, è così alta la rabbia di FdI contro il resto del centrodestra che non sono escluse ritorsioni: ovvero il non appoggio dei meloniani a candidati sindaci leghisti o forzisti alle prossime amministrative.

 

 Quanto al voto sulla forse presidente Soldi, potrebbero mancare i sì di M5S («E' una renziana!», e a torto la ritengono colpevole di aver finanziato da ceo di Discovery il documentario su Firenze per il quale Renzi è indagato con Lucio Presta). Mentre il centrodestra di governo ha questa strategia: impallinare la Soldi in Vigilanza e costruire l'accordo per portare la neo-consigliera azzurra Simona Agnes alla presidenza.

 

 CORAGGIO O NO

susanna e antonio preziosi foto di bacco

Chissà se ci sarà davvero il coraggio di aggredire Draghi via Soldi oppure si preferirà trattare: Forza Italia punta ad avere un posto importante nei tiggì per Antonio Preziosi, la Lega vuole Sangiuliano alla guida del Tg1 al posto del filo-grillino Carboni (che M5S cercherà senza chance di conservare in quel ruolo, dove è destinato Antonio Di Bella o magari Monica Maggioni in quota trasversale da governo di tutti), sempre il Carroccio vuole come direttore generale Ciannamea che considera suo e via così. Preparare i popcorn.

biagio agnes

 

2 - MA BIAGIONE FACEVA A PUGNI CON SILVIO

Michela Tamburrino per “La Stampa”

 

Rimase memorabile il pugno che in un attacco d'ira l'allora potentissimo dg Rai Biagio Agnes diede alla porta dello studio del segretario dc De Mita, abbattendola: si opponeva, Biagione, a qualsiasi compromesso con la nascente tv commerciale di Berlusconi. Lui, baluardo del servizio pubblico, contro Fininvest. Corsi e ricorsi, oggi Forza Italia appoggia la figlia del nemico Agnes nel cda Rai. E di lei fa il suo cavallo di Troia.

 

3 – PD, MALCONTENTO PER LA BRIA

Estratto dell’articolo di Gianluca Roselli per “il Fatto quotidiano”

francesca bria

 

Come in aula sono mancati molti voti pentastellati a Di Majo, così ne potrebbe mancare qualcuno in commissione, dove però ogni singolo voto è decisivo. Qualche malcontento, poi, c'è pure nel Pd e in Iv per la scelta di Francesca Bria. Anche se poi sarà difficile che i partiti di maggioranza rifilino uno schiaffo a Draghi bocciandogli la candidata alla presidenza. Ma ci sarà da ballare.

 

francesca bria con alessandro di battistaandrea orlando foto di bacco(1)

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…