LA CANNES DEI GIUSTI - GODARD VISTO DA HAZANAVICIOUS: 'LE REDOUTABLE' PER UN PO' È ANCHE DIVERTENTE, POI DIVENTA IMBARAZZANTE E ANCHE IRRITANTE. HAI VOGLA A RIDACCHIARE SU LOUIS GARREL CHE PARLA COME SILVIO MUCCINO CON LA ZEPPOLA, E A INCANTARSI PER IL SEDERE DI FUORI DI STACY MARTIN. QUESTO FILM NON STA IN PIEDI, E LA PARTE ITALIANA È UNA FARSA CHE NEANCHE UNA BRUTTA FICTION SI POTREBBE PERMETTERE

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Marco Giusti per Dagospia

 

Cannes quinto giorno. Finalmente si è visto Godard secondo Hazanavicious. Per un po’ è anche divertente, poi diventa imbarazzante e anche irritante.

 

louis garrel le redoutable louis garrel le redoutable

Hai voglia a citare Mao e Lin Piao, a ricostruire i colori e le inquadrature di La Chinoise e i bianchi e neri di Une femme marriée, a ridacchiare su Louis Garrel che parla come Silvio Muccino con la zeppola in bocca e a incantarsi per la bellezza di Stacy Martin col sedere di fuori come Brigitte Bardot, ma questo Le Re‎doutable, versione comedy dell'amore tra Jean-Luc Godard e Anne Wiazemsky, tratto dal libro di lei, non si riesce a salvare sotto nessun punto di vista, neppure come stracult o stratrash.

 

Non si tratta solo dell'offesa a Godard, vabbè, o dell'effetto Bagaglino (Martufello come Godard sarebbe stato piu' accettabile), ma questo film non sta in piedi né come storia d'amore, perché non c’è nessun tipo di chimica fra i due protagonisti, né come omaggio alla Nouvelle Vague, troppo ridicolo, né come commedia con Godard buffo e occhialuto alla Woody Allen, gelosissimo e pieno di scatti d’ira, in più con delle camicette a righine bruttissime che dubito abbia mai portato nella vita.

 

stacy martin le redoutable stacy martin le redoutable

Era buona l'idea di trattare non il primo Godard, ma quello in crisi dopo i capolavori, che vuole uccidere se stesso, il proprio mito, la propria origine borghese in nome della rivoluzione, quella della sua trasformazione in collettivo Dziga Vertov assieme a Jean-Pierre Gorin, ma ridicolizzarlo così è una cosa che nemmeno Luciano Salce in Io e lui si sarebbe permesso.

 

louis garrel come godard in le redoutable louis garrel come godard in le redoutable

Se la parte francese ha molte cadute, ma almeno una dignità di buona ricostruzione, almeno mi sembra, soprattutto per le scene degli scontri di piazza, la parte italiana, con Bernardo Bertolucci interpretato da Guido Caprino, il leghista Bosco di 1993 e Marco Ferreri che sembra un cialtrone qualsiasi interpretato da certo Emmanuele Aita, malgrado nella colonna sonora si senta "Azzurro" cantata da Celentano, è una farsa che nemmeno una brutta fiction italiana si potrebbe permettere.

louis garrel come godard in le redoutable louis garrel come godard in le redoutable

 

Il tentativo di suicidio di Godard, geloso della Wiazemsky, sul set de Il Seme dell'uomo di Ferreri, che molti italiani ricordavano, come Gianni Barcelloni, anche se forse successiva a quel set, diventa da dramma un momento di commedia per chiudere una storia che non sta mai in piedi. E non si citano i tanti film che fece Anne Wiazemsky in Italia, con Carmelo Bene, con Gianni Amico, ma soprattutto con Pasolini, Teorema, che certo Hazanavicious non osa toccare.

 

Né si citano i film di Godard in Italia, a parte Vento dell’Est, che meriterebbe, quello sì, un film a parte, con gli scontri con Angelo Rizzoli, Gian Maria Volonté, Glauber Rocha… Detto questo, beh, Stacy Martin vale da sola il biglietto, lo sapevamo, ma non ha nulla della freddezza distaccata e un po' antipatica della vera Wiazemsky. Louis Garrel non riesce a andare oltre la macchietta, ahimé, non e' colpa sua, visto che ha un copione che non riesce a dargli battute che non siano slogan godardiani o alla Godard o freddure che magari piacciono ai critici francesi.

 

le redoutable le redoutable

Certo, alcune cose fanno ridere, come l'amico Michel Cournot che voleva presentare a Cannes il suo unico film da regista, Les gauloises bleues, in pieno 68 proprio quando Godard e Truffaut riuscirono a boicottare il festival. Fa ridere Godard che rompe gli occhiali nella manifestazione del maggio a Parigi, ma la gag, poi, viene ripetuta all'infinito. E diventa irritante.

 

Belle le ricostruzioni, ma tutto quello che visivamente funziona, non trova mai sostanza nella narrazione e tutto sprofonda in una mediocrità da brutta fiction. Non ho niente contro la brutta fiction, ma penso di non doverla vedere a Cannes, diciamo. Il pubblico dei critici, provato da un allarme bomba prima e dal film dopo, lo ha trattato con molta freddezza, qualche applauso e neanche un buu. Ma il gelo di indifferenza si sentiva. Non è un bel film. E, in fondo, il film su Godard lo ha sempre fatto solo Godard.

louis garrel, berenice bejo, micha lescot le redoutable di hazanavicius louis garrel, berenice bejo, micha lescot le redoutable di hazanavicius le redoutable le redoutable

 

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