verdone

A CARLE’, BASTA MALINCONIA, FACCE RIDE! OGGI ENNESIMA INTERVISTA AL "MALIN-COMICO" VERDONE. MA SE ANCHE LUI, IN QUESTI TEMPI DI PANDEMIA, INSISTE SULLA MALINCONOIA E SULL’ITALIA CHE FA PIANGERE, TANTO VALE SPARARSI UNA FUCILATA SULLE PALLE – IL RICORDO DI MARADONA A CASA TROISI, IL COVID, I "TERRIBILI" ANNI '70 E I SOCIAL “INGANNI CHE NASCONDONO LA NOSTRA SOLITUDINE. NON CI SI PUÒ RINCRETINIRE STANDO 8 ORE ATTACCATI ALL' I-PHONE…” - VIDEO

 

 

Nino Materi per “Il Giornale”

 

VERDONE

Lui adora il pubblico e il pubblico adora lui. «Furio», il marito-fissato della povera «Magda», direbbe: «E allora lo vedi che la cosa è reciproca?».

 

Carriera entusiasmante, quella di Carlo Verdone, dove solo l' operatore ACI in una mitica telefonata trovò il coraggio di dirgli: «Ma va a cagher!». Dagli altri, invece, solo applausi. Meritati. Perché prendere il posto nel cuore degli italiani dei fantastici quattro supereroi della commedia italiana (Sordi, Tognazzi, Gassman, Manfredi) era un' impresa quasi impossibile. Però Carlo Verdone c' è riuscito, forte di un talento naturale plasmato da impegno e passione.

 

Grande interprete e regista non solo a parere dei fan, ma anche a giudizio dei critici, masticatori insaziabili di pane e «specifico filmico». La sua (e la nostra) fortuna iniziò con Non stop, il varietà Rai di comicità d' avanguardia che nel triennio 77-79 portò alla ribalta del piccolo schermo alcuni dei futuri «mostri» cinematografici elaborati dall' attore romano.

 

VERDONE

Nel 1980 irrompe nelle sale la pellicola d' esordio, Un sacco bello; il bis l' anno dopo con Bianco, rosso e Verdone. Due capolavori. Successi senza eguali. È il periodo di massima energia trasformista di Carlo, una specie di mimesi tra «Zelig syndrome» e camaleontismo fregoliano.

 

Fin da giovanissimo sui palcoscenici delle cantine periferiche Verdone sperimenta macchiette irresistibili, specchio dei tempi e del carattere nazionale: dal politico trombonesco con l' eloquio «seempree teesoo!», al cittadino ansiogeno che estrae la pistola dal borsello di pelle marrone, mostrando orgogliosamente il porto d' armi al grido di «Chi me l' ha data questa? Questo!». Maschere ancora attuali tra la vacua oratoria tipica degli uomini di Palazzo e l' esigenza (percepita?) di sicurezza da parte dei cittadini.

Verdone inventa un nuovo linguaggio somaticamente rivoluzionario; impossibile non notare quel ragazzo geniale; non credere nella sua alchimia comica; non dargli fiducia.

verdone de sica

 

Al resto provvede la bravura di Verdone. La notorietà cresce. Diventando celebrità.

Un mito. Ma della porta accanto.

«In 40 anni di carriera sono rimasto un uomo semplice. Il pubblico lo ha apprezzato. Forse è questo il segreto della mia longevità».

Da bimbo aveva il terrore di perdersi. Come quella volta allo stadio quando per un attimo non vide papà e poi gli corse incontro sussurrando: «Non lasciarmi mai più...».

«Grazie a lui mi sono sempre ritrovato, anche nei momenti difficili della vita. Mi ha insegnato a stupirmi davanti al bello dell' arte».

 

Com' è maturata l' idea di diventare attore?

«Ero un ragazzo timido. Non avrei mai pensato di fare questo mestiere».

Il 17 novembre Carlo Verdone ha compiuto 70 anni.

«Mi ha telefonato il presidente della Repubblica per farmi gli auguri. Ho ricevuto centinaia di messaggi da persone sconosciute. Un' emozione travolgente. Mi sono fatto tre domande».

 

Quali?

«Davvero ho 70 anni? Sono proprio io quello a cui la gente vuole così bene? Mi merito tutto questo? Sembra un sogno».

Invece è la realtà.

carlo verdone

«Ho festeggiato, ma senza esagerazioni. Proseguirò nella mia missione».

 

Quale «missione»?

«Divertire con intelligenza attraverso storie più mature. Sarei patetico se oggi riproponessi gli schemi del passato».

Il suo 27esimo film è bloccato dall' emergenza Covid. Il titolo sembra una profezia: Si vive una volta sola.

«Racconto le vicende di quattro medici. Potrebbero pure loro far parte di quella ampia schiera in camice bianco impegnata nella lotta contro la pandemia».

Un virus infame che non permette neppure di dare un' ultima carezza ai cari prima dell' addio.

«È una condizione straziante. Ma dovremmo riflettere su una cosa».

Cioè?

claudia gerini carlo verdone viaggi di nozze

«I like sui social e le amicizie virtuali sono inganni che nascondono la nostra solitudine. Non ci si può rincretinire stando otto ore attaccati all' i-phone. La tecnologia è una gran cosa, ma gli eccessi sono pericolosi».

 

A proposito di «eccessi». L' ha colpita la morte di Maradona?

«Lo conobbi in casa di Massimo Troisi. Un ragazzo gradevole, umile. Per lo sport è stato un dono di Dio».

carlo verdone veronica pivetti viaggi di nozze

Poi Dio si è dimenticato di Diego. E Diego si è scordato di Dio.

«La sua fine mi suscita pena e tenerezza».

Torniamo alla famiglia Verdone. Che tipo era sua madre?

«Dolce e piena di ironia. È la donna che mi ha compreso di più. Incoraggiandomi a fare l' attore».

 

Ha due figli, Paolo e Giulia. Che rapporto avete?

«Meraviglioso. Se dovessi sbagliare qualcosa con loro non me lo perdonerei. Sono sicuro che mi ricorderanno come un buon padre».

 

Lei, invece, che ricordi ha del periodo a cavallo tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80?

claudia gerini carlo verdone viaggi di nozze

«Terribili, fra terrorismo e stragi. E quella parola - «proletariato» - usata a sproposito per coprire gli atti criminali di una banda di vigliacchi. Ipocrisie ideologiche che la Marcia dei quarantamila spazzò via».

 

Un mese dopo quella marcia epocale (15 ottobre 1980), la terra tremò in Irpinia e Basilicata (23 novembre). Tremila morti. La ricostruzione ha comportato scandali e uno spreco di denaro pubblico senza precedenti.

 

Lo sviluppo è rimasto una chimera. Per il Sud l' ennesima occasione mancata.

«L' anno successivo, in Bianco, rosso e Verdone, focalizzai uno degli episodi del film sul personaggio di Pasquale Amitrano che, emigrato in Germania, torna a Matera per le elezioni. Va a votare, ma al momento di consegnare la scheda al presidente di seggio sfoga tutta la sua rabbia per le ingiustizie patite dal momento in cui ha messo piede nel Belpaese. Da allora ad oggi la situazione non è granché migliorata».

verdone brilli

 

I colpevoli?

«In Italia abbiamo una classe politica inadeguata. Senza qualità. A volte si arriva nelle stanze del potere più in forza dei giochi di potere che in base a preparazione e competenza. Nel Sud, abbandonato a se stesso, il fenomeno è ancora più grave.

verdone gerini

Speriamo nei giovani».

 

Magari il disagio fosse limitato al Mezzogiorno...

«Il degrado riguarda l' intera società italiana. Il mio compito è far ridere, ma questa società fa piangere».

 

Cosa la indigna di più?

«L' ignoranza di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica. Ma le sembra giusto che posti-chiave vengano occupati in base ai pacchetti elettorali piuttosto che ai titolo di studio?».

 

verdone pastorelli

A proposito di «titoli di studio», lei può vantare un curriculum accademico da Guinness: una laurea in Lettere moderne con 110 e lode, due lauree honoris causa (in Medicina e Beni Culturali) e un' iscrizione onoraria nell' Ordine dei Farmacisti. Ma è vero che lei ha una vocazione particolare per le diagnosi sanitarie (rigorosamente esatte)?

«La medicina mi ha affascinato fin da piccolo. È una specie di tradizione di famiglia. Ho un ampio giro di pazienti che da anni mi chiedono consigli. Io dico la mia, ma poi raccomando loro: Chiedi conferma a uno specialista».

verdone gerini

 

Si narra che col suo intuito «abbia salvato la vita a quattro persone».

«Anche di più. A Natale ricevo molti pacchi-dono di ringraziamento».

 

Qualcuno le chiede «dritte» anche sul Coronavirus?

«Il Covid è una cosa seria, figlia anche degli effetti perversi della globalizzazione e del mancato rispetto nei confronti della natura. Ma in tema di pandemia, meglio lasciare la parola ai virologi».

 

Virologi che però si fanno la guerra l' uno contro l' altro nei salotti-tv. Una smania presenzialista che li ha trasfigurati in macchiette simili al suo dottor «Raniero Cotto Borroni» che nel film Viaggi di nozze, rispondendo a una telefonata mentre sta facendo sesso con la moglie «Fosca», dice: «No...non mi disturba affatto».

verdone de bernardi

«Ogni programma televisivo ha il proprio virologo di fiducia. La gente viene rimbambita a colpi di informazioni contraddittorie. Con la conseguenza, negativa, di lasciare spazio alle tesi negazioniste.

 

Parla per esperienza personale?

«All' inizio un mio conoscente non prendeva sul serio l' esistenza del Covid. Ma un brutto giorno è stato contagiato, finendo nel reparto intensivo. L' ho rivisto qualche tempo fa al bar: dimagrito e con un' aria sofferta. Mi ha guardato e ha detto: Ora ho capito. Tutti possiamo sbagliare...».

carlo verdone alberto sordi troppo forte

 

Lei appartiene alla categoria a rischio degli «attori famosi», forse la più soggetta al capitombolo della depressione. Ha mai temuto di cadere vittima del male oscuro?

«È una patologia che non temo. La mia vita è troppo piena di passioni, interessi e affetti per correre un rischio di questo tipo».

alberto sordi carlo verdone troppo forte

Molti suoi colleghi ne hanno invece sofferto.

«Avevano commesso l' errore di mettere il lavoro al primo posto. E quando la carriera è giunta al tramonto, si sono ritrovati soli. Finiti in un tunnel buio. La salvezza è invece la famiglia, gli affetti più cari che non tradiscono mai e ti restano accanto fino all' ultimo dei giorni. Io questi affetti ho la fortuna di averli. E mi li tengo stretti».

 

I ricordi sono una buona compagnia?

carlo verdone christian de sica borotalco

«Quando i ricordi si intrecciano con i buoni esempi, diventano più di una buona compagnia: si integrano con l' anima».

 

La sua anima è ricca di «ricordi» e «buoni esempi»?

«Sono quelli che mi hanno lasciato in dote i miei genitori. E i miei nonni. Conservo ancora una lettera scritta dal fronte di guerra da mio nonno paterno. È indirizzata a mia nonna e dice: Ho un lapis in mano ma le dita mi tremano dal freddo: ti prego di far studiare Mario, costi quel che costi. Mario è mio padre e quando leggo quel foglio ingiallito trattengo a stento le lacrime».

 

Mario Verdone ha poi studiato davvero, diventando uno tra i più apprezzati critici e docenti di cinematografia.

«Pur provenendo da una famiglia poverissima il suo livello intellettuale era altissimo, tanto che Norberto Bobbio lo scelse come primo assistente. Grazie a papà ho conosciuto persone di massimo livello culturale. I suoi insegnamenti mi hanno introdotto alle meraviglie della pittura, del teatro, della letteratura, del cinema».

carlo verdone borotalco

 

Ma è vero che suo padre la bocciò a un esame universitario?

«La sera prima dell' esame gli dissi che non ero preparato solo su due autori. Il giorno dopo mi fece le domande proprio su quelli. Mio padre era così. Non poteva accettare che suo figlio fosse favorito in qualche modo. Se oggi nutro per lui una sconfinata ammirazione è anche per questo suo modo di essere onesto e integerrimo».

Un atteggiamento assai poco «italiano».

«Nella patria delle raccomandazioni e dei nepotismi, papà ha incarnato la parte migliore del nostro Paese».

 

CARLO VERDONE 2

Anche per questo l' Italia le suscita malinconia?

«Ma è possibile che ogni giorno ci sia qualcuno che ruba, violenta, uccide? Che le virtuose potenzialità del web vengano da alcuni utilizzate per veicolare orrori di ogni genere?Tutto ciò mi crea tristezza. E mi spinge a trovare rifugio guardano cielo e nuvole, i miei soggetti fotografici preferiti».

 

Come mai ha deciso di immortalare il cielo?

«Perché il mondo è bello. Ma solo se si guarda in alto».

 

Sarà un Natale triste. Orfano di tavolate, baci e abbracci. Lei cercherà conforto nelle sue foto?

«Quegli scatti per me sono preghiere senza parole».

bianco, rosso e verdone 5bianco, rosso e verdone 3CARLO VERDONE 1bianco, rosso e verdone 1verdone sordiVERDONEVERDONE 1marina suma carlo verdone cuori nella tormentacarlo verdone dopo l operazione alle anchecarlo verdone dopo l operazione alle anchealberto sordi carlo verdone in viaggio con papa'verdone nuvoleverdone giovanni caudo e carlo verdone foto di baccocarlo verdone legge La peste nuova di Fulvio Abbatecarlo verdone troppo fortecarlo verdone troppo forte 1carlo verdone troppo forte 2verdone pozzetto 7 chili in 7 giornicarlo verdone fabrizio bracconeri acqua e saponeverdone papaleo tortora fogliettaverdone furioverdone furiocarlo verdone asia argentosordi verdone 7al lupo al lupo di verdone al piperarbore verdone striminzitic showbud spencer carlo verdoneverdone un sacco belloverdone pozzetto 7 chili in 7 giornimorricone verdoneverdone scarpa palo della morteverdone pozzetto 7 chili in 7 giornicarlo verdone mostra la targa ricevuta dal municipio 3 foto di bacco (5)verdone mostra museo madreverdone mostra museo madreverdone mostra museo madrecarlo verdone in viaggio con papa' Carlo VerdoneLUCHERINI CON CECCHI GORI DARIO ARGENTO VERDONEMario Verdone con Federico FelliniVERDONE FILMverdonebianco, rosso e verdonebianco, rosso e verdone 4carlo verdone troppo fortebianco, rosso e verdone carlo verdone borotalco

Ultimi Dagoreport

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...