chiara ferragni versione madonna

CATTOLICI PERSEGUITATI: IN CINA GESÙ DIVENTA UN ASSASSINO, IN ITALIA LA MADONNA DIVENTA CHIARA FERRAGNI - SE NEI LIBRI SCOLASTICI CINESI IL FIGLIO DI DIO SI METTE LAPIDARE L'ADULTERA, SU ''VANITY'' L'INFLUENCER VIENE DIPINTA COME MARIA SOTTO AL VELO AZZURRO ATTRIBUITA DA FEDERICO ZERI AL SASSOFERRATO (GIOVAN BATTISTA SALVI)

 

 

 

1. PER I LIBRI DI TESTO CINESI GESÙ ERA UN ASSASSINO

Giovanni Sallusti per ''Libero Quotidiano''

 

cattolici in cina

Un ribaltamento più totale del messaggio cristiano non era pensabile. Gesù che lapida l' adultera. Sì, avete letto bene. Non è l' ennesima provocazione di qualche pseudoartista sciroccato della rive gauche. No, è qualcosa di molto più serio e allarmante per la contemporaneità: è la riscrittura del Vangelo secondo il Partito Comunista Cinese.

 

La notizia l' ha data UcaNews, la principale agenzia cattolica d' informazione sull' Asia. La bufala evangelica è contenuta in un libro di testo destinato alle scuole secondarie, pubblicato dall' editrice governativa (cioè dal Politburo) dell' Università di scienza elettronica e tecnologia, che ha l' obiettivo di insegnare negli istituti del Dragone «la legge e l' etica professionale», cioè di lavare i cervelli degli studenti col colore unico del postmaoismo. Il sussidiario prevede un' unica, lievissima modifica rispetto alla versione originale contenuta in Giovanni, 8,1-11. Quando la folla sembra rinunciare all' idea di punire la donna, Cristo improvvisamente esclama: «Anch' io sono un peccatore. Ma se la legge potesse essere eseguita solo da uomini senza macchia, la legge sarebbe morta». E si accanisce sulla donna, fino a ucciderla.

 

Capite che in questo Gesù repressore, lapidatore, omicida, non rimane nulla del Gesù come lo conosciamo da un paio di millenni in Occidente (e non solo). Del resto, Wang Yang, membro del Comitato Permanente del Pcc, la cricca criminale che regge il Paese insieme a Xi Jinping, già nominato da quest' ultimo "responsabile per la supervisione sulle fedi riconosciute", una sorta di correttore ideologico delle credenze religiose, pochi mesi fa aveva sentenziato: "Bisogna creare una teologia con caratteristiche cinesi".

cattolici in cina

 

Bene, nella teologia cinese Gesù ammazza l' adultera. Lo fa in nome della superiorità della "legge", del culto positivo e immanente dello Stato, contro i sussulti della coscienza individuale, lo fa in nome di Cesare, per usare il dettato neotestamentario, ovvero di Mao, di Deng Xiaoping, di Jiang Zemin, di Hu Jingao, oggi di Xi e di tutti coloro che si susseguiranno alla guida del Partito. È il capovolgimento integrale della rivoluzione filosofica cristiana, e l' annuncio della rivoluzione politica comunista: date a Cesare quel che è di Cesare, e anche quel che è di Dio.

 

Di modo che il Messia diventa l' allevatore del paradiso (socialista) in terra, qualcuno che ha anticipato le magnificenze della Cina totalitaria, la Buona Novella come il Libretto Rosso.

Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa Bergoglio, di questa torsione assassina impressa al racconto evangelico da un regime con cui la Santa Sede si appresta a confermare un accordo che non solo non garantisce la libertà dei fedeli e le pratiche liturgiche, ma nemmeno la lettera del testo sacro.

cattolici in cina

 

"Il Vaticano metterebbe a rischio la sua autorità morale, se rinnovasse l' accordo", ha detto qualche giorno fa il Segretario di Stato americano Mike Pompeo. I giornaloni nostrani lo hanno trattato come un eversore. Sono gli stessi che fanno ogni giorno le fusa alla massima autorità teologica odierna: il Partito Comunista Cinese.

 

 

2. OFFENDERE I CRISTIANI È SEMPRE CONCESSO METTONO LA FERRAGNI NEI PANNI DI MARIA

Francesco Borgonovo per “la Verità

 

Un tempo a segnare l' orizzonte della cultura «di sinistra», era l' Unità o tutt' al più un rotocalco come Rinascita. Oggi, invece, più ancora di Repubblica, il portabandiera ideologico dei liberal è Vanity Fair. Una rivista «patinata», laddove la patina consiste nei presunti valori progressisti con cui si avvolgono le brame del capitalismo senza limiti.

 

chiara ferragni versione madonna

Tra una pubblicità di un marchio di moda e l' altra, Vanity Fair è un concentrato delle ossessioni contemporanee: lotte Lgbt, fissazione per le minoranze, antirazzismo totalitario, e ovviamente antifascismo in assenza di fascismo.

 

In qualche modo, dunque, è perfettamente coerente la santificazione di Chiara Ferragni che appare sul nuovo numero della rivista. Si tratta di un' edizione speciale curata da Francesco Vezzoli, artista molto celebrato anche fuori dai confini italici, e ovviamente lisciato da tutti i Vip. Con grande originalità, Vezzoli e il direttore di Vanity Fair, Simone Marchetti, hanno scelto di dedicare l' intero fascicolo alle donne, mostrando quelli che dovrebbero essere i modelli femminili del nostro tempo, gli «esempi di una cultura progressista che cerca il dialogo e che si oppone allo schema patriarcale per estirpare gli stereotipi di genere».

chiara ferragni

 

L' assurdità di tutta l' operazione si evince già dalla copertina, su cui compare «la modella Roberta De Titta Graziano». La quale, si dà il caso, è una transgender, un maschio diventato femmina.

Davvero curioso: in un numero dedicato alle donne c' è in copertina un trans, quasi un furto con scasso ai danni del femminile.

 

Il direttore Marchetti giustifica la scelta spiegando che «c' è un salto culturale storico da fare per tutti. Siamo chiamati ad abbandonare finalmente una cultura patriarcale che ci imprigiona in una logica perversa, prevaricatrice, violenta e soprattutto non inclusiva». Come volevasi dimostrare: polverosa ideologia di sinistra utile ad assecondare le tendenze imposte dal pensiero semi totalitario che impera nella moda e altrove.

 

Tratteggiato il quadro d' insieme, veniamo al punto. Vezzoli ha modificato per l' occasione alcune opere d' arte del passato, sostituendo i volti dei soggetti femminili originali con quelli di donne celebri di oggi. Ad esempio ha preso la Giovanna D' Arco di John Everett Millais e l' ha trasformata in Luciana Lamorgese. Operazione piuttosto blasfema, se non altro perché la Pulzella d' Orleans combatté (e diede la vita) per la sua patria e il popolo francese sottomesso dagli inglesi, mentre la Lamorgese sembra fare di tutto per garantire che l' Italia sia invasa.

simone marchetti

 

L'«opera» più irritante, tuttavia, è appunto quella che ritrae Chiara Ferragni, presentata nei panni di Maria sotto al velo azzurro della Madonna con bambino attribuita da Federico Zeri al Sassoferrato (Giovan Battista Salvi). Il titolo dell' intervista all' influencer è: «Madre, figlio e spirito social». Ora, la pagliacciata non è particolarmente originale (la dissacrazione è continua almeno dai lontani tempi dei jeans Jesus) e nemmeno sorprende. Dopo che Michele Serra, su Repubblica, ha incoronato la Ferragni martire dell' antifascismo, era ovvio che Vanity Fair non potesse esimersi dal fornire il suo contributo. A intristire, tuttavia, è il senso di stanca abitudine con cui ormai si accoglie questo genere di operazioni.

 

Siamo talmente assuefatti alla banalizzazione e allo svilimento che la sensazione di offesa risulta come ovattata. Eppure il ritratto di Vezzoli offensivo lo è eccome. Non solo per i cristiani, ma per l' intera cultura europea.

vanity fair diretto da francesco vezzoli

 

Vanity Fair dice di voler abbattere il «patriarcato violento». E come la fa? Prendendo il femminile perfetto - cioè la Madonna - e riducendolo a Chiara Ferragni. Cioè una che - per esprimersi sull' omicidio di Willy - non è nemmeno riuscita a elaborare un pensiero tutta da sola. No, ha dovuto ripubblicare un pensiero altrui, quello del profilo Spaghettipolitics.

 

In quel «pensiero» condiviso dalla Ferragni si metteva in risalto la presunta matrice «nera» della violenza di Colleferro, con queste esatte parole: «No, Amo, il problema lo risolvi cambiando e cancellando la cultura fascista».

 

Ecco, in quel «No, Amo», c' è il declino dell' Occidente. Non - come hanno creduto Serra e altri - l' affermazione dei «valori di sinistra» all' interno del mainstream, ma la fine dello stesso pensiero progressista. Che viene rimasticato e pervertito dalla superficialità social. È la stessa perversione a cui viene sottoposta la Madonna con bambino. Un' altra Chiara, santa Chiara, definiva Maria colei che può renderci «eredi e regine del Regno dei cieli». E guardate come la trattano, senza alcun rispetto, come una che mette in vendita la vita online.

 

«Si aspetti un pugno chi offende mia madre. La libertà di parola ha dei limiti», disse Francesco nel 2015, poco dopo il massacro di Charlie Hebdo.

Vezzoli

 

 Il Papa arrivò a pronunciare una frase che appariva quasi una giustificazione dei terroristi islamici, per di più di fronte a una carneficina tremenda. Ma nessuno si scandalizza, oggi, per l' offesa alla Madre Celeste (forse perché non ci sono minoranze aggressive da giustificare, chissà). Per altro, a insultare sono proprio i difensori a oltranza di tutte le minoranze piagnone: sostengono leggi bavaglio pur di non offendere gli Lgbt, ma non si fanno scrupoli a colpire i cristiani.

In fondo, tutto si tiene: nella fiera delle vanità che sovverte ogni cosa, i trans sono femmine, la Ferragni è Maria, e i diritti delle donne sono la loro rovina.

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...