pulci109

CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI - DALLA LETTERA DI DIMISSIONI DI SANGIULIANO: "MA RITENGO NECESSARIO DI RASSEGNARE LE DIMISSIONI [...] SONO BEN AVVIANTI GRANDI PROGETTI". COMPLIMENTI PER LA CULTURA -DIDASCALIA DAL "SOLE 24 ORE": "ORSO E TORO. LE STATUE CHE SIMBOLEGGIANO 'ACQUISTI' O 'VENDITE'". IN REALTÀ RAPPRESENTANO LE FASI DI RIALZO E DI RIBASSO DEI MERCATI. DOVREBBERO SAPERLO...

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto

da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti”

e pubblicato da “Italia Oggi” (http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)

 

Lettera di dimissioni del ministro Sangiuliano

Dalla lettera di dimissioni di Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, già direttore del Tg2 e del quotidiano Roma di Napoli, nonché vicedirettore del Tg1 e di Libero: «Ma ritengo necessario per le Istituzioni e per me stesso di rassegnare le dimissioni». Complimenti per la cultura e per il mestiere, peraltro confermati quattro periodi più avanti: «Sono ben avvianti grandi progetti».

 

•••

 

L’egemonia culturale dell’ortografia e della grammatica è oggi campo di battaglia tra giornalismo di destra e di sinistra. Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, fa egregiamente la sua parte, lottando contro la prepotenza delle virgole e rottamando i vecchi insegnamenti imposti da maestrine dalla penna rossa. Il 2 settembre, nell’editoriale di prima pagina, si cimenta in un esperimento notevole, un periodo di 478 caratteri tra proposizioni principali, consecutive e parentetiche.

 

Eccolo: «Se a questo aggiungiamo che il governatore della Liguria Giovanni Toti, come da noi riportato ieri, è stato addirittura filmato e registrato per ventotto mesi consecutivi (senza peraltro scoprire alcunché di illecito, tanto è vero che l’accusa si basa non su fatti ma su un teorema), beh possiamo dire con ragionevole certezza che siamo una democrazia malata, infettata da un sistema giudiziario-mediatico che si muove nell’illegalità per sovvertire lo stato naturale delle cose». Il lodevole incastro viene alleggerito dall’espressione beh, con l’acca, secondo la corretta ortografia.

 

Bergamo News, cittadinanza onoraria a Mussolini

Passano quattro giorni ed ecco il ribaltamento stilistico e ortografico. Frasi brevi, e soprattutto un intercalare nudo, senza acca: «Perché una donna innamorata dovrebbe fare ciò? , si potrebbe dedurre che forse non era così innamorata». Sovvertendo ortodosse abitudini, la variante fu introdotta da Oriana Fallaci il 29 settembre 2001 nel suo celebre articolo sul Corriere della Sera intitolato «La rabbia e l’orgoglio» e mantenuta poi nel libro omonimo. Sebbene fosse nata a Firenze, la grande giornalista cadde però in errore, perché la voce onomatopeica , con l’accento, «riproduce il belato delle pecore, degli agnelli, delle capre e simili» oppure «esprime derisione verso chi si dimostra pauroso» (Lo Zingarelli 2025), quindi avrebbe dovuto scrivere be’, con l’apostrofo non con l’accento, forma familiare di beh.

 

Idem il direttore del Giornale. Un altro brano di prosa sallustiana, sempre del 2 settembre, è utile per intuire lo sforzo di ribaltamento grammaticale dell’egemonismo gramsciano: «Sappiamo, come diceva Norberto Bobbio maestro della filosofia politica, che il potere è in sé opaco. Ma almeno chi nell’opacità ci sguazza – magistrati e giornalisti in primis – la smettano una buona volta di ergersi a maestri di virtù, la misura è davvero colma».

 

ARMATA BRANCA-MELONI - POSTER BY MACONDO

Il soggetto è «chi» che regge correttamente il verbo alla terza persona singolare «ci sguazza». Ma subito dopo la coniugazione al singolare diventa plurale, essendo messa in capo a «magistrati e giornalisti». I quali – pur essendo tenuti a fermarsi fra i trattini – come al solito invadono il campo degli altri, sembra ammonire Sallusti. Futurismo grammaticale, e al diavolo le concordanze.

 

•••

 

Tartassando Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura fresco di dimissioni, Filippo Ceccarelli sulla Repubblica osserva: «Ora sarebbe un peccato inchiodare il personaggio alla filastrocca di spropositi e gaffe che dagli e dagli ne hanno fatto quasi un soggetto d’intrattenimento». Dagli e dagli a chi? Dagli all’untore? Lo Zingarelli 2025 registra, alla voce dai, un’unica interiezione colloquiale, dai e dai, con il significato «a forza di insistere». Ma priva del pronome gli («a lui»). Invece il vocabolario Treccani riporta la locuzione figurata «dàgli oggi, dàgli domani», ma non «dagli e dagli».

maurizio crippa

 

•••

 

Nella rubrica Contro Mastro Ciliegia, sulla prima pagina del Foglio, 36 righe in tutto, Maurizio Crippa parla di Monfalcone, «dove ci sono i cantieri navali e su 20 mila lavoratori stranieri mila sono del Bangladesh». Sì, ma quanti mila?

 

•••

 

«Da comunque le si guardi, cioè da destra o da sinistra, queste dimissioni sono una brutta storia», osserva Maurizio Belpietro, direttore della Verità, nel suo editoriale in prima pagina. «Da comunque»? Come avverbio, comunque significa «in ogni modo, in ogni caso»; come congiunzione, significa «in qualunque modo, in qualsiasi modo» o, con valore avversativo, «tuttavia». Non si vede come queste definizioni possano adattarsi alla preposizione da, dando origine a una locuzione priva di senso. Diverso sarebbe stato il caso se Belpietro avesse usato l’espressione «da dovunque», che significa «da qualunque luogo dove» e che, come tale, figura nel Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia.

 

•••

 

MAURIZIO BELPIETRO

Dal Corriere della Sera: «“Sono disponibile a slacciare i pantaloni per dimostrare di essere un uomo senza problemi”: a parlare è l’eurodeputato Roberto Vannacci». Vorrà dimostrare di essere un uomo con i genitali conformi agli standard mascolini o sarà pronto a slacciarsi senza problemi i pantaloni? Nel mondo al contrario non si può mai sapere.

 

•••

 

Bergamo News si occupa del post di una commerciante di Città Alta per il compleanno del Duce, oggetto della rubrica di Paolo Berizzi, giornalista della Repubblica nato nella città orobica: «La puntata di Pietre in salsa bergamasca si conclude ricordando che il Consiglio Comunale, nel 2019, ha revocato la cittadinanza onoraria concessa a Mussolini nel 2014». Interessante. Non sapevamo che Giorgio Gori (Pd), eletto sindaco di Bergamo in quell’anno, avesse conferito una simile onorificenza. (Infatti il Duce fu proclamato cittadino onorario nel 1924).

 

•••

roberto vannacci

 

Didascalia dal Sole 24 Ore: «Orso e toro. Davanti alla Borsa di Francoforte le statue che simboleggiano “acquisti” o “vendite” sui listini». Un po’ imprecisa come dicitura: bull market e bear market (orso e toro) rappresentano le allegorie delle fasi di rialzo e di ribasso dei mercati. Nel giornale politico economico finanziario della Confindustria dovrebbero saperlo.

ma e cosi naturale fare figure di cacca - vignetta di mannelli IL CASO BOCCIA - SANGIULIANO - MEME BY IL GRANDE FLAGELLOmaurizio belpietro MARIA ROSARIA BOCCIA, GIORGIA MELONI E GENNARO SANGIULIANO - VIGNETTA BY MACONDO

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL COLLE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI, E A FRANCESCO GAROFANI C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA) - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? FORSE NON ESISTE. D'ALTRONDE SE CI FOSSE, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA?

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…