Marco Giusti per Dagospia
il film concerto Taylor Swift - The Eras Tour trailer
“Se volete comprendere il fenomeno Taylor Swift andate a vedere il film dell’Eras Tour”, leggo sui giornali americani. E leggo di scene incredibili legati alla Taylorswiftmania di questi giorni, con le fan e i fan che cantano a squarciagola fin dall’inizio del film. Dice Bob Sheffield di “Rolling Stone” che “non somiglia a niente di quello che abbiamo già visto al cinema”, se il concerto era stato al centro di una vera e propria ossessione mediatica, vedere il film “circondato da Swifties assetati di sangue è u un’esperienza unica”.
Grazie a un esordio, venerdì 13 in America con l’incasso bomba di 39 milioni di dollari, una cifra seconda solo al “Joker” tra i maggiori successi al box office di ottobre di ogni tempo, fa titolare a “Variety” che questo film-concerto di tre ore è ciò che “salva la stagione autunnale del cinema”, destinata al disastro tra scioperi degli attori, sceneggiatori, film rimandati e problemi vari. Ecco, ci voleva un film concerto, senza sceneggiatori e senza attori per salvare Hollywood.
In Italia, al suo secondo giorno, col biglietto a 20-22 euro (ve lo ripeto?) “Taylor Swift The Eras Tour” diretto da Sam Wrench è primo con 255 mila euro, 13 mila spettatori e un totale, in due giorni, di 575 mila euro. “L’esorcista Il credente” di David Gordon Green, che pure ha quasi il doppio di spettatori, 29 mila, incassa di meno, solo 243 mila euro, per un totale di 2 milioni 27 mila euro. Sono i fan di Taylor Swift, insomma, quelli che pagano 20 euro per il film concerto, a fare la differenza. Ma non li pagheresti 20 euro per un altro film. Immagino.
Terzo posto, a sorpresa, per il film coi bambini alla ricerca del piccolo amico ebreo portato via dai nazisti, “L’ultima volta che siamo stati bambini” di Claudio Bisio, 177 mila euro, 25 mila spettatori per un totale in due giorni di 265 mila euro. Quarto posto per “Assassinio a Venezia” di e con Kenneth Branagh in versione baffuta, 171 mila euro, 21.815 spettatori, un totale di 7 milioni 642 mila euro. Solo quinto, aveva ragione Ciro Ippolito a dirmi che più di tanto il pubblico non avrebbe gradito, “Dogman”, potente queer thriller di Luc Besson con l’astro emergente Caleb Landry Jones, con 158 mila euro e 21.845 spettatori per un totale in due giorni di 289 mila euro.
Seguono “Talk To Me”, l’horror australiano della A24, 116 mila euro, 13.241 spettatori, gli stessi del film di Taylor Swift, e un totale di 1milione 755 mila euro, “Paw Patrol Il Super Film” con 91 mila euro, 13.191 spettatori e un totale di 1,4 milioni. “Volevo un figlio maschio”, commedia di Neri Parenti con Enrico Brignano con la barba a collare si ferma all’ottavo posto con 87 mila euro, 12 mila spettatori e un totale di 617 mila euro, mentre “Io capitano” di Matteo Garrone è nono con 72 mila euro, 10 mila spettatori e un totale di 3 milioni 281 mila euro.
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