coronavirus cinema

CIAK, SI RIGIRA! – I SET CINEMATOGRAFICI SONO PRONTI A RIPARTIRE TRA TAMPONI, MASCHERINE E TEST SIEROLOGICI. IL NODO È TUTTO SULLE ASSICURAZIONI – TRA I PRIMI A TORNARE DAVANTI ALLA MACCHINA DA PRESA DOVREBBERO ESSERCI GLI ATTORI DELLA COMPAGNIA DEL CIGNO E QUELLI DI ‘QUI RIDO IO’, IL FILM DI MARTONE - GLI ALTRI PAESI COME FANNO? LA FRANCIA HA CREATO UN FONDO DI GARANZIA PER TUTELARE EVENTUALI STOP A UNA PRODUZIONE…

 

 

 

 

Fulvia Caprara per “la Stampa”

 

 

cinema 7

La parola d'ordine è ricominciare. Più presto possibile, perché, se il colpo d'inizio dovesse essere rimandato, l'Italia potrebbe perdere posizioni rispetto ad altri Paesi, pronti ad accogliere nuove troupe al lavoro nell'era difficile del post-Covid. Il protocollo sanitario che definisce le regole per la ripresa in sicurezza delle lavorazioni sui set è stato messo a punto e siglato dalle varie organizzazioni del mondo dell'audiovisivo. Eppure, mentre si moltiplicano gli annunci di film e serie pronti per la ripartenza, il nodo assicurativo resta lì, ancora tutto da sciogliere, aperto alle più varie soluzioni, ma anche pieno di intoppi e complessità: «È stato fatto un lavoro raro e colossale - dichiara il presidente dell'Anica Francesco Rutelli - per arrivare a un testo di regole condivise da attori, produttori, autori. Abbiamo stabilito accordi con strutture mediche autorizzate che diano la certezza di controlli continui, tamponi, esami sierologici.

francesco rutelli foto di bacco (2)

 

 Quello delle assicurazioni è un aspetto particolare, le produzioni le hanno sempre avute, per ogni tipo di evenienza, ma, in questa particolare situazione, non sono state ancora date garanzie contro il rischio Covid. Stiamo seguendo tre o quattro strade, ho fatto presente che quello delle assicurazioni è l'anello mancante nella catena di impegni che servono per ricominciare».

 

coronavirus tampone germania

Gli altri Paesi del mondo hanno lo stesso problema: «Ognuno lo affronta in modo diverso - fa sapere Rutelli - in Francia, per esempio, è stato creato, con l'aiuto del governo, un fondo di garanzia, cioè sono state accantonate delle risorse, pari a 50 milioni di euro, in caso dovesse verificarsi il rischio altamente improbabile di dover fermare completamente una produzione. In Gran Bretagna stanno studiando un meccanismo diverso, dall'Australia all'Islanda, ognuno avanza in maniere differenti. Ci troviamo tutti di fronte a una condizione inedita, ma, nell'arco dei prossimi tre o quattro giorni, bisogna trovare una soluzione».

Francesco Rutelli Francesca Cima e Andrea Occhipinti

 

Un'industria che, come sottolinea Francesca Cima, presidente dei produttori Anica, riguarda «200 mila occupati tra lavoro diretto e indotto» non può assolutamente restare al palo: «La ripartenza dei set ha un forte traino economico, comporta anche ricadute turistiche e l'Italia non può perdere terreno. Gli altri Paesi si stanno muovendo, la Grecia ha appena annunciato l'aumento del tax-credit per tutte le produzioni che verranno realizzate nei suoi confini, in questa fase il primo che comincia fa bingo».

 

cinema 6

Le polizze, contro qualunque tipo di avversità, fanno parte della tradizione del cinema: «Prima di iniziare un film o una serie ci si assicura sempre per tutto, per esempio, se si gira in un Museo, bisogna stipulare assicurazioni per ogni pezzo esposto. Il danno eventuale è sempre stato previsto, ma, in questo caso, è subentrato un elemento imponderabile, si fa fatica a trovare un prodotto assicurativo adatto. Ma, se non si individua questa tipologia, non si può ricominciare». Il ministro Franceschini, aggiunge Cima, «è al nostro fianco, forse ci vuole uno sforzo d'immaginazione, in Francia anche i broadcaster sono scesi in campo».

mario martone

 

coronavirus

Tra i primi a tornare davanti alla macchina da presa dovrebbero esserci gli attori della Compagnia del cigno e quelli di Qui rido io, il film di Mario Martone ispirato alla figura di Eduardo Scarpetta: «Siamo ottimisti - dice Cima -, sarebbe sciocco, dopo aver stilato un protocollo condiviso, non raggiungere il risultato, facendosi superare dagli altri». Mentre l'ad di Rai Cinema Paolo Del Brocco conferma l'esistenza di «varie ipotesi allo studio», Agostino Saccà, produttore di lungo corso che, tra gli ultimi titoli di rilievo, può citare Favolacce (prodotto insieme al figlio Giuseppe Saccà) e Hammamet ritiene che ripartire ora sarebbe una mossa ad alto rischio: «Siamo soli, mentre in Francia è già stato fatto un intervento serissimo, con Macron in prima linea. Si è pensato a una cordata in cui lo Stato è il primo garante. Se anche da noi non arriverà un intervento serio, perderemo inevitabilmente i mercati che avevamo conquistato.

 

paolo del brocco foto di bacconetflix 2

Sappiamo che Netflix interviene per coprire i rischi al 70%, così come fa la tv pubblica tedesca, ma la Rai non può farlo, ha il canone più basso d'Europa. A Roma e nel Lazio ci sono 140 mila persone occupate nell'industria audiovisiva. Non ci si può disinteressare di una realtà come questa». Secondo Andrea Occhipinti di Lucky Red, oltre al «fondamentale protocollo di sicurezza per far lavorare tutti in tranquillità», è indispensabile «un fondo che, insieme alle assicurazioni, garantisca una copertura speciale» per produzioni ai tempi del Covid. Intanto, dall'America, Tom Cruise ripete che, per nessun motivo al mondo, rinuncerebbe ad ambientare a Venezia il settimo episodio di Mission Impossible, di cui è produttore oltre che interprete. Il pericolo resta il suo mestiere, anche nell'era complicata della post-pandemia

cinema 2cinema 3

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...