leonora, addio leonora addio

IL CINEMA DEI GIUSTI - “LEONORA, ADDIO”, CON GRANDE TITOLO MEDIATO DA “IL TROVATORE” DI GIUSEPPE VERDI, ULTIMO FILM DI PAOLO TAVIANI, NON È SOLO UN FILM SULLA MORTE DEL FRATELLO, CON TANTA DI DEDICA INIZIALE, E SULLA INELUTTABILITÀ DELLA MORTE. E’ UN PROFONDO E COMMOVENTE VIAGGIO NEL ’900 ITALIANO DELLA NOSTRA LETTERATURA E DEL NOSTRO CINEMA NEOREALISTA, CON RADICI PROFONDE NEL SECOLO PRECEDENTE - VIDEO

 

Marco Giusti per Dagospia

 

paolo taviani

La chiave sta nella prima scena. In una grande scena bianchissima e scarna, davanti a un Luigi Pirandello sul letto di morte, ricostruito dalla voce piena di storia di Roberto Herlitzka, si fanno avanti i tre figli, ad ogni passo sempre più grandi, fino ad apparir vecchi.

 

“Leonora, addio”, con grande titolo mediato da “Il Trovatore” di Giuseppe Verdi (quanto ci manca oggi Verdi, anzi quanto ci mancano i Bertolucci e i bene che citano Verdi…), ultimo film di Paolo Taviani, e primo che non firma col fratello Vittorio, scomparso nel 2018, unico film italiano in concorso a Berlino, non è solo un film sulla morte del fratello, con tanta di dedica iniziale, e sulla ineluttabilità della morte.

leonora, addio

 

E’ un profondo e commovente viaggio nel ’900 italiano della nostra letteratura e del nostro cinema neorealista (Rossellini, Vergano, Lizzani), con radici profonde nel secolo precedente (Verdi), non certo alla ricerca di una metafora che dia un senso alla nostra vita, ma magari solo di un chiodo, di un’urna con le ceneri di un poeta che la racchiuda per sempre e al tempo stesso apra un percorso di ricordi e di memorie che sono la nostra storia.

 

paolo e vittorio taviani

Complessa costruzione sulla elaborazione di un lutto profondo compiuta da un regista di ormai 91 anni che per tutta la vita ha diviso la scena col fratello maggiore in maniera così chiusa da diventare un solo artista,

 

I Taviani, “Leonora, addio” parte dal vero repertorio della consegna del Nobel nel 1936 a Luigi Pirandello, per mettere in scena la sua morte due anni dopo, e la folle avventura delle sue ceneri in viaggio per l’Italia. Ferme per dieci anni dietro un muro di mattoni a Roma, vengono liberate ormai a guerra e fascismo finiti, e si decide di trasportale, seguendo le ultime volontà dello scrittore, a Agrigento, dove era nato.

 

leonora, addio 2

Un viaggio faticoso, che vede Fabrizio Ferracane viaggiare con l’urna chiusa in una cassa prima in aereo, poi in treno nell’Italia ancora martoriata dalla guerra. Ma al film non finisce qui, con questo bellissimo e già conclusivo episodio in bianco e nero.

 

Da una parte delle ceneri gettate in mare, Paolo Taviani passa al colore per una specie di secondo episodio, ma quasi un extra, una storia in più del vecchio “Kaos”, che i Taviani girarono ormai più di trent’anni fa.

leonora, addio 3

 

Si tratta de “Il chiodo”, ultimo misterioso racconto pubblicato da Pirandello, ambientato tra la Sicilia e l’America, dove il piccolo Bastianeddu, sradicato dalla sua terra dal padre e portato al di là dell’oceano, compie un delitto assurdo con un chiodo caduto da un carretto.

 

Un chiodo caduto apposta, “on purpose” continua a ripetere. Un chiodo che lo unirà per sempre a chi ha ucciso. Alla morte. E’ evidente che Paolo Taviani cerchi così di chiudere, “dalla bara al chiodo” leggo su Indiewire, una storia che inizia dalle ceneri per arrivare alla memoria, ma che vive soprattutto per la messa in scena, la narrazione, il percorso.

leonora addio

 

Al punto che i repertori che sceglie sono soprattutto film, degli stessi Taviani o dei grandi maestri del Neorealismo, e anche l’incredibile sequenza del processo al Questore di Roma Caruso e della sua fucilazione, ripreso da “Giorni di gloria”, è firmato dai registi militanti Visconti-De Santis-Pagliero-Serandrei. Come se cinema e storia facessero ormai parti di un’unica realtà vissuta. Una realtà dove tutto accade inevitabilmente, on purpose. Il film uscirà domani in Italia, e, sempre domani, Paolo Taviani interverrà alla proiezione serale al Nuovo Sacher di Roma.

leonora, addio. leonora, addio. 3leonora, addio. leonora, addio

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)