paolo del debbio

LA CLASSE OPERAIA NON VA IN PARADISO MA VA DA PAOLO DEL DEBBIO - PARLA IL "WORKING CLASS HERO" DI RETE 4: “IL MIO PROGRAMMA PIACE AGLI OPERAI PERCHÉ LA SINISTRA LI HA DIMENTICATI. SIAMO I PIÙ SEGUITI DALL'EX CLASSE LAVORATRICE PERCHÉ FACCIAMO VEDERE LA REALTÀ COM' È, NON COME LA NARRANO POLITICI E OPINIONISTI. SONO STATO ACCUSATO DI POPULISMO, DI FAVORIRE L'ASCESA DEL GRILLISMO, DI LEGHISMO, DA QUALCHE IDIOTA ANCHE DI FASCISMO. NON NEGO CHE È MOTIVO DI GRANDE VANTO SCOPRIRE CHE…"

PAOLO DEL DEBBIO per la Verità

 

PAOLO DEL DEBBIO

Sono anni che si discute sul fatto che la politica, soprattutto di sinistra, non riesce a rappresentare più quello che era il suo elettorato di riferimento, la famosa «working class», cioè la classe lavoratrice con particolare riferimento agli operai. Questo problema non riguarda solo la sinistra ma riguarda un vizietto che hanno i politici, una volta eletti, di rinchiudersi nel Palazzo e perdere, progressivamente, il contatto con la realtà.

 

Ho notato varie volte che i famosi mercati rionali sono frequentati dai politici di tutti gli schieramenti all'approssimarsi delle elezioni, qualsiasi esse siano. Poi, una volta che sono stati eletti, in quei mercati - salvo alcune eccezioni - ci tornano nella campagna elettorale delle elezioni successive. Evidentemente pensano che questo fugace contatto col popolo, oltre a portargli voti, sia loro sufficiente per capire i loro problemi e cercare di formulare delle risposte ad essi. Non è così.

 

Mi trovo in questo articolo, su La Verità, a dover parlare di qualcosa di personale - che non è assolutamente mia abitudine - ma lo faccio perché ritengo che possa essere di qualche interesse per i lettori. Sono venuto a conoscenza di uno studio sui dati Auditel (che raccoglie e diffonde i dati degli ascolti televisivi) ad opera del centro media, quotato in Borsa a New York, Omnicom media group attraverso la lettura di un articolo del collega Klaus Davi comparso su Affaritaliani.it.

 

PAOLO DEL DEBBIO

In sostanza in questo articolo si dice che il sottoscritto sarebbe il conduttore televisivo più seguito da quella che i marxisti chiamavano appunto la «classe lavoratrice», operaie ed operai. Ora, che le trasmissioni che io ho condotto e tuttora conduco abbiano un pubblico molto popolare non è cosa che mi sorprende, né sorprende l'eccellente gruppo di lavoro che sta dietro a Dritto e Rovescio. Ma avere «sfondato» non solo negli strati popolari della popolazione, ma anche in quello specifico gruppo che è rappresentato dal mondo operaio, beh, questo mi fa fare qualche riflessione positiva. La formula dei miei programmi è sempre stata la stessa: non far parlare solo i politici e gli opinionisti dei problemi delle persone, della cosiddetta gente, ma far confrontare questi signori, nella loro discussione, con la gente stessa.

 

paolo del debbio

Perché la decisione di scegliere questa linea editoriale? Per una questione che direi essere di tipo fisico, proprio nel senso della fisica. Se tu lasci la discussione solo tra gli addetti ai lavori, la discussione stessa, per una sorta di naturale tendenza, tende a sollevarsi da terra, a staccarsi dalla realtà, a rispondere alle domande citando leggi, commi, regolamenti o provvedimenti di qualsiasi tipo che avrebbero dovuto risolvere dei problemi che riguardano i cittadini.

 

paolo del debbio

Se in questa discussione, che potremmo paragonare a una mongolfiera, tu metti delle pesanti zavorre, questa discussione fatica a diventare astratta perché quelle zavorre sono le persone che hanno i problemi quotidiani che la politica dovrebbe risolvere. In questo caso le risposte non vanno date al conduttore, agli opinionisti, o dai politici alla loro parte avversa, ma vanno date alla gente concreta, bisogna rispondere alla concretezza dei problemi e verificare non in astratto, ma all'interno della loro vita quotidiana, se tali leggi e regolamenti vari hanno veramente risolto i loro problemi, li hanno solo attenuati, non li hanno risolti o, in qualche caso, li hanno addirittura aggravati.

 

LIBRANDI E DEL DEBBIO

A causa di questa linea editoriale sono stato accusato di populismo, di favorire l'ascesa del grillismo, di leghismo, da qualche idiota anche di fascismo e, in un breve periodo, anche di renzismo. Neanche Silvan sarebbe riuscito nell'impresa di essere tutto e nulla come verrebbe fuori dalle accuse. La realtà, secondo il mio modesto parere, è diversa. Quando qualcuno si occupa di guardare le cose dal basso e non solo dall'alto, come fa anche questo giornale, e come non fanno certi giornaloni, risulta sostanzialmente indigesto a chi in quel momento è al potere e anche talora a chi in quel momento è all'opposizione. Semplicemente perché fa vedere la realtà quale è e non quale dovrebbe essere come tende a fare l'intellettuale impegnato, il politico convinto (di sé stesso), l'opinionista infallibile (sempre secondo sé stesso). E ce ne sono molti.

matteo salvini ospite di del debbio a dritto e rovescio

 

Non ho mai pensato, e non lo penso neppure ora, e credo che data la mia età a questo punto non lo penserò mai, di avere la verità in tasca, soprattutto riguardo agli argomenti che tratto nella mia trasmissione. Ma non nego che è motivo di grande vanto scoprire, attraverso una ricerca, che la trasmissione è seguita da coloro che sono stati l'anima per qualche decennio della classe operaia. A me non interessa chi oggi rappresenti la classe operaia. A me interessa se noi di Dritto e Rovescio, e prima in altre trasmissioni, siamo riusciti, anche solo parzialmente, ad essere riconosciuti come coloro che riescono a dare voce agli affanni e ai bisogni di questo tipo di persone.

paolo del debbio dritto e rovescio 5DRITTO E ROVESCIO

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…