IL CONTENUTO È NULLA SENZA IL CONTROLLO – LA GUERRA DELLO STREAMING È GIÀ COSTATA SOLO PER QUEST’ANNO 50 MILIARDI: UNA SPESA SUPER DROGATA CHE NON È ASSOLUTAMENTE SOSTENIBILE A LUNGO. NEI PROSSIMI CINQUE ANNI EMERGERANNO I VINCITORI. E SOPRATTUTTO, I CONSUMATORI DOVRANNO SCEGLIERE. PERCHÉ QUANDO SCADONO LE OFFERTE DI LANCIO, MANTENERE CINQUE-SEI ABBONAMENTI È IMPENSABILE…

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Maria Teresa Cometto per “l’Economia - Corriere della sera”

 

Per la guerra dello streaming i cinque maggiori sfidanti hanno messo in campo un armamentario da 50 miliardi di dollari solo per quest' anno. È una spesa record. Non sostenibile a lungo, secondo il parere della maggioranza degli analisti. Nei prossimi tre-cinque anni emergeranno i vincitori e i perdenti, ma il loro destino dipende anche da altre variabili.

 

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Per Netflix, pioniere e leader del settore, lo streaming è il core business e dalla sua crescita dipende la sua sopravvivenza. Per i giganti high-tech Amazon e Apple lo streaming fa parte di una strategia di diversificazione più ampia. Mentre per il big del divertimento Disney e la telecom At&t è una scommessa sulla propria capacità di adattarsi ai nuovi gusti dei consumatori.

TIM COOK PRESENTA APPLE TV+ TIM COOK PRESENTA APPLE TV+

 

SHONDA RHIMES SHONDA RHIMES

Gli immediati beneficiari di questa pazzesca corsa ad arruolare talenti e conquistare ore di attenzione del pubblico sono sia i creativi - registi e autori come Shonda Rhimes - ingaggiati a suon di milioni di dollari per produrre contenuti; sia gli spettatori, che ora hanno a disposizione una gamma di offerte inaudita. Basti pensare che nel 2019 vanno in onda quasi 500 serie di show televisivi prodotti in America, in streaming e sui canali tradizionali, più del doppio di dieci anni fa.

 

NETFLIX AUMENTA IL PREZZO DEGLI ABBONAMENTI NETFLIX AUMENTA IL PREZZO DEGLI ABBONAMENTI

Lo scorso primo novembre Apple ha lanciato nove nuove serie di telefilm per la sua TV+, che ha un pubblico potenziale di 900 milioni di proprietari dei suoi apparecchi. Per due stagioni di «The morning show», il titolo di punta con protagoniste Jennifer Aniston e Reese Witherspoon, ha pagato 250 milioni di dollari ovvero 12 milioni per ogni ora prodotta: più degli otto-dieci milioni costati a Hbo per la seguitissima serie «Game of Thrones» e sei volte tanto il costo di 2 milioni per episodio della serie di Nbc «Friends» - in onda dal 1994 al 2004 - dove la stessa Aniston recitava.

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Apple si è impegnata finora per circa 6 miliardi di dollari nella creazione di contenuti, garantendosi la collaborazione di icone di Hollywood come Steven Spielberg e la regina dei talk show Oprah Winfrey, e continua ad andare a caccia di pezzi grossi: secondo indiscrezioni sta trattando con l' ex presidente e ceo di Hbo, Richard Pepler, per fargli produrre altri contenuti originali. La logica del ceo Tim Cook è usare lo show business per rafforzare le entrate da servizi, mentre le vendite dell' iPhone calano: -14% nell' anno fiscale finito a settembre, -2% l' intero fatturato.

 

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Circa 6 miliardi di dollari è anche l' impegno di Amazon per i contenuti originali di Prime video, che è gratuito per i 100 milioni di sottoscrittori del suo servizio di consegne a domicilio. E anche per il fondatore e ceo Jeff Bezos l' obbiettivo è fidelizzare ancora di più chi è già abbonato a Prime e conquistare altri clienti per il suo iper-mercato online.

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La scommessa della casa di Topolino è molto più costosa: 11 miliardi di dollari quest' anno.

 

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«È una delle nostre iniziative più importanti di sempre», così il ceo Robert Iger ha definito Disney+, lanciata in America lo scorso 12 novembre con nuovi show come «The Mandalorian» e l' enorme videoteca di film e telefilm che comprende i titoli di Pixar, Marvel e Star Wars. L' accoglienza dei fan è stata tale che nel primo giorno molti hanno avuto problemi a connettersi per l' eccesso di domanda sulla neonata piattaforma.

La spesa per Disney+ è tale che, secondo le stime, il servizio sarà in perdita fino al 2024. Ma Iger è convinto sia una strada obbligata perché il futuro dell' entertainment è lo streaming. Inoltre è il modo per entrare in contatto più diretto con i clienti di tutti i prodotti Disney, conoscerne meglio i gusti e promuovere in modo più efficiente la vendita dei molti pezzi dell' impero di Topolino: dai parchi di divertimento alle crociere, dagli hotel al merchandising, oltre ai film.

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Una strategia apprezzata da Wall Street, dove le quotazioni di Disney sono in rialzo del 35% dall' inizio del 2019. Le azioni di Netflix invece sono salite solo del 5% perché gli investitori temono che l' azienda che ha inventato lo streaming nel 2007 sia la più a rischio.

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Il suo fondatore e ceo Reed Hastings è stato il primo a pagare le nuove produzioni molto più degli studios tradizionali, ma i 100 milioni di dollari spesi per «House of Cards» nel 2013 appaiono un affare rispetto ai costi attuali. Netflix ha dalla sua 160 milioni di abbonati nel mondo, ma deve fronteggiare la scelta di Hollywood di togliergli l' esclusiva di una serie di show di grande successo come «The office» e «Friends».

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E così continua a investire - 15 miliardi di dollari quest' anno -, rilanciando la sua sfida a Hollywood come mostra «The Irishman», l' ultimo film di Martin Scorsese, costato 159 milioni di dollari: dopo il debutto il primo novembre in poche sale, andrà in streaming dal 27 novembre.

 

BABY LA SERIE DI NETFLIX SULLE ESCORT DEI PARIOLI BABY LA SERIE DI NETFLIX SULLE ESCORT DEI PARIOLI

La prossima primavera poi verranno lanciati altri due servizi di streaming: Hbo Max del gruppo Warner media posseduto dalla telecom At&t e Peacock di NbcUniversal, posseduta dall' operatore via cavo e broadband Comcast. Tanta abbondanza di opzioni significa anche una certa stanchezza e confusione del pubblico nella scelta di quali abbonamenti sottoscrivere. Non tutti i servizi di streaming riusciranno a sopravvivere.

 

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