sabina guzzanti

COSA È SUCCESSO A SABINA GUZZANTI? DALLE IMITAZIONI E DALLA SATIRA GRAFFIANTE DEGLI ANNI NOVANTA SI È RIDOTTA A UNA BRUTTA IMITAZIONE DI SE STESSA. E CI INFLIGGE UN GRANDE SBADIGLIO: “NON HO LA TV IN CASA, LA TROVO UN BRUTTO OGGETTO” – CANDELA TWEET:  “CHE NOIA IL PERSONAGGIO RADICAL-IMPEGNATO CHE CI FA SAPERE CHE IN CASA NON HA L'OGGETTO A CUI DEVE NOTORIETÀ E SOLDI” - L'UNICO GUIZZO È UN RICORDO DELL'INCONTRO CON MOANA POZZI: “ERA BELLISSIMA. MA MI GUARDÒ DALL’ALTO IN BASSO COME SI GUARDA UNA NULLITÀ” – IL TOSSICO CHE LE CHIESE “C’HAI BISOGNO DE ‘NA MANO?” E D'ALEMA: "MI RICORDO..." - VIDEO

 

Estratto dell'articolo di Roberta Scorranese per il “Corriere della Sera”

 

sabina guzzanti foto di bacco (2)

Sabina Guzzanti, ci dica un aggettivo con cui lei si definirebbe.

«Qualche volta mi sento veramente una polla».

 

E perché?

«Be’, per esempio mi sono fatta hackerare la pagina Facebook. Una sera, mezza morta di stanchezza, mi hanno chiesto la password e zac, pagina rubata, tutto sparito».

 

Santo cielo.

«Mi dicono che adesso al posto mio c’è una sudamericana che balla col sedere di fuori».

SABINA GUZZANTI imita silvio berlusconi

In televisione l’hanno censurata per molto meno.

«Eccome. Prima apparizione televisiva, 1987, Proffimamente non stop , programma di Enzo Trapani su Rai 1. Compaio io vestita da suora. Segata subito, immediatamente».

 

E non avevano ancora visto «Matrioska».

«Io mi ero messa l’animo in pace quando Antonio Ricci mi chiamò per far parte del gruppo. Italia 1, seconda serata, c’era Moana Pozzi...»

Certo, a un certo punto apparve nuda.

«Era bellissima. Io un giorno mi avvicinai per parlarle, così, tanto per fare conversazione, e lei mi guardò dall’alto in basso come si guarda una nullità. Poi se ne andò senza dire una parola».

 

Anche «Matrioska» venne censurato.

moana pozzi

«Ovviamente. Ricci era geniale, sapeva — e sa — fare la televisione. Negli anni ci siamo scontrati più volte, io ho criticato il suo Striscia La Notizia , gli ho detto che per me non era satira. Però le sue capacità sono fuori discussione».

 

E «Matrioska» era satira?

«Non nel senso che intendo io. Era una satira studiata, forse artefatta, non era una satira come azione politica. Ma oggi non ha senso fare ragionamenti di questo tipo. Oggi tutto “non è” qualcosa. La satira non è satira, l’informazione non è informazione, volendo, questo Parlamento non è un Parlamento. Oops...»

 

Vent’anni lontana dalla Rai.

«Ecco, vede?».

 

Ci tornerebbe?

«Non è una questione di Rai o non Rai. Io voglio andare là dove mi fanno dire quello che penso, ma senza estremismi da nessuna delle due parti. Io, come vede, sono una persona mite, ragionevole, non sono una che si impunta. Ma mi dà fastidio quando la censura viene definita “linea editoriale”. Tutto qui».

 

Su La7 la vediamo spesso.

«Infatti, il gruppo di Zoro funziona e ha trovato un equilibrio perché alle spalle ha anni di lavoro assieme, di affiatamento. Un programma comico non può resistere se non si crea quella relazione fertile tra i componenti. Oggi si pensa a tutto fuorché a far crescere un gruppo».

moana pozzi

 

Ma lei ce l’ha il televisore a casa?

«No».

 

E perché?

«Perché lo trovo un brutto oggetto».

 

Solo teatro e libri.

«Sta uscendo il mio libro nuovo, ANonniMus , una commedia in cui un gruppo hacker della terza età si diverte a far fallire un raffinato sistema di intelligenza artificiale. Fa ridere, però secondo me questo è un tema serio: mi sconvolge vedere con quanta allegria e spensieratezza ci affidiamo alla tecnologia».

 

 

(...)

«Io le imitazioni in passato le ho fatte perché dovevo lavorare, mica sono stata sempre convinta di saperle fare. Tutto cominciò con Rita Levi Montalcini. Ero in cucina, la sentii alla tv e cominciai a fare la sua voce. Il mio compagno di allora arrivò con gli occhi spalancati e disse: “Ma sei uguale”. E così cominciai».

 

D’Alema come la prese?

«Una volta ci misero assieme nello stesso studio televisivo, stette al gioco, abbozzò un sorriso ma mi ricordo il colore della sua faccia: livida».

Non era, diciamo, felicissimo.

«Lei che dice?»

SABINA GUZZANTI imita giorgia meloni

Be’, lei lo dipingeva come un narciso senza rimedio.

«Ecco, appunto».

 

E lei? Chi è che fa ridere di gusto Sabina Guzzanti?

«Checco Zalone. E poi, certo, mio fratello».

 

Corrado. Che rapporto avete?

«Molto buono, ma tutti e tre siamo molto legati, anche con Caterina. Quando ci ritroviamo — e avviene abbastanza spesso — a casa, succede una cosa curiosa: ci mettiamo a parlare in un modo tutto nostro, una specie di lingua segreta, velocissima, a scatti. La capiamo solo noi, una questione di vibrazioni. E poi scoppiamo a ridere come tre matti».

Tutti e tre comici.

«Non è casuale, sa?»

Perché?

«La comicità è spesso una reazione alla sofferenza».

 

Infanzia difficile?

«Diciamo complessa».

 

(...)

SABINA GUZZANTI imita lucia annunziata

Quando è stata l’ultima volta che ha pianto?

«Quando Elly Schlein è stata eletta segretaria del Pd. Perché pensavo di dover morire senza vedere una donna in quel posto».

 

Non ha pianto vent’anni fa, nel 2003, quando la Rai cancellò «Raiot», nonostante i buoni ascolti?

«Ma no, ormai è passato tanto tempo. Lo sa chi fu tanto carino con me quando chiusero il programma? Milo Manara. Mi fece un ritratto in cui io stavo a cavallo, come Giovanna d’Arco».

 

Lei per la destra è uno spauracchio.

«Ma la sinistra non è che mi ami tanto».

Dica la verità: perché non ha la tv?

«Ma ha senso guardare tanti talk show in cui l’unico obiettivo è quello di parlare e parlare senza far capire nulla a chi sta a casa? Ha senso seguire dei programmi che si dicono di informazione quando poi l’informazione non c’è?»

 

Si è accorta che abbiamo parlato per quasi un’ora e il nome di Berlusconi non è ancora affiorato?

«Meno male».

Il buddismo non l’ha aiutata a farsi scivolare le cose addosso?

«Ho seguito per anni la pratica buddista, è stato un cammino importante e che mi ha segnato in modo profondo. È una strada, un modo di vedere le cose, di essere consapevoli. Ma adesso non sono più buddista. Perché? Sarebbe complicato da spiegare, eppure si potrebbe dire con molta semplicità che non lo sono più».

SABINA GUZZANTI COVER

 

Lei pare anche più «morbida» rispetto agli anni precedenti, è così?

«So che sembra difficile pensarlo, ma io sono una persona con cui è facile andare d’accordo. Sembro una da rock duro, quando invece la mia vera passione è la musica classica. Mio nonno era musicista, mi ha insegnato il solfeggio e le basi, ho sempre ascoltato Bach e Schumann. Una volta sono andata a sentire per la prima volta un’esecuzione molto particolare di Beethoven a Roma. Ebbene, sono uscita così frastornata, che parevo ubriaca, sbandavo. Il tossico del quartiere si avvicinò preoccupato e mi disse: “Scusa, ma ‘nn’è che c’hai bisogno de na mano?”»

 

Questionario di Proust rivisitato. Io le dico un nome e lei mi dà una risposta secca e il più possibile sincera. Va bene?

«Proviamo».

David Riondino.

«Siamo stati insieme tanti anni. Un amore bello e complesso, lui colto e gentile. Una storia lunga, complicata, ma oggi siamo molto amici». Giorgia Meloni.

«Risposta secca? Impossibile».

Giorgio Tirabassi.

«Abbiamo appena fatto uno spettacolo assieme. Adorabile. Professionale e gentile, ogni sera ci ripromettevamo di non fare tardi in tournée ma puntualmente facevamo l’una a mangiare e a parlare».

Paolo Guzzanti.

«....»

SABINA GUZZANTI IMITA LA MELONI

silenzio Sabina...

«La prego, parliamo d’altro».

sabina guzzanti foto di bacco (1)paolo guzzanti con le figlie caterina e sabina foto di baccosabina guzzanti imita silvio berlusconi 8diego abatantuono sabina guzzanti i cammelli sabina guzzanti 15sabina guzzanti 28sabina guzzanti 15sabina guzzanti foto di bacco (39sabina guzzanti foto di bacco (1)sabina guzzanti foto di bacco (2)SABINA GUZZANTI A SANREMO 1995 CON LA RISERVA INDIANAsabina guzzantisabina guzzanti imita valeria marini foto di baccosabina guzzanti imita giorgia meloni 3

Ultimi Dagoreport

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…