michele briamonte john elkann mario orfeo claudio calabi la repubblica gianluigi aponte

DAGOREPORT - ‘’REPUBBLICA” DELLE MIE BRAME! DOPO CHE “IL FATTO” HA SVELATO CHE IL QUOTIDIANO SAREBBE IN VENDITA, CON LA REGIA DEL MANAGER CLAUDIO CALABI, È SCOPPIATA UNA PIEDIGROTTA DI RUMORS E SUPPOSIZIONI - DAGOSPIA CONFERMA L’OPERAZIONE: CALABI HA AVUTO CONTATTI CON UNA DECINA TRA I PIÙ DOVIZIOSI IMPRENDITORI E FINANZIERI D'ITALIA: SIETE PRONTI A SCUCIRE UNA QUOTA DI 10 MILIONI DI EURO PER DARE VITA A UNA CORDATA PER ''REP''?  L’INDISCREZIONE GIRA: CON LO STESSO OBIETTIVO DI CALABI, SPUNTA UN’ALTRA CORDATA ACCREDITATA ALL’AVVOCATO MICHELE BRIAMONTE - LA VERITÀ È CHE IL GIORNALE FONDATO DA SCALFARI RESTA, PER ORA, IN MANO DI JOHN ELKANN – E L’UNICO CHE AVREBBE DISPONIBILITÀ ECONOMICHE E CONVENIENZE POLITICHE A COMPRARE “REPUBBLICA” E' GIANLUIGI APONTE...

claudio calabi

DAGOREPORT

‘’Repubblica” delle mie brame! Qualche giorno fa, sul “Fatto Quotidiano”, Gianni Barbacetto e Carlo Di Foggia  hanno svelato che il quotidiano è in vendita, con la regia di Claudio Calabi.

 

La notizia ha acceso un vespaio di voci e indiscrezioni a Roma e Milano essendo il 76enne Calabi ben conosciuto come un manager di grande esperienza e abile capacità nel campo editoriale, essendo stato amministratore delegato di grandi aziende italiane tra cui RCS Editori, Camuzzi, I Viaggi del Ventaglio, Il Sole 24 ORE e Risanamento S.p.A.

 

L’ultima impresa portata al successo da Calabi è stata la transazione che ha messo fine alla scellerata operazione di Urbano Cairo contro il colosso dei fondi americani Blackrock per la vendita del palazzo di via Solferino.

 

MAURIZIO SCANAVINO E JOHN ELKANN

Ora il suo obiettivo, secondo “Il Fatto”, sia chiama “Repubblica”, giornale che recentemente ha sbolognato l’inviso Maurizio Molinari con il navigatissimo Mario “Pongo” Orfeo, evitando un direttore “radicale” come Massimo Giannini.

 

Ma la verità, per ora, è un’altra: il giornale fondato da Eugenio Scalfari resta nelle mani di John Elkann. La piedigrotta delle supposizioni e rumors che l’erede della Dinastia Agnelli voglia disfarsi del quotidiano di Largo Fochetti hanno magari origine dalle ultime disgraziate vicende che hanno visto protagonista l’algido John Elkann: i guai giudiziari con la madre Margherita, la crisi mondiale dell’industria automobilistica, l’acidissimo non-rapporto con la Ducetta di Palazzo Chigi, più una redazione che scende in sciopero contro la casa madre Exor impegnata a entrare in affari nell’AI di Sam Altman.

colloquio tra john elkann e sam altman all italian tech week di gedi 1

 

A questo punto: a che serve al tycoon di Torino possedere un giornale, gravato pure da pesanti conti in rosso? Ovviamente è tempo perso chiedersi se Calabi abbia ricevuto un mandato (scritto o tacito) per trovare compratori: comunque, il giornale diretto da Travaglio non ha mai ricevuto smentita né dal manager né dal Gruppo Gedi.

 

Da parte sua Dagospia può confermare l’operazione: Calabi ha avuto recentemente contatti con una decina tra i più doviziosi imprenditori e finanzieri italiani: siete pronti a scucire una quota di 10 milioni di euro per dare vita a una cordata?

 

Michele Briamonte

I nomi contattati che circolano sarebbero: Luca Garavaglia della Campari, Giovanni Ferrero, Alessandro Benetton, Giovanni Tamburi, etc. A quanto pare, tutti molto scettici di imbarcarsi in una avventura, una sorta di public company, che di sicuro finirebbe in un bagno di sangue (Puoi anche comprarti “Repubblica” ma è un’impresa ardua comprarsi i giornalisti di Largo Fochetti).

 

Gira l’indiscrezione e l’affare s’ingrossa: tra una telefonata e uno spiffero, con lo stesso obiettivo di Calabi, è spuntata sul taccuino di Dagospia un’altra cordata capitanata dal campione mondiale di kickboxing Michele Briamonte, un avvocato torinese di successo dello studio Grande Stevens, che un tempo seguiva Gianni Agnelli e l’intera galassia Fiat.

 

MICHELE BRIAMONTE FOTO LAPRESSE

Voci, indiscrezioni, soffiate. In realtà, come si è visto recentemente a Genova con l’acquisizione-lampo del “Secolo XIX” (sfilandolo senza nemmeno controllare il bilancio alla cricca Toti-Spinelli), l’unico imprenditore che avrebbe disponibilità e interesse a comprare “La Repubblica” si chiama Gianluigi Aponte.

 

Da escludere ovviamente qualsiasi ipotesi di convenienza economica, l’ingresso nel business malconcio dell’editoria dell’armatore nativo di Sorrento ma con passaporto svizzero, dotato di un patrimonio di 34 miliardi di dollari, è legato solo a motivi di convenienza politica.

 

Gianluigi Aponte ha riassunto così la sua idea di giornale al suo primo giorno da editore, di fronte alla redazione del ‘’Secolo XIX’’: “Dobbiamo essere più tolleranti nei confronti dei politici e degli imprenditori che favoriscono lo sviluppo”.

 

gianluigi aponte 2

Del resto, gli interessi del Comandante spaziano dal trasporto marittimo di container, alle crociere (MSC), ai porti (Trieste e Gioia Tauro), ai traghetti (Moby), ai camion, ai treni (Italo), al trasporto aereo merci, all’industria (Warstila di Trieste, la società finlandese produttrice di motori marini.  

 

A questo punto per Aponte, impegnatissimo com’è a trasformare il porto di Genova in un gigantesco hub del Mediterraneo per la sua flotta di container e navi da crociera, avere al suo fianco, oltre al locale “Secolo XIX”, anche il secondo quotidiano nazionale, non è poi una cattiva idea.

gianluigi aponte rafaela diamant

 

Ultimi Dagoreport

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?