Marco Giusti per Dagospia
Guardiani della Galassia Vol 2
Che vediamo stasera, una volta asciugate le lacrime per l’allontanamento di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto dalla Rai e esserci domandati con angoscia “…e ora cosa ne sarà di Gigi Marzullo?”. So bene che stasera in chiaro in prima serata molti punteranno sui “Guardiani della Galassia vol. 2” di James Gunn con Chris Pratt, Zoë Saldana, Dave Bautista, Kurt Russell, Karen Gillan, Michael Rooker, Italia 1 alle 21, 20, e devo dire che non me lo ricordo benissimo. Però c’è Kurt Russell strepitoso nel ruolo di Ego, ci sono Stallone, Michelle Yeoh, Jeff Goldblum, Stan lee ancora vivo, l’altissima Elizabeth Debicki come Ayesha.
Magari non è divertente come il primo episodio, ma si vede con piacere. Magari preferite l’ultimo James Bond con Daniel Craig, “No Time to Die” di Cary Fukunaga con Daniel Craig, Rami Malek, Ralph Fiennes, Naomie Harris, Rory Kinnear, Léa Seydoux. Vediamo che ne scrivevo un paio d’anni fa quando uscì. E’ così. Ha ragione Dago. Alla faccia dei critici inglesi che, alle prese con un ricco prodotto nazionale, si sprecano nelle lodi, vi dico subito che non solo “No Time To Die”, 25° film di James Bond, non è un capolavoro, ma è davvero molto modesto. Cerca di rispettare le nuove regole del Metoo, ma sprofonda nelle banalità di genere.
james bond 007 no time to die 5
Frutto di troppe teste a pensare (male), a dare ordini (peggio), e troppe mani a scrivere senza essere specialisti dello spy, il film si rivela presto un pasticcio che un regista pur funzionale, ma arrivato a sostituire Danny Boyle, in rotta con la produzione, a tre mesi dall’inizio delle riprese, e una serie di grandi attori, da Rami Malek a Christoph Waltz, da Jeffrey Wright a Ralph Fiennes, non possono del tutto salvare. Spesso anche dal ridicolo. Ma come si fa a credere a Blofeld che, dalla prigione, lancia il grido “Fate uscire le pecore!” in quel di Matera per bloccare l’Austin Martin di Bond? A questo sud da cartolina, a questa Giamaica da cartolina, a questa Cuba perennemente in festa? Alle tombe che esplodono come 007 si avvicina. Bum!!!
Ma, soprattutto, se togli a James Bond, al vecchio 007, oltre al numero, che viene appiccicato alla nuova spia, la gigantesca Lashana Lynch, mentre a lui rimane solo lo 00 come nei film di Franco e Ciccio, insomma, se oltre al numero, dicevo, gli togli anche il cinismo-machismo della spia con licenza di uccidere, e di scoparsi più o meno tutte, per farne un nuovo eroe umano e pieno di cuore, perché dovremmo andarlo a vedere? Dopo venticinque film, veniamo a sapere che è un essere umano fragile, con desiderio di famiglia e di pantofole come tutti? Come me, come il ragionier Filini?
Inoltre, pieno di acciacchi con tutte le botte che ha preso sul set, al punto che la signora Craig, cioè Rachel Weisz, ha detto subito che suo marito non potrà mai fare un altro 007, perché lui gli acciacchi e i dolori se li porta anche a letto, e che questa è l’ultima volta. Avete capito? E quindi si cerca di mandarlo in pensione scoprendone l’umanità, la fragilità, mancano solo gli esami di prostata, pressione e colesterolo. Ma Daniel Craig, non è in grado di inventarsi un personaggio diverso. Non ci credi quando fa l’innamorato, quando si china per raccogliere il coniglietto di pezza Dou-Dou.
Ci credi invece quando, in quel di Cuba, acchiappa la bellissima Ana De Armas e assieme diventano una grande coppia bondiana nella scena più classica e riuscita del film, quella a Cuba durante il gran ballo della Spectre. Male che con Ana De Armas, ultrasexy, non finiscano a letto, come nei vecchi tempi, anche se il finalino della scena sembrerebbe rimandare a qualcosa che potrebbe accadere, prima o poi. Ma il nuovo Bond è innamorato di Léa Seydoux, la francese, forse perché il film è pensato prima dell’arrivo della Brexit e man mano che va avanti la loro relazione tumultuosa ne diventa un po’ la cartina di tornasole.
Su Rai 4 alle 21, 20 passa pure il nuovo “RoboCop” del brasiliano José Padilha con Joel Kinnaman, Gary Oldman, Michael Keaton, Samuel L. Jackson, Abbie Cornish. Più politico, meno satirico e meno cinico. Da vedere, anche se non è molto amato. Su Rai 5 alle 21, 15 vedo che passa “Marina Cicogna, la vita e tutto il resto” diretto da Andrea Bettinetti, il documentario dedicato alla produttrice Marina Cicogna, figura importante nel cinema italiano degli anni ’60, responsabile di film come “Medea” di Pasolini, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri, ma anche di tutti i film di genere con Florinda Bolkan, come “Un uomo da rispettare” di Michele Lupo, “Le orme” di Luigi Bazzoni.
Poco visto invece, e quindi da recuperare anche se ha critiche proprie terribili, “Un giorno come tanti” diretto da Jason Reitman con Kate Winslet, Josh Brolin, Tobey Maguire, Gattlin Griffith, Dylan Minnette, Cielo alle 21, 15, tratto da un best seller di Joyce Maynard, dove l’arrivo di uno sconosciuto, che si rivelerà poi come un evaso, cambia per sempre la famiglia che lo accoglie. Divertente, su Canale 27 alle 21, 10, l’action con poliziotti defunti “R.I.P.D. – Poliziotti dall’aldilà” di Robert Schwentke con Ryan Reynolds, Kevin Bacon, Jeff Bridges, Mary-Louise Parker, Stephanie Szostak.
Non è un horror, ma una storia romantica costruita su un coltissimo romanzo di Antonio S. Byatt “Possession – Una storia romantica” diretto da Neil LaBute con Gwyneth Paltrow, Aaron Eckhart, Jennifer Ehle, Jeremy Northam, La5 alle 21, 10, dove si incontrano e si innamorano due studiosi, la Paltrow e Eckhart, del poeta di età vittoriano Randolph Henry Ash, che ebbe una storia d’amore con la poetessa Christabel LaMotte. Ovviamente anche loro avranno la loro storia romantica del titolo. Su Rai Movie alle 21, 10 sapete benissimo che, per essere un tardo western di questi anni, non è affatto male “Appaloosa” diretto da Ed Harris con Viggo Mortensen, Ed Harris, Renée Zellweger, Jeremy Irons, Robert Jauregui.
eddie murphy beverly hills cop
Si va sul superclassico action-comedy con “Beverly Hills Cop” di Martin Brest con Eddie Murphy, Lisa Eilbacher, Judge Reinhold, John Ashton, Ronny Cox, Steven Berkoff, Canale 20 alle 21, 05. Cine 34 alle 21 presenta la commedia “Belli di papà” di Guido Chiesa con Diego Abatantuono, Antonio Catania, Matilde Gioli, Andrea Pisani, Francesco Di Raimondo, remake italiano di una commedia messicana sui rapporti di classe, del 2013, “Nosotros los nobles” diretto da Gaz Alazraki con Gonzalo Vega, a sua volta reboot del più celebre “El gran calavera”, girato sempre in Messico da Don Luis Bunuel nel 1949 con Fernando Soler protagonista e la storia proprio uguale.
Qui, in pratica, troviamo dei ricchi milanesi non sanno come sprecare il loro denaro. Così il potente costruttore d’autostrade Vincenzo, cioè Diego Abatantuono, vedovo con tre figli sciocchini e spendaccioni, Matilde Gioli, Andrea Pisani, Francesco Di Raimondo, con l’aiuto del suo socio in affari, Antonio Catania, finge di aver perso tutto e di essere ricercato dalla finanza. E se ne va alla guida di un pandino in quel di Taranto, da dove proviene, assieme ai rampolli per far capire alla viziata famiglia che i soldi vanno guadagnati col sudore della fronte e che il mondo è pieno di parassiti.
matilde gioli francesco facchinetti belli di papa
Come il vanesio fidanzato della figlia, Loris, cioè Francesco Facchinetti al suo esordio nel cinema, arrampicatore e lestofante. Meglio la gente che lavora davvero a Taranto, come il baldo Rocco, Marco Zingaro, cuoco pugliese, o il grosso Ferdinando, Nicola Nocella, che accompagna il figlio primogenito di Vincenzo a scaricare rifiuti. O la pescivendola Anna, la bombatissima Barbara Tabita, che si rivelerà fidanzata di Vincenzo.
Cosa dire? La storia ha origini nobili. Nei film messicani, però, la famiglia si spostava solo di zona all’interno della capitale, qua si deve arrivare in Puglia per dovere di Apulia Film Commission. C’è pure Uccio De Santis, re delle barzellette baresi, che si lancia nel numero del dialetto pugliese incomprensibile dai nordici. Ma Diego è in gran forma.
Su Iris alle 21 troviamo anche il film di sommergibili “U -571” diretto da Jonathan Mostow, prodotto da Din De Laurentiis con Harvey Keitel, Matthew McConaughey, Jon Bon Jovi, Bill Paxton, dove un sommergibile è incaricato di decifrare il celebre e impenetrabile codice tedesco di comunicazione, Enigma. Venne fatto vedere a Venezia vent’anni fa. Ma chi se lo ricorda più? Ricordo solo Harvey Keitel che andava a caccia di Flavia Vento e Flavia Vento inutilmente impazzita per Matthew McCoaughey. Da recuperare.
In seconda serata torna la commedia sexy “Com’è bello far l’amore” di Fausto Brizzi con Fabio De Luigi, Claudia Gerini e Filippo Timi come prono star, Giorgia Wurth, Alessandro Sperduti, Cine 34 alle 23. E torna “La battaglia di Alamo” con John Wayne, Richard Widmark, Laurence Harvey, Frankie Avalon, diretto dallo stesso John Wayne con una mano per le scene di battaglia da parte del suo nume John Ford. Da ragazzino lo attesi davvero tutti i giorni impazientemente. Ma quando esce? Quando esce? John Wayne era Davy Crockett, con cappello di pelo, Richard Widmark era Jim Bowie coi suoi due coltelli, Laurence Harvey il colonnello Travis.
E poi l’esercito di messicani del generale Santa Ana, i texani. 7000 comparse! Ovvio che fosse una trombonata americana, non certo all’altezza dei film di Ford, ma sullo schermone faceva il suo effetto. Wayne era anche il produttore del film, ci aveva messo un sacco di soldi suoi e era talmente sotto pressione, leggo, che fumava incessantemente tutto il tempo. Fuma anche sul manifesto originale italiano del film. In un primo tempo avrebbe voluto Charlton Heston come Davy Crockett, che rifiutò sapendo che sarebbe stato lui il regista.
Poi chiese a Richard Widmark di farlo, mentre lui come Sam Houston, un ruolo non così importante, per poter curare la regia. Ma non andò così. E i costi erano stati talmente alti che alla fine, malgrado gli alti incassi, fu un flop e Wayne pagò i debiti solo dieci anni dopo con i diritti televisivi. Sammy Davis Jr si offrì di fare il ruolo di uno schiavo liberato che lotta per il Texas, ma Wayne, pieno di investitori razzisti rifiutò dal momento che Sammy Davis si era sposato una bianca, May Britt.
Il film uscì di 3 ore e 11’, ma venne tagliato qualche settimana dopo a 2h e 42’. La copia integrale che aveva conservato un fan e che venne recuperato quarant’anni fa, si deteriorò. Io per anni ho rifatto le scene del film coi soldatini sul tavolo di cucina. Il mio eprsonaggio preferito era Jim Bowie coi suoi coltelli.
Su Rai 5 all’1, 05 vi consiglio il documentario francese “Patti Smith, Electric Poet” diretto un anno fa da Anne Cutaia e Sophie Peyrard con interventi di Stanley Bard, William S. Burroughs, John Cale, Alika Del Sol, Mike Douglas, Bob Dylan. Wow! Su Cielo all’1, 35 avete anche un bel documentario sul fotografo giapponese Araki, “Arakimentari – maestro dell’erotismo” di Travis Klose con Araki, Nobuyoshi Araki, Björk, Richard Kern, Takeshi Kitano. Ma il vero film della serata, anzi della nottata, lo trovate su Iris all’1, 55.
Si tratta dell’ormai raro “I temerari”, grande e misconosciuto film del 1969 di John Frankenheimer con Burt Lancaster, Deborah Kerr, Gene Hackman, Scott Wilson, Bonnie Bedelia, Sheree North, dove Lancaster Hackman e Scott Wilson, che prese il posto di John Phillip Law che si ruppe durante la lavorazione, fanno i diavoli volanti, The Gipsy Moths”, acrobati in giro per l’America con tutti loro drammi. Il capo della MGM James T.
Aubrey accusò il film di avere scene d’amore con vecchie star impossibile per il pubblico più giovane. Deborah Kerr si offese al punto di non girare più niente per dieci anni. Ricordo che vidi il film al cinema Grattacielo di Genova, oggi scomparso, in una sala semivuota. Una meraviglia. Interessante anche il war movie “La tua pelle o la mia”, opera prima di Frank Sinatra con Frank Sinatra, Clint Walker, Tommy Sands, Tony Bill, Rai Movie alle 2.
i soliti ignoti vent anni dopo 3
Non parliamo poi di “I soliti ignoti vent’anni dopo”, diretto dall’oscuro assistente di Monicelli Amanzio Todini, ma supervisionato dallo stesso Monicelli e interpretato da Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Tiberio Murgia, Clelia Rondinella, Cine 34 alle 2, 45, dove ritroviamo Tiberio, Peppe e Ferribotte. Mastroianni che scopre che la moglie, Gina Rovere vent’anni dopo, lo ha sostituito con Natale Tulli è una sorta di regalo cinefilo a più generazioni. Ma il film ha delle scene molto riuscite, anche se allora non piacque per niente. Avercene…
Occhio allo stracultissimo “La casa della paura” firmato da William Rose con Daniela Giordano, Raf Vallone, John Scanlon, Angelo Infanti, Karin Schubert. Sembra che non sia mai uscito regolarmente in sala e non si benissimo chi sia il regista. Se l’italo-americano William Rose, che aveva qualche soldo da investire e nessuna esperienza di cinema, o Ramiro Oliveros, che è forse il vero nome di William Rose, o il produttore Dick Randall.
Daniela Giordano si ricorda come regista l’italo-americano, come ricorda che il film venne girato tutto in inglese a Roma.Considerato dai fan del genere e, soprattutto, da quelli di Rosalba Neri un supercult dell’horror erotico con la nostra eroina che appare incappucciata e si vendica torturando sadicamente una serie di peccatrici giovinette. Annunciato come Le stranezze della signora Grant.
Non so se chiudere con “Strogoff” diretto da Eriprando Visconti detto Prandino, nipote di Visconti, ricco avventuroso oggi dimenticato con John Phillip Law, Mimsy Farmer, Hiram Keller, Delia Boccardo, Claudio Gora, Kurt Meisel, Cine 34 alle 4, 10 o con “L’assedio di Siracusa” di Pietro Francisci con Rossano Brazzi, Tina Louise, Sylva Koscina, Enrico Maria Salerno, Rai Movie alle 5, un film che, secondo Riccardo Freda, dimostra quanto dovesse il cinema di Francisci al suo direttore della fotografia Mario Bava.
Senza Bava, come in questo caso, il regista non riesce a costruire lo stesso schermo favoloso da peplum. E perde pure Steve Reeves, sostituito da Rossano Brazzi, Archimede in versione playboy indeciso tra Tina Louise e Sylva Koscina. Disatro…
Guardiani della Galassia Vol 2 Guardiani della Galassia Vol 2 strogoff Guardiani della Galassia Vol 2 la casa della paura. 4 la casa della paura. 2 strogoff
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