21novembre2021divanogiusti

IL DIVANO DEI GIUSTI -  IL FILM PIÙ IMPERDIBILE E STRACULT DELLA NOTTATA È L'ADORABILE “YETI – IL GIGANTE DEL XX SECOLO” BOLLATO DAI PIÙ COME IL PEGGIOR FILM DI FANTASCIENZA MAI FATTO, CON ATTORI CHE NON SANNO MAI COSA FARE ED EFFETTI VISIVI CHE NON FUNZIONANO AL PUNTO CHE LO YETI È SPESSO TRASPARENTE COME UN FANTASMA. UN DISASTRO. MA ANCHE UN GRAN DIVERTIMENTO - IN PRIMA SERATA IN CHIARO AVETE “FANTOZZI VA IN PENSIONE”. SE CERCATE FILM PIÙ NORMALI AVETE IL REMAKE DEL VECCHIO “SABRINA” E… - VIDEO

 

Marco Giusti per Dagospia

 

strappare lungo i bordi 2

Incassi di ieri. Primo “Ghostbusters: Legacy” di Jason Reitman con 396 mila euro e un totale di 665 mila euro, secondo “Eternals” di Chloé Zhao con 278 mila euro e un totale di 7,3, terzo “The French Dispatch” con 160 mila euro e un totale di 1,3. Il cartone animato “My Hero Academia The Movie” non è cresciuto il sabato e rimane quarto con 112 mila euro. Il tutto mentre le prime due puntate di “Gomorra - Stagione Finale” su Sky hanno dominato la scena televisiva e la serie animata di Zerocalcare su Netflix, "Strappare lungo i bordi", le prime pagine dei supplementi culturali dei giornali come si fosse trattato della vita di Scalfari a puntate.

 

un bugiardo in paradiso

Le nuove serie internazionali arrivate anche da noi, “La ruota del tempo” 68%,  “Cowboy Bebop” 51%, “Tiger King 2” addirittura 21%. Allegri che questa settimana, il 25 novembre su Disney+, per tutti i fan dei Beatles arrivano le tre puntate montate da Peter Jackson “The Beatles: Get Back”. Ricordo che allora il film di Michael Lindsay Hogg “Let It Be”, per il quale venne girato tutto il materiale che è stato ricuperato ora per i tre nuovi film, non mi aveva entusiasmato. Era un po’ piatto. Certo. L’operazione di fare rimontare tutto il materiale a un regista diverso da quello che lo aveva girato, con tutto il rispetto per Peter Jackson ovvio, è un po’ una cafonata. Di certo però farà qualcosa di spettacolare.

 

Ieri mi sono sparato il film più fuori di testa della stagione su Amazon, “Prisoners of Ghostland”, stravaganza assoluta mezzo western-mezzo samurai movie diretta dal giapponese Sion Sono con Nicolas Cage al suo massimo splendore, Sofia Boutella, la ballerina protagonista di “Climax” di Gaspar Noé, Nick Cassavetes.

 

la terrazza

In quel di Samurai Town, dove domina una sorta di padrone vestito di bianco, detto Il Governatore, Bill Moseley, un terribile bandito chiamato solo Hero, Nicolas Cage in mutande, con la faccia ingrugnata di quello che je rode, che sconta in galera la giusta pena dopo una sanguinosa rapina, viene incaricato, con la ricompensa della libertà, di cercare e riportare a casa la bellissima “nipotina” del Governatore, cioè Sofia Boutella. Ma gli viene calzata una tuta micidiale piena di dinamite che scoppierà se alla fine di cinque giorni non è tornato con la ragazza.

 

il vichingo venuto dal sud 1

Non solo. Se il suo pisello oserà reagire in maniera esplicita alla vista della ragazza, due sensori gli faranno partire per sempre gli zebedei. Conciato in maniera più simile a Franco Franchi che all’eroe di un fantasy, Nicolas Cage, coi sensori luminosi sulle palle, parte alla volta della città dei fantasmi alla ricerca della ragazza. Per la nostra gioia lascia il macchinone e si mette alla guida di una bicicletta senza spiegarci perché. Poi torna in macchina. Ovvio che da Ghostland tornerà con la ragazza per regolare i conti col Governatore. Violento e visionario quanto basta, il film è una gran caciara.

 

gente comune

Scritto da due attori diventati sceneggiatori, Aaron Hendry, Reza Sixo Safai, è divertente come giocattolone di follia che unisce il cinema strampalato di Sion Sono a quello survalvolato di Nicolas Cage, ma può non essere sempre all’altezza delle nostre attese. Certo è un oggetto talmente assurdo che va visto da chi è stanco di serie tutte uguali o quando scopri che stai vedendo un film che avevi già visto l’anno scorso. Inoltre Cage chiude così una stagione folle, con due film incredibili come questo e “Pig”, che è decisamente superiore. Trovate entrambi su Amazon. Buona fortuna.  

sabrina

 

Il film più imperdibile e stracult della serata, anzi della nottata è l'adorabile “Yeti – Il gigante del XX secolo” di Frank Kramer alias Gianfranco Parolini, Cine 34 alle 2, 45, con tal Mimmo Crao, che da anni vive in Canada, nel ruolo pelosissimo dello yeti, Phoenic Grant alias Antonella Interlenghi e Tony Kendall alias Luciano Stella, bollato dai più come il peggior film di fantascienza mai fatto, con attori che non sanno mai cosa fare, una storia che somiglia più a King Kong che a quello dello yeti, con effetti speciali e, soprattutto, effetti visivi che non funzionano al punto che lo Yeti è spesso trasparente come un fantasma. Un disastro. Ma anche un gran divertimento per lo spettatore che adora i film brutti e assurdi. Lui, lo Yeti, si innamora perdutamente della bella Antonella Interlenghi e le offre una lisca di pesce e lei gli risponde con un geniale “Gli uomini sono proprio tutti uguali”.

jurassic world

 

In India ne hanno fatto anche un remake, “Ajooba Kudrat Kua” di Tulsi e Shyam Ramsay. Il vecchio Parolini sosteneva che lo avevano fregato quelli dei trucchi, beh un po’ sì, ma che il film si difendeva. Insomma… Per i fan di Parolini neanche un’ora dopo, Rete 4 alle 3, 35 passa pure il suo film preferito, il peplum “Gli invincibile tre” con Alan Steel alias Sergio Ciani, Mimmo Palmara, Vassili Karis, Rosalba Neri, Lisa Gastoni e una quindicenne Orchidea De Santis. Secondo il forzuto Pietro Torrisi, il soggetto fu scritto da Parolini durante la lavorazione di I dieci gladiatori ed era pensato per lui, Sal Borgese e Nick Jordan alias Aldo Canti, i quali però dovettero rinunciare per il protrarsi delle riprese di Gli invincibili dieci gladiatori, il sequel diretto da Nick Nostro. Secondo Alan Steel, le riprese di Gli invincibili tre durarono a loro volta più del previsto costringendolo a girare qualche raccordo in esterni a inverno inoltrato e freddissimo nei pressi di Roma. Brrr…

harem suare

 

In prima serata in chiaro, Cine 34 alle 21, avete invece “Fantozzi va in pensione” di Neri Parenti, quarto Fantozzi con il cast originale al completo, Paolo Villaggio, Milena Vukotic, Anna Mazzamauro, Gigi Reder, ma ci sono anche Antonio Allocca e il grande Ennio Antonelli. Si diceva che fosse l’ultimo, ma non lo fu. Grandiosa la scena al cinema porno con Fantozzi e Pina che vanno a vedere “Le casalingue”. La serata Villaggio prosegue con due film meno visti, “Un bugiardo in Paradiso” di Enrico Oldoini alle 23, dove fa uno scroccone, e il più interessante ma votato all’insuccesso “Senza famiglia, nullatenenti cercano affetto”, ideato, interpretato e diretto da lui e Vittorio Gassman, ispirato al romanzo di Malot, scritto da Age&Scarpelli, musicato da Fiorenzo Carpi, montato da KIm Arcalli e con attori di culto come Giancarlo Fusco, Enzo Robutti, Rossana Di Lorenzo.

il cacciatore di donne

 

Non piacque a nessuno e la coppia Villaggio-Gassman finì lì.  Se cercate film più normali avete il remake del vecchio “Sabrina” diretto da Sydney Pollack con Harrison Ford al posto di Humphrey Bogart, Julia Ormond al posto di Audrey Hepburn, Greg Kinnear al posto di William Holden, Iris alle 21. Si vede, ma non è “sabrina” di Billy Wilder.

 

un bugiardo in paradiso 2

Bel film di inseguimento “U.S.Marshals. Caccia senza tregua” di Stuart Baird dove Tommy Lee Jones riprende il ruolo dell’agente federale Samuel Gerard e insegue Wesley Snipes, Canale 20 alle 21. Ci sono anche Robert Downey Jr, Kate Nelligan. In “Un figlio all’improvviso” di Vincent Lobelle e Sebastien Thiery i borghesissimi signori Prioux, Christian Clavier e Catherine Frot, si ritrovano a casa un figlio adulto che non sapevano di avere e la cosa non è indolore, Rai Movie alle 21, 10.

 

il vichingo venuto dal sud

 In “il cacciatore di donne” di Scott Walker, Cielo alle 21, 15, Nicolas Cage è un poliziotto che cerca di scovare un terribile serial killer di donne, John Cusack, nel gelo dell'Alaska. Su Rai Storia alle 21, 15 torna un classico di Ettore Scola, “La terrazza”, con Gassman-Tognazzi-Sandrelli-Trintignant e perfino Galeazzo Benti. Su Italia 1 alle 21, 20 il sequel numero non so cosa di Jurassic Park, cioè “Jurassic World”, diretto da Colin Trevorrow con Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Irrfan Khan. In seconda serata vi consiglio due buoni thriller.

 

sabrina 1

“Via dall’incubo” di Michael Apted, Rai Movie alle 22, 40, con Jennifer Lopez cameriera che si è innamorata e poi sposata con un uomo che la minaccia. E “Inheritance – Eredità”  di Vaughn Stein, Rai 4 alle 00, 40, dove una ragazza, Lily Collins, riceve dal padre una strana eredità. Cioè un uomo chiuso e torturato in un carcere sotterraneo nella proprietà di famiglia da non far scappare. L’idea iniziale è buona. Lo sviluppo un po’ meno, ma almeno il film è originale. Ci sono anche Simon Pegg e Connie Nielsen. Nella notte trovate anche “Harem Suaré” di Ferzan Ozpetek con Marie Gillain, Alex Descas, Lucia Bosé, Valeria Golino, ambientato in un harem nel 1908, alla fine dell’impero Ottomana tra eunuchi, pascià e favorite.

 

fantozzi va in pensione 2

O “Chi lo sa?” di Jacques Rivette con jeanne Balibar e Sergio Castellitto, Iris alle 2. Vinse ben due Oscar, miglior regia e miglior attore non protagonista l’opera prima di Robert Redford, “Gente comune”, con Donald Sutherland, Timothy Hutton, Mary Tyler Moore, La7 alle 2, 40. A notte fonda arrivano, oltre a “Yeti” altri capolavori come “Il bravo di Venezia”, girato nel 1941 da Carlo Campogalliani con Rossano Brazzi, Paola Barbara, Valentina Cortese, Gustav Diessl e Emilio Cigoli, grande doppiatore italiano. O “L’anno dei gatti” di Amasi Damiani con Claudio Sorrentino e Marc Boyce, Cine 34 alle 4, 25.

 

chi lo sa?

Tutto si chiude su un cult di Lando Buzzanca, “Il vichingo venuto dal sud” diretto da Steno, Rai Movie alle 5. L’italiano, anzi, il siciliano Rosario Trapanese, Lando Buzzanca, alle prese con la libertà sessuale in Danimarca. Ovviamente, prima si dichiara uomo di grandi vedute, poi, quando scopre che la moglie danese, Karen, Pamela Tiffin, ha girato un porno, diventa pazzo. Anche se poi finirà col girarne anche lui uno, proprio con lei, visto che la donna ha stipulato un contratto per farne un secondo. Diretto da Steno su sceneggiatura di Scarnicci e Vianello, che tolgono ogni grossolanità alla commedia e alle situazioni piccanti, è un po’ vecchiotto.

yeti – il gigante del xx secolo 2

 

Ma le scene con i filmini porno e lo stesso set del porno svedese ne fanno un film di grande interesse per l’evoluzione della commedia sexy e per l’educazione del pubblico italiano all’erotismo. Buzzanca: “L’ho voluto fare io. Volevo raccontare un uomo che credeva di essere emancipato e proiettato nel futuro e invece no! Scopre di essere legato alle sue tradizioni, alle origini, ai suoi costumi, alla sua mentalità… atavica, se vogliamo. Volevo rappresentare la figura dell’uomo di fronte alla donna che si emancipava”. La Tiffin non aveva un gran ricordo di Lando Buzzanca, anzi. Diciamo che non lo considera un gentiluomo.

u.s.marshals. caccia senza tregua 2strappare lungo i bordi 3yeti – il gigante del xx secolostrappare lungo i bordi 4via dall’incubo 2un figlio all’improvvisou.s.marshals. caccia senza treguavia dall’incubostrappare lungo i bordi 5harem suare 3the beatles get backil cacciatore di donne 2strappare lungo i bordi prisoners of ghostlandil bravo di veneziaprisoners of ghostland 2gli invincibile treharem suare 2senza famiglia, nullatenenti cercano affetto

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...