2021divanogiusti2906

IL DIVANO DEI GIUSTI - TUTTO SI TIENE, CON IL FONDAMENTALE “SCEMO DI GUERRA” DI DINO RISI, DOVE BEPPE GRILLO INCONTRA COLUCHE, IL COMICO FRANCESE CHE DECISE DI BUTTARSI IN POLITICA E LO FECE CON UN CERTO SUCCESSO. FU ALLORA, SECONDO RISI, CHE GRILLO EBBE L’IDEA DI FARE POLITICA. POSSIBILE. MA COME ATTORE NON FUNZIONAVA PROPRIO – STASERA PASSA UNO DEI FILM PIÙ STRACULT E FUORI DI TESTA DI OGNI TEMPO, “PAGANINI”, IDEATO, DIRETTO E INTERPRETATO DA UN KLAUS KINSKI CHE NON SI SENTIVA PAGANINI, MA CREDEVA PROPRIO DI ESSERLO, E PASSAVA DA UNA RAGAZZA ALL’ALTRA COME UN PAZZO… - VIDEO

 

gianfranco rosi lampedusa

Marco Giusti per Dagospia

 

Momento d’oro per il cinema italiano. Al Centre Pompidou di Parigi megarassegna dei film di Gianfranco Rosi, Filmer au monde, fino al 1 luglio. Si vedranno domani e dopodomani i suoi ultimi due film, “Fuocoammare” e “Notturno”, in uscita in Francia, dove andrà sicuramente meglio che da noi. Se passate da quelle parte…

 

evangelion death true 2

A Berlino, già sapete che si è aperto il Bud Spencer Museum, voluto e ideato dalla famiglia Pedersoli. A Cannes, oltre a “Tre piani” di Nanni Moretti e alla Palma d’Oro speciale alla carriera a Marco Bellocchio, ci aspettiamo molto dai film italiani presenti alla Quinzaine des Realisateurs.

 

the rider di chloe zhao

Da noi, ieri, evento speciale in sala con la proiezione del cartone animato “Evangelion: Death True 2”, primo in classifica con 51 mila euro. Qualcosa vorrà dire.

 

In tv, in streaming, vi avverto che su Rai Play è arrivato “The Rider” di Chloe Zhao, girato prima di “Nomadland” e, in pratica, il film che ha lanciato la regista nel firmamento dei grandi nuovi autori mondiali. E’ grazie alla visione di “The Rider” che ha conquistato Frances McDormand come protagonista. Il film ha lo stesso taglio registico sia del primo, “Songs That My Brother Taught to Me” che di “Nomadland”.

l’anno del dragone 2

 

Cambia solo il tema, dagli indiani dell’opera prima ai cowboy da rodeo del secondo. In pratica siamo più vicini al cinema di Rosi che al documentario vero e proprio. Su Amazon Prime attenzione che sono appena usciti “L’anno del dragone” di Michael Cimino con Mickey Rourke, il potente noir con killer in cerca di vendetta “Colombiana” del francese Olivier Megaton con la grande Zoe Saldana, per non parlare di “King of New York” di Abel Ferrara con Christopher Walken, prodotto anche dal nostro Augusto Caminito.

 

paolo, apostolo di cristo

A proposito di Caminito vi avviso che stasera a un orario impossibile, Rete 4 alle 3, 30, passa uno dei film più stracult e fuori di testa di ogni tempo da lui prodotto, “Paganini”, ideato, diretto e interpretato da un Klaus Kinski che non si sentiva Paganini, ma credeva proprio di esserlo. Girato a lume di candela, senza nessun tipo di trucco e di effetto, con Kinski che passa da una ragazza all’altra, Dalila Di Lazzaro, Tosca D’Aquino allora giovanissima, Deborah Caprioglio, come un pazzo.

 

klaus kinski paganini

Davvero oltre, oltre, oltre qualsiasi #metoo, da ricovero immediato. Guardate il backstage che girava a corredo del dvd o su youtube per capire il grado di follia di Kinski, Per giunta, pur presentando il film a Vannes, al mercato, con folle conferenza stampa dove insultava tutti, questo “Paganini” fu un flop epocale, anche perché senza luci, solo con le candele, non si vedeva nulla nelle scene di interno. Assolutamente da registrare.

 

klaus kinski in paganini

Per farvi perdonare da tutti peccati, oggi, giorno di San Pietro e Paolo, la cattolicissima Tv200, la tv dei preti, passa alle 20, 50 “Paolo, apostolo di Cristo” di Andrew Hyatt con Jim Caviezel, James Faulkner, Olvier Martinez. Magari è più divertente del terribile “Nestore, l’ultima corsa” di e con Alberto Sordi, Cine 34 alle 21, considerato da ogni comico romano e non come il vero spauracchio che potrebbe chiudere malamente anche le più grandi carriere, come quella di Sordi. Anche se Sordi già da una ventina d’anni prima aveva smesso di far buoni film, è evidente che in “Nestore”, dove è vecchio e truccato da vecchio, tocca davvero il punto più basso della sua carriera.

 

zoe saldana in colombiana

 

Ovviamente questo eleva il film a uno status trashistico altissimo, di culto perché totalmente inconsapevole. Ma, come insegnano benissimo le ultime dichiarazioni di Quentin Tarantino, nessun attore o nessun regista sa esattamente quando è l’ora di smetterla. Lo so, lo so, che pensate al “Nestore” di Nanni Moretti…

 

king of new york

I fan di John Ford e del grande western americano sanno che “I dannati e gli eroi”, Iris alle 21, con Jeffrey Hunter, Woody Strode, Constance Towers, benché mascherato da giallo con tanto di processo, è uno dei primi film di integrazione girati dai grandi studios di Hollywood, con Woody Strode, metà nero e metà indiano, nei panni del sergente Routledge, accusato di violenza e mocidio di una donna bianca e difeso dal bel tenentino Jeffrey Hunter.

 

steve carrel julianne moore crazy, stupid, love

I colpevoli sono, ancora una volta, i “perfidi” indiani. Facile eh… Ma il film, confesso, mi colpì fin da bambino, perché mostrava uno dei primi battaglioni di soldati neri, i Buffalo Soldiers, che nella notte cantano la loro canzone “Captain Buffalo”, e comprai subito il 45 giri, che penso oggi sia rarissimo. Poi Woody Strode finì a combattere con lo Spartacus di Kirk Douglas diretto da Stanley Kubrick e infine a dividere la prima scena di “C’era una volta il west” di Sergio Leone fra Jack Elam, Al Mullock e una mosca. Leggo che la stessa storia voleva girarla già nel 1956 André De Toth.

i dannati e gli eroi

 

Sembra che non sia male la commedia di Glen Ficarra e John Requa “Crazy, Stupid, Love” con Steve Carell tradito da Julianne Moore, ma ci sono anche Ryan Gosling, Emma Stone, Kevin Bacon e una sempre favolosa Marisa Tomei. Per i reduci dal Pride niente di meglio che la coppietta “Brokeback Mountain” di Ang Lee con Jake Gyllenhall e Heat Ledger, Rai Movie alle 21, 10, e “Carol” di Todd Haynes con la coppia Cate Blanchett e Rooney Mara, Rai 5 alle 21, 15.

nestore, l’ultima corsa

 

La rete più gay friendly, Rai Uno, si lancia invece in una ignota commediola americana un po’ da Rai Due, “L’amore non divorzia mai” di Neil Fearnley con Jill Wagner e Colin Egglestone, storia di una coppia che, da anni divisa, si incontra a quindici anni di distanza dal loro matrimonio per divorziare e scopre che l’amore non è affatto finito. Se vi va, ve lo vedete.

 

lino banfi christian de sica bellifreschi 2

Penso che sia meglio il trashissimo “Matrimonio alle Bahamas” diretto da Claudio Risi, con Massimo Boldi (“Me la ciula, me la ciula, me la ciula!”), Biagio Izzo, Enzo Salvi, Anna Maria Barbera, Tosca D’Aquino. «Non aspettare Natale per ridere», recitava la frase di lancio del film, che non usciva a Natale, ma che era fatto con tutti gli avanzi dei film dei Natale passati.

 

 

Scritto dai Vanzina Brothers, prodotto e distribuito da Medusa in più di 400 sale, il film esce proprio mentre Berlusconi sale sulle auto a Piazza San Babila e lancia il suo nuovo partito, dimostrando, scrivevo allora sul glorioso Il Manifesto, “quale desiderio abbia il pubblico italiano di comicità, e quanto conti, a livello produttivo, il ritorno ai generi nel nostro cinema”. Tre milioni di incasso solo alla prima settimana, ah però…

giorgio panariello luisa corna al momento giusto

 

Se non vi va, posso accettarlo, c’è sempre l’adrenalinico “Speed” di Jan De Bont, Nove alle 21, 25, con Keanu Reeves, Sandra Bullock, Dennis Hopper e un autobus pronto a esplodere in quel di Los Angeles. Da fare subito il remake in versione Atac romana con la Raggi alla guida. In seconda serata si tenta di tirare su il pubblico, ancora!, con “Le età di Lulù” di Bigas Luna con Francesca Neri nuda e scatenatissima, Cielo alle 23, 20.

 

colombiana.

Troppo visto, ragazzi, sono decisamente più sexy Christian De Sica e Lino Banfi en travesti in America nel divertente “Bellifreschi” di Enrico Oldoini, Rete 4 alle 23, 25. Ricordando la coppia al femminile, Christian disse a Stracult che Lino era proprio “femmina dentro”…

mickey rourke l’anno del dragone

 

Dopo la mezzanotte arrivano horror, come il paurosissimo e recente “La Llorona” di Michael Chaves con Linda Cardellini, ambientato nella Los Angeles del 1973, Italia 1 alle 00, 20, revenge-movie con femmina killer, come “Proud Mary” di Babak Najafi con Taraj P. Henson, Rai 4 alle 23, 25, e perfino film in costume ambientati in Africa, come il mai visto (da me) “Profumo d’Africa” di e con Bernard Giradeau, con Anna Galiena, Iris all’1, 35.

 

beppe grillo fabio testi scemo di guerra

Andiamo sul sicuro con “L’uomo della strada fa giustizia” di Umberto Lenzi, Rai Movie all’1, 35, con Henry Silva nei panni di un ingegnere milanese che, nel corso di una rapina, si ritrova la figlioletta uccisa da una pallottola vacante e decide di vendicarsi come da titolo. Ci sono anche Luciana Paluzzi, Silvano Tranquilli, Claudio Gora. Silva, non adatto a fare l’uomo della strada (con quella faccia!?), sostituì Claudio Cassinelli che sarebbe stata la scelta ideale.

 

zoe saldana in colombiana.

Non vi consiglio “Al momento giusto”, Cine 34 all’1, 40, di e con Giorgio Panariello, è davvero terribile, malgrado la presenza di due bellissime come Kasja Smutniak e Luisa Corna, ma vi consiglio il capolavoro di David Lean “Il ponte sul fiume Kwai” di David Lean con Alec Guinness, Sessue Hayawaka, William Holden e la celebre marcetta, La7 alle 2, 15. Anche di questo film comprai subito il 45 giri.

 

 

beppe grillo scemo di guerra 2

Di gran culto anche “Camorra” di Pasquale Squitieri, Rai Movie alle 3, 05, con Fabio Testi, Jean Seberg, Raymond Pellegrin, Enzo Cannavale e Charles Vanel, che non rivedo da allora e che ricordo come molto buono con Testi come il giovane Tonino cresciuto in mezzo alla mala che deve decidere se uccidere o no.

 

Tutto si chiude, e tutto si tiene, con il fondamentale “Scemo di guerra” di Dino Risi, Rai Movie alle 5, dove Beppe Grillo incontra Coluche, il comico francese che decise di buttarsi in politica e lo fece con un certo successo. Fu allora, secondo Risi, che Grillo ebbe l’idea di fare politica. Possibile. Ma come attore, ricordava ancora Risi, non funzionava proprio.

beppe grillo e coluche scemo di guerra paolo, apostolo di cristolino banfi christian de sica bellifreschi 3klaus kinski paganini kinski paganini 11debora caprioglio klaus kinski paganinidebora caprioglio kinski paganiniscemo di guerra klaus kinski tosca daquino paganini. beppe grillo scemo di guerra scemo di guerra ryan gosling emma stone crazy, stupid, lovel’anno del dragone scemo di guerra 3the rider di chloe zhaocolombianaalberto sordi nestore, l’ultima corsa 2evangelion death true 2. alberto sordi nestore, l’ultima corsa the rider di chloe zhao lino banfi christian de sica bellifreschi king of new york 1giorgio panariello kasja smutniak al momento giustobeppe grillo scemo di guerrascena toccante di beppe grillo in scemo di guerra l’anno del dragone l’amore non divorzia maii dannati e gli eroi bellifreschi lino banfi christian de sica bellifreschichristian de sica lino banfi bellifreschi

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?