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IL DIVANO DEI GIUSTI – STASERA AVETE UN BEL PO’ DI FILM STRACULT DA VEDERE. ALLE 21.10 IL LESBO-POP-THRILLER DI LUCIO FULCI “UNA SULL’ALTRA”, POI IL CAPOLAVORO EROTICO DI ALBA PARIETTI, “IL MACELLAIO”. AMBIENTATO IN UNA PALERMO CALDISSIMA NEL QUARTIERE DELLA VUCCIRIA, CALCOLAI ALLORA CHE DOPO LA BATTUTA CHIAVE DI ALBA CHE APRE LA PORTA AL MACELLAIO, “SCUSA, SI È ROTTO IL CONDIZIONATORE”, CI SONO BEN DICIASSETTE MINUTI DI SESSO – VIDEO

 

 

 

 

 

 

 

 

Marco Giusti per Dagospia

 

WOODY ALLEN - A RAINY DAY IN NEW YORK

Che vediamo oggi? Insomma, ieri mi guardo su Sky “Un giorno di pioggia a New York”, ultimo film di Woody Allen con Thimothy Chalamet, Elle Fanning e Selena Gomez, ultraboicottato in America, dove ha avuto anche pessime recensioni, esaltato dai critici italiani un po’ provincialotti che abboccano sempre a New York, alle citazioni, ai ristoranti alla moda. Grazioso, bei dialoghi, attori fantastici, la solita fotografia arancione di Storaro, mettiamoci anche Liev Schreiber e Jude Law, quando mi accorgo che il plot, cosa che capita spesso con Woody Allen, è lo stesso di “Lo sceicco bianco” di Federico Fellini.

lo sceicco bianco 1

 

Una giovane coppietta lì sposata, qui in odor di matrimonio, arriva in città lì dalla provincia qui dall’università per passare 24 ore d’amore. Poi lei si butta nel magico mondo lì del fotoromanzo qui del cinema d’autore, si innamora di un attore fascinoso lì Sordi qui Diego Luna, mentre lui ha un altro percorso, cioè Selena Gomez. Alla fine i due si ritrovano a fine serata…

 

opera senza autore

Plot, faccio notare, che Woody Allen aveva inoltre già ripreso nell’episodio con Alessandro Tiberi e Alessandra Mastronardi di “To Rome With Love”, dove il plagio dello “Sceicco bianco” è dichiarato. Ma sto Woody Allen chi sta a cojonà, come si dice a Hollywood?

una sull’altra 6

 

Per fortuna che stasera avete un bel po’ di film stracult da vedere. Mentre Rai Tre alle 21 si lancia nei 188 minuti della vita di Gerhard Richter, il più grande pittore vivente, “Opera senza autore”, diretto dal blasonato Florian Henckel van Dommersmarck, il più alto regista vivente (2m, 10cm), mattone molto amato dalla Merkel, rinforzato ogni tanto dai nudi della bellissima Paula Beer e da un Joseph Beuys un po’ discutibile, mentre Italia 1 dedica tutta la serata a Aldo, Giovanni e Giacomo, “Il cosmo sul comò” di Marcello Cesena alle 21, 30 seguito da “La leggenda di Al, John e Jack”, Cine 34 sforna ben due capolavori per il pubblico più starcult.

 

 

la leggenda di al john e jack 1

 

alba parietti il macellaio

Prima, alle 21, 10, il lesbo-pop-thriller di Lucio Fulci “Una sull’altra” con Jean Sorel, Marisa Mell e Elsa Martinelli, poi il capolavoro erotico di Alba Parietti, “Il macellaio”, diretto da Aurelio Grimaldi con Miki Mainoilovic. Nel primo Marisa Mell ruba la scena a tutti con uno strip con parrucca bionda su una moto con il sesso dipinto con un paio di occhi che è diventata una delle immagini più cult del nostro cinema di genere. Ma c’è anche la grande scena lesbo tra la Mell e la Martinelli.

 

alba parietti il macellaio 3 1

“Ci dicemmo”, spiegava Fulci. “Volemo fa’ na cosa mejo der Dolce corpo de Deborah? E cominciammo a pensare e molto. Finalmente costruimmo questa storia ispirata a La donna che visse due volte, ma in realtà non è così”. L’azione, ideata in Francia, si sposta in America perché il produttore, Emondo Amati, decide di girare il film insieme a “Le insaziabili” di De Martino (“Giramo anche il tuo in America, che ce frega?”).

una sull’altra 7

 

Riguardo a “Il macellaio”, tratto da un romanzo di Alina Reyes, ambientato in una Palermo caldissima nel quartiere della Vucciria, calcolai allora che dopo la battuta chiave di Alba che apre la porta al macellaio, “Scusa, si è rotto il condizionatore”, ci sono ben diciassette minuti di sesso non troppo spinto e assolutamente silenzioso tra lei e lo spaesatissimo Miki Manojlovic, eroe di “Underground” di Kusturica.

 

il cosmo sul como'

Oggi, magari ci sembreranno diversi, però, al tempo, avremmo voluto qualcosa di più. Alba fuggiva allora, siamo nel 1998, dalla voliera di “Macao” in tv e, dopo essersi negata (male) a Tinto Brass che l’avrebbe riempita di primi piani del suo sedere, si era rifugiata nel cinema d’autore anni’90 per togliersi comunque la voglia di farsi vedere nuda al cinema. Perché no? Al punto che la prima cosa che si toglie a cinque minuti dall’inizio del film, come in una commedia di Edwige, sono le mutande per la scena ultraclassic della doccia. Poi finisce in sauna con l’amica.

una sull’altra 3

 

Alla fine, notavo al tempo, lei è rigidissima, anche perché le labbra sono troppo gonfie, e ha una parruccona nera eccessiva, e Aurelio Grimaldi si limita ai troppi piani osando avventurarsi poco in altre zone come Tinto avrebbe fatto. Così si rasenta il ridicolo quando il macellaio le bagna le labbra con lo yogurt Miller o quando si arriva all’orgasmo con la musica di Haendel…

 

 

parkland

 

Come se non bastasse, in seconda serata su Rai Movie, dopo “Parkland” di Peter Landsman con Paul Giamatti e Billy Bob Thronteon, alle 00, 45 parte il favoloso “Senza buccia” di Marcello Aliprandi con le vacanze da nudiste in quel di Vulcano delle meravigliose Lilli Carati e Ilona Staller alias Cicciolina che si sfidano apertamente sullo schermo. C’è anche Olga Karlatos, che non si spoglia mai. Ricordo il film, scritto da Ugo Liberatroe e diretto da Marcello Aliprandi con qualche voglia di cinema d’autore, un po’ noioso, ma le due ragazze sono uno spettacolo.

 

 

attenti al buffone 4 1senza buccia 3

Per non parlare delle canzoni di Pino donaggio (“Skin Deep”, “Legata a un granello di sabbia”). Cine 34 alle 00, 44 parte con un cine-comic d’annata come “Satanik” di Piero Vivarelli con la misteriosa Magda Konopka, da anni scomparsa in Sudamerica (dicono…). Tratto dal celebre fumetto di Max Bunker e Magnus, il film è prodotto, segretamente, da Romano Mussolini, il jazzista, con coproduzione spagnola. Mussolini era entrato nel cinema per aiutare le voglie di attrice di Igli Villani, nipote di Sophia Loren. Così produce, con un aiuto di Carlo Ponti e di Giorgio Almirante, due film di Piero Vivarelli, ex X-Mas, questo e “Mister X” e un western di Gianni Crea con la Villani. Ma era un signore, pagava tutti, e ci rimise solo soldi.

 

milena vucotich enrico montesano amor vuol dire gelosia

Alle 2, 10 Cine 34 si lancia ancor di più nello stracult con un terribile pasticcio erotico grottesco di Alberto Bevilacqa “Attenti al buffone” con Nino Manfredi nel ruolo del poeta che lotta contro le forze del fascismo, incarnate da Eli Wallach, Rolf Tasna e Ettore Manni, Mariangela Melato è la moglie, Enzo Cannavale è il suo fido braccio destra, mentre Erika Blanc, Cristina Gajoni e una nudissima Loredana Berté sono le ragazze che devono far crescere l’orgia che è il clou erotico del film.

 

satanik

Marco Vallora bollò il film come “famigerato” e Bevilacqua gli scrisse che lo diffidava a parlare dei suoi film. Bruttissimo, ma stracultissimo. Alle 5, 30 su Cine 34 arriva addirittura “Nudo di donna”, il film che Nino Manfredi, invadente protagonista, scippò a Alberto Lattuada che lo aveva iniziato. Eleonora Giorgi in ben due ruoli. Chiudo ricordandovi che alle 19, 10 lo scontro più interessante è tra la commedia di Enrico Montesano e Barbara Bouchet, “Amor vuol dir gelosia” diretta da Mauro Severino, Cine 34, e il megaclassico “Totò, Peppino e la… malafemminina”, quello della lettera dei fratelli Capone.

 

satanik

Il primo titolo segna il ritorno al cinema di Montesano dopo ben tre anni di assenza. “Questa di Amore vuol dire gelosia mi pare una ricetta buona, e sennò mica l’avrei fatto il film”, diceva ai giornali, “So’ stato tre anni senza fare un film e sapete perché? Perché De Laurentiis m’aveva messo appresso Noschese e ci faceva fare certe boiate… I primi film erano buoni e io mi ci divertivo pure a farli, ma poi il filone cominciò a fare la muffa e mi dissi: Enrì, se non ti fermi ti freghi..”. Producono il tutto Barbara Bouchet col marito Luigi Borghese. Del secondo sapete tutto, no? “… veniamo noi con questa mia a dirvi, adirvi una parola, che scusate se sono poche ma 700 mila lire; a noi ci fanno specie che quest'anno, una parola, c'e' stata una grande moria delle vacche come voi ben sapete…”

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