IL DIVANO DEI GIUSTI - RAI1 SI SPARA UN'OTTIMA PRIMA VISIONE, ''NON CI RESTA CHE IL CRIMINE'', CON GRANDE ESIBIZIONE DEL CULO DI ILENIA PASTORELLI, DAVVERO ESPLOSIVO - SU AMAZON C’È “LA BAIA DI NAPOLI”, 1960, UNA SOPHIA LOREN GIOVANISSIMA CHE AMOREGGIA CON IL SESSANTENNE CLARK GABLE NEL SUO PENULTIMO FILM, AVEVA GIÀ SUBITO DUE INFARTI E FUMAVA 80 SIGARETTE - SU SKY DUE OTTIMI FILM AL FEMMINILE DI EMMA DANTE E ELIZA HITTMAN, NETFLIX INVASA DI FILM DAL SUNDANCE - SEGNALO ''BLACKKKLANSMAN'' E TROISI

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LA BAIA DI NAPOLI SOPHIA LOREN CLARK GABLE LA BAIA DI NAPOLI SOPHIA LOREN CLARK GABLE

 

Marco Giusti per Dagospia

 

Intanto avverto tutti i fan di Sophia Loren che su Amazon c’è una bellissima copia di “La baia di Napoli” di Melville Shavelson, 1960, dove una Sophia ancora giovanissima amoreggia con il sessantenne Clark Gable nel suo penultimo film, aveva già subito due infarti e fumava 80 sigarette al giorno, si vede anche nel film con la Kent fissa in bocca, come si vede che la cucina napoletana sul set lo aveva ingrassato di brutto. Lei, Sophia, canta e balla, ci sono anche due numeri celebri e un bel po’ trash di “Tu vuoi fa’ l’americano” e “Carina”, anche se si vede che non è diretta da Vittorio De Sica, che ruba la scena a tutti come avvocato dell’americano.

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Grande apparizione del grosso Mimmo Poli, lo dico per il suo principale fan Nino Frassica, nel primo numero musicale di Sophia. La bacia pure! Per chi ha Sky avverto che sono disponibili due ottimi film al femminile, “Le sorelle Macaluso” di Emma Dante con Donatella Finocchiaro, che molto mi era piaciuto in quel di Venezia, e “Mai raramente a volte sempre” di Eliza Hittman con Sidney Flanigan, Gran Premio della Giuria a Berlino. Su Netflix, invasa da film presentati al Sundance (davvero troppi…), brillano invece “The Forty Year Old Version” di e con Radha Blank, premio della regia al Sundance 2020, e l’horror stellatissimo “His House” di Remi Weeks.

 

ilenia pastorelli non ci resta che il crimine ilenia pastorelli non ci resta che il crimine

In chiaro stasera in prima serata vedo che Rai Uno si spara un’ottima prima visione, “Non ci resta che il crimine” di Massimiliano Bruno, con Giallini-Leo-Gassman-Tognazzi e Ilenia Pastorelli. Viaggio comico-avventuroso nel tempo che coinvolge la Banda della Magliana, le partite della Nazionale del 1982, lo spot del Pennello Cinghiale. Grande spreco di soprannomi romani, er Ventosa, er Bove, er Murena, Il Sorcio, er comecazzosichiama, e grande esibizione, sto solo constatando, del culo di Ilenia Pastorelli, qui davvero esplosivo.

 

Qualcosa ci sarebbe da dire riguardo al funzionamento non proprio perfetto della sceneggiatura, di Max Bruno e del duo Menotti-Guaglianone. Perché questo viaggio nel tempo che incrocia la Banda della Magliana nella Roma del giugno 1982 è tutto un po’ rabberciato. Ma non l’avete visto Ritorno dal futuro di Zemeckis? Però, alla fine, che vedevodì, Marco Giallini fa ridere più del solito. E Ilenia Pastorelli, sì lo so che fa sempre la stessa parte, ma in mano ai dialoghi di Guaglianone, funziona benissimo.

 

ilenia pastorelli non ci resta che il crimine ilenia pastorelli non ci resta che il crimine

Da febbraio scorso, lo ricordo un po’ amaramente, stiamo aspettando addirittura il sequel, tanto che sotto casa mia, ancora trionfa il manifesto del film. Purtroppo senza Ilenia Pastorelli. Ahi. Su Cine 34, comunque, alla stessa ora, va in onda “Pensavo che fosse amore, invece era un calesse” di Massimo Troisi con Francesca Neri, Angelo Orlando. Un film solo sull’amore, diceva Troisi. “E’ una cena in cui si mangia solo carne: nel film non solo i due protagonisti, i generici, le comparse, parlano solo ed esclusivamente d’amore. L’ho definito un film di fantascienza, un genere che per due ore concentra l’attenzione dello spettatore su un solo argomento”.

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Se non vi interessa l’amore Iris passa alle 21 “BlackKklansman” di Spike Lee, ma prodotto dal Jordan Peele di Get Out, che non è solo un grande film, probabilmente tra i migliori del regista, ma è anche un viaggio nel razzismo profondo americano che ci ha portato a Trump e nella cultura nera degli anni ’70 che capovolse le idee bianche di bello e di sexy grazie a musica, film e icone nere. Primi anni ’70, nel distretto di polizia di Colorado Springs, un giovane poliziotto nero, Ron Stallworth, interpretato da John David Washington, con capigliatura afro pesantissima, assieme a un poliziotto bianco ebreo, Flip Zimmermann, il sempre grande Adam Driver, riescono a infiltrarsi all’interno di una sezione del Ku Klux Klan e a prendere di mira addirittura il loro capo, David Duke, Topher Grace.

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In seconda serata se la battono “Profumo di donna” di Dino Risi con Vittorio Gassman, Agostina Belli, Alessandro Momo, Rai 5 alle 22, 15, e “Letto a tre piazze” di Steno con Totò, Peppino e Nadia Gray. Dura scelta, eh? Bruttino, un po' troppo moderno per me, anche se me lo sono visto, il sanguinoso western-thriller “Il duello” di tal Kieran Darcy-Smith con Woody Harrelson come predicatore violento, Liam Hemsworth come sceriffo buono, Alice Braga e William Hurt, Rai Movie alle 23, 15.

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Molto divertente e super-queer, Iris alle 23, 50, “A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar” di Beeban Kidron con Patrick Swayze, Wesley Snipes e John Leguizamo drag-queen che viaggiamo da New York a Los Angeles sulla loro Cadillac 67, ma si fermano in un paesino sperduto e omofobo del Nebraska, Snyderville…

 

Ricordo come supercult gay anche il film di Vincenzo Salemme “Amore a prima vista”, Cine 34 all’1, dove il figlio di un boss della Camorra, Bruno, ovviamente Salemme, dopo un trapianto di cornee, appena riapre gli occhi si innamora del maggiore dei carabinieri Fortunato Cipelletti, cioè Maurizio Casagrande. Se non avete sonno, vedo che passa in replica su Rai Movie all’1, 15 il bellissimo western politico di Richard Brooks “I professionisti” con Burt Lancaster, Lee Marvin, Woody Strode, Robert Ryan e Claudia Cardinale meravigliosa, innamorata del capo rivoluzionario Jack Palance.

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Alle 2, 15 su Cine 34, infine, arriva “La visita” di Antonio Pietrangeli con Sandra Milo, Francçois Perier, Mario Adorf e Gastone Moschin. Molto celebrato alla sua uscita, perché rappresentava una svolta autoriale per Pietrangeli.

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