giusti 23 gennaio

IL DIVANO DEI GIUSTI - STASERA LOTTA DURA TRA IL DOCUMENTARIO SUI PRIMI 100 ANNI DEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO, “LA DANNAZIONE DELLA SINISTRA: CRONACHE DI UNA SCISSIONE” SU RAI3, TUTTI A PIAGNE, E UN BEL DOPPIO DI PORNO SOFT DIRETTI DA JOE D’AMATO SU CIELO TV PRIMA “VOGLIA DI GUARDARE” ULTIMO FILM EROTICO DI JENNY TAMBURI, E ULTIMO SOFT DI LILLI CARATI, GIÀ HARDIZZATA, POI “LA MONACA NEL PECCATO” CON EVA GRIMALDI E…

Marco Giusti per Dagospia

 

voglia di guardare

Stasera lotta dura tra il documentario sui primi 100 anni del Partito Comunista Italiano, “La dannazione della sinistra: cronache di una scissione”, di Christian Di Mattia con un cast che va da D’Alema a Bertinotti, dalla Castellina a Occhetto, Rai Tre 21, 45, tutti a piagne, e un bel doppio di porno soft diretti da Joe D’Amato su Cielo tv dalle 21, 15, prima “Voglia di guardare” ultimo film erotico di Jenny Tamburi, e ultimo soft di Lilli Carati, già hardizzata, ma ci sono anche Laura Gemser, Marino Masé e Sebastiano Somma, poi “La monaca nel peccato” con Eva Grimaldi, Karin Well, Maria Pia Parisi e Gilda Giuliani.

 

Il primo dei D’Amato è un modesto soft-retro coi bordelli di pseudolusso e Masé che fa il Dirk Bogarde depravatello dei poveri ammalato di voyeurismo. Capirai… Più voglia di dormire che voglia di guardare, scrivevo nel 1986. Il secondo dei D’Amato è una versione erotichella della “Religieuse” di Diderot con tutte le ragazzette sempre nude dei giornaletti porno del tempo come “Gin Fizz”, e Eva Grimaldi, già star di “Drive In”, protagonista nel ruolo della novizia prima oggetto delle bramosie della superiora Karin Well poi delle sue sadiche torture.

 

la monaca nel peccato

Il problema dei tonaca movie, ricordo, è che con quelle tonacone pesanti non le potevi spogliare facilmente, e allora solo un esperto di hard e soft come Sergio Grmek Germani riusciva a riconoscere le attrici almeno quando, con le sottane alzate, le si vedeva non dico cosa. Ricordo in una sala romana semivuota, poi diventata Bingo grazie alle promesse della finanza creativa del PD dalemiano, il vecchio Giovanni Grazzini, serioso critico del “Corriere”, che sbottò con un geniale: “Ma come fai a riconoscerle dal culo?”.

voglia di guardare 2

 

I momenti migliori sono le scene di bagno collettivo senza tonache. Ma D’Amato ci credeva, “Quand’ero ragazzino, le monache erano il massimo per le pippe”. In un primo tempo aveva promesso il ruolo della superiora a Lilli Carati, poi andò a Aldina Martano. Attenti a Luciana Ottaviani, già ragazza coccodé per Arbore, che divenne poi Jessica Moore. Sergio era pazzo per tale Katalin Murani.

 

la dannazione della sinistra cronache di una scissione

Se non ne potete più né dei soft né del PCI, vi propongo i sempre classici “Più forte ragazzi” di Giuseppe Colizzi con Bud e Terence, Rete 4 alle 21, 20, o “Kung Fu Panda III” di Alessandro Carloni e Jennifer Yuh, Italia 1 alle 21, 20. O “Domani accadrà” di Daniele Luchetti prodotto da Nanni Moretti con Paolo Hendel, Giovanni Guidelli, Margherita Buy, Ciccio ingrassia e lo stesso Nanni che fa il bandito barbuto. Storia di briganti e di sogni rivoluzionari. Chissà a rivederlo…

 

kung fu panda iii

Se non ve ne importa nulla né di Bud né di Terence né di Nanni, vi consiglio i meravigliosi ma stravisti “Collateral” di Michael Mann con Tom Cruise killer cattivissimo e Jamie Foxx eroico tassista onesto, Iris alle 21, e “Blade II” di Guillermo Del Toro con Wesley Snipes, Ron Perlman, Kris Kristofferson, Canale20 alle 21,05. Lo adoro. In seconda serata trovò davvero un grande thriller innovativo “L’affido” di Xavier Legrand, Rai Movie alle 23, 05, storia di divorzi che sfociano nel disastro e nella violenza alle donne. Visto a Venezia. Un film perfetto anche per la prima serata Rai. Ve l’ho detto. Poi ci sarebbe “Scuola di ladri II” di Neri Parenti, Rete 4 alle 23, 30, con lo stesso cast del numero uno, Villaggio-Boldi-Salerno-Banfi, ma con la stupenda Florence Guerin in più.

 

collateral

Producono i Cecchi Gori, il vecchio Mario si addormentava ogni volta che Neri Parenti gli leggeva una sceneggiatura. Nella notte passa di tutto. Una vera festa se siete ancora svegli. Si va da un vecchio film di Jean Renoir girato in America in piena guerra, “Questa terra è mia” con Charles Laughton e Maureen O’Hara, Rai Tre alle 0,55, a “Abbronzatissimi” di Bruno Gaburro, Cine 34 alle 0, 50, un film raccontava il regista dove arrivava ogni genere di amica o amante di Berlusconi & Cecchi Gori, uniti allora nella Penta. C’è di tutto quindi, da Alba Parietti al suo esordio da protagonista che deve mostrare il sedere, il minimo, dai…, al grande Guido Nicheli (taaac!), da Teo Teocoli a Nathalie Caldonazzo, da Sonia Grey (ovvio) a Eva Grimaldi (ovvio), da Mariangela Giordano (ovvio) a Valentine Demy (ovvio), da Jerry Calà a Mauro Di Francesco.

 

Visto oggi, assieme al sequel, divento un documento incredibile dell’Italia del tempo. Grande è anche lo scontro tra un action di Bruno Mattei, “Double Target”, con il bisteccone Miles O’Keefe, Donald Pleasance, Bo Svenson, Ottaviano Dell’Acqua, Italia 1 alle 2, 15, e “Triple Agent” di Eric Rohmer, Rai Tre alle 2, 35, storia di spionaggio a Parigi nel 1936 con il protagonista che, come da titolo, fa il triplo gioco. Direi che è meglio Rohmer di Mattei. Cine 34 alle 2, 45 cala un erotico di Giuliano Biagetti, “La svergognata” con Leonora Fani come svergognata, Barbara Bouchet e Philippe Leroy. E’ il film di esordio, oggi piuttosto raro, di Leonora Fani come Lolita del cinema italiano.

voglia di guardare 2

 

Non ha neanche vent’anni, viene da Cornuda, provincia di Treviso. Il suo vero nome è Eleonora Cristofani. Per il critico de La Sicilia: «Un tempo, le crisi intellettuali si risolvevano in riva a un fiume con un rosso tramonto o su un ponte col dubbio amletico di buttarsi giù (non si buttava nessuno). Oggi è cambiata: tutto si risolve a letto, nell’ebbrezza dei fumi dell’eros». Nel film, Barbara Bouchet, che fa l’attrice dice al suo amante scrittore: “Vorrei tanto fare finalmente un buon film e non le porcherie che mi propongono”.

 

Rete 4 invece si butta, ma sono le 3, su “Un amore targato Forlì” commedia erotica con la coppia, abbastanza inedita, Rena Niehaus - Leonard Mann, lei, al suo quarto film italiano, verrà lanciata definitivamente un anno dopo con Oedipus Orca; lui era più adatto a noir e western. Prodotto e scritto da Franco Rossetti e diretto da Riccardo Sesani, allora ventisettenne al suo primo film. Sesani spiega, nelle interviste del tempo, che la sua era storia autobiografica, visto che è nato a Rimini e si è diplomato al Conservatorio di Bologna. Poi è stato assistente alla regia di Damiani, Rosi, Dallamano e Bevilacqua.

scuola di ladri ii

 

Aveva bussato alla porta di una ventina di produttori per due anni col suo film e solo Rossetti, il ventisettesimo della lista, lo aveva accolto. Rena Niehaus, intervistata al tempo dal Corriere della Sera da Victor Ciuffa, dice di non essere «affatto diversa dalle altre attrici, sono nuova. Alcuni mi trovano brava, ma mi prendono solo per la mia faccia». Molti anni dopo, su Nocturno, ricorda: «Era un altro piccolo film, carino. Non ricordo granchè dell’attore, che era Leonard Mann, se non che sua moglie era una donna fortemente votata alla causa antivivisezionista. Nel film c’erano anche Mario Scaccia e Gigi Ballista.

 

abbronzatissimi 4

Dovevo parlare tre lingue diverse». Il film venne distribuito in gran fretta per sostituire l’appena sequestrato “Vizi privati e pubbliche virtù” di Miklòs Jancsò. Non era la stessa cosa. Nessuno status critico. Chiudo con un raro mostro-movie dei tempi del Mostro di Firenze, “L’assassino è ancora tra noi” di Camillo Teti, Cine 34 alle 4, 35. Ci sono Mariangela D’Abbraccio e GiovannI Visentin. Nella guerra fra quale dei mostro-movie arriverà prima in sala, vinse alla grande grazie a una lavorazione alla Speedy Gonzales, 900 milioni di budget e location romane trovate alla buona.

 

la svergognata

Con un divieto ai 14 anni e due tagli di censura esce prima in sala mentre il suo primo antagonista, “Il mostro di Firenze”, che produce lo stesso Teti (non mi chiedete perché) è ancora inguaiato in censura. Il raffinato critico fiorentino Ranieri Polese su “La Nazione” non ne parla male. “Poche ambizioni d’autore, anche se risalta una certa sintassi del racconto, del meccanismo della paura, e forse anche un impacciato pudore”. Ottimo.

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