montale

EUGENIO MONTALE GIU’ DALLA SCALA – PANZA: "NEL 1966 AL POETA, ALLORA GIORNALISTA CULTURALE AL 'CORRIERE DELLA SERA', FU COMMISSIONATA L'INTRODUZIONE A UN LIBRO SUL PIERMARINI. LA RISPOSTA DELL’UFFICIO STAMPA GELO’ IL FUTURO PREMIO NOBEL: 'GRAZIE TANTE, MA IL PEZZO NON VA BENE'- NOTEVOLE FU L’INCAVOLATURA DI MONTALE CHE DA GIOVANE AVREBBE VOLUTO CANTARE COME BARITONO…"

Pierluigi Panza per il “Corriere della Sera - Edizione Milano”

 

MONTALE

«Il secondo mestiere» di Montale (come da titolo di un suo libro), che fu economicamente il primo, fu quello di giornalista culturale al Corriere d'Informazione e al Corriere della Sera. In questo ruolo gli fu affidato anche il compito di seguire il Teatro alla Scala, attività a lui gradita poiché da giovane avrebbe voluto cantare come baritono. Come accade anche per i «minori», Montale si lamentava di non essere sempre la prima firma.

 

LALLA ROMANO MONTALE SCALA

Lo scherzo peggiore glielo fece, però, la Scala quando boicottò una sua introduzione a un libro che uscì nell'agosto del 1966 con il titolo « La Scala 1946-1966 », a cura di Franco Armani, edito dall'Ente Autonomo Scala e Rizzoli.

 

Siamo nel '66, lui non è ancora Nobel (1975), ma è già Montale: ha pubblicato «Ossi di seppia» quarant' anni prima e in quell'anno esce « Xenia », dedicata alla moglie («Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale»). Armani (1912-2000), figlio di un direttore d'orchestra amico di Montale, era capo ufficio stampa della Scala e doveva curare una pubblicazione sulla vita del teatro dalla ricostruzione ad allora. La pubblicazione fu poi superata in qualità da quella dell'ingegner Luigi Lorenzo Secchi, per decenni responsabile degli allestimenti scenici. Armani chiede l'introduzione a Montale che gliela manda e nel suo testo fa ampi riferimenti a Francesco Siciliani, ancora in carica come direttore artistico del teatro. Sono giudizi personali, righe d'elogio.

 

MONTALE ARTICOLO RIFIUTATO SULLA SCALA

Ma Siciliani - Montale lo sa - sta per dimettersi per divergenze con Antonio Ghiringhelli (1906-1979), imprenditore calzaturiero del Varesotto dal 1948 sovrintendente della Scala. Pretesto del contrasto tra i due fu il «Faust» di Gounod. Gianandrea Gavazzeni, che lo aveva diretto nel marzo del '62, non voleva che Siciliani lo riproponesse nel '66 affidandone la direzione a George Prêtre. La tensione si accentuò per divergenze sulla «Chovancina » di Musorgskij (lo stesso del «Boris Godunov» di quest' ultima Prima) prevista per la stagione seguente. Ma il motivo di fondo che fece maturare in Siciliani il proposito di abbandonare la Scala va cercato nel crescente disagio con il quale svolgeva la sua attività, alla quale si volevano porre vincoli inaccettabili per il comprensibile orgoglio del direttore artistico divenuto famoso nel mondo.

 

A Ghiringhelli l'introduzione di Montale non sta bene e la boccia. Ma non è lui ad alzare la cornetta. A comunicare al poeta la bocciatura è l'ufficio stampa con una telefonata che dice, più o meno: «Grazie tante, ma il pezzo non va bene, perché s' è permesso di dare dei giudizi personali su Siciliani». Siciliani si dimette l'11 luglio '66 e il mattino dopo, sull'edizione nazionale nella pagina degli Spettacoli del Corriere si trova un «Saluto a Siciliani» a sigla E.M. Viene sostituito nel suo incarico a fine ottobre da Gianandrea Gavazzeni.

MONTALE 1

 

L'incavolatura deve essere stata notevole poiché gli esiti sono tranchant anche per Montale, come racconta Camilla Cederna nel ritratto-intervista «Il galateo di monsignor Eusebio » ( L'Espresso , 2 giugno 1968): «È un po' di tempo, però, che di cantanti Montale non ne sente, da quando cioè ha smesso di fare la critica musicale, così adesso alla Scala non ci va più. Né lo invitano alle prove generali, da quando il sovrintendente Ghiringhelli gli ha bocciato la prefazione per un volume sulla Scala».

 

L'inedita introduzione è un dattiloscritto, senza titolo, depositato al Centro Manoscritti di Pavia tra le carte donate da Gina Tiossi, la governante di Montale. Ora l'inedito viene pubblicato in «Quaderni montaliani», numero 2, anno II, diretti da Roberto Cicala (Interlinea edizioni). L'introduzione di Montale non ha nulla di scandaloso, riflette il suo conservatorismo. Troviamo Toscanini sul gradino più alto, «divo per diritto di nascita convinto com' era che un'esecuzione scrupolosamente fedele al testo fosse sufficiente». E troviamo il suo rifiuto a ogni concessione spettacolare: «La Scala ha dovuto subire, nel lungo e operoso periodo della sovrintendenza di Antonio Ghiringhelli, l'evoluzione del gusto del pubblico in senso spettacolare». «Subire», un termine che, forse, a Ghiringhelli non era troppo piaciuto.

MARIA CALLAS Antonio Ghiringhelli

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...