belpietro mieli

FINGITORI E VINTI – BELPIETRO: "FINO A DOVE SI SPINGERÀ IL CINISMO DI CHI TIFA PER LA PACE RIFORNENDO GLI UCRAINI DI MISSILI PER FARE LA GUERRA? QUANTE VITTIME E’ COSTATO L’EROISMO DA SALOTTO CON LE VITE DEGLI ALTRI? DA QUANDO E’INIZIATA L’INVASIONE DICO CHE PER EVITARE LA STRAGE BISOGNA TRATTARE. PAOLO MIELI ACCUSAVA I SOSTENITORI DELLA TRATTATIVA DI ESSERE PACIFISTI CINICI E ORA DOPO UN MESE DI ATTACCHI ANCHE "IL CORRIERE" AMMETTE CHE PER FERMARE IL CONFLITTO SERVE UN COMPROMESSO…"

Maurizio Belpietro per la Verità

 

maurizio belpietro la verita

Quanti morti dovremmo registrare in Ucraina prima che si guardi in faccia la realtà? Quando la smetteremo di fare gli eroi con la vita degli altri ossia con milioni di donne, uomini e bambini ucraini che da un mese muoiono o fuggono sotto le bombe russe? Fino a dove si spingerà il cinismo di chi tifa per la pace rifornendo gli ucraini di missili per fare la guerra?

 

Lo so, sono domande brutali che mi costeranno la velata accusa di essere sotto sotto un sostenitore di Putin quando invece sono semplicemente un avversario dell’ipocrisia dietro cui si mascherano i buonisti, pronti al conflitto ma a casa d’altri. Fin dal primo giorno, da quando i carrarmati di Mosca hanno invaso l’Ucraina ho cercato di spiegare che per evitare una carneficina, l’unica soluzione era trattare.

 

GIAMPIERO MASSOLO

Da subito quella di Kiev mi era parsa una guerra impari, seppur supportata da ideali nobili e legittimi, ovvero il diritto alla difesa del proprio territorio e della propria democrazia. Per quanto spalleggiata dall'America e dall'Europa, l'Ucraina non è nelle condizioni di sconfiggere l'armata russa, al massimo ne può ritardare l'avanzata e le può rendere la vita difficile. Ma a che prezzo? Quante vite si è disposti a sacrificare per dare del filo da torcere a Putin e fargli pagare cara l'invasione?

 

L'altra sera ho sentito l'ambasciatore Giampiero Massolo dire in tv che si punta a costringere i russi a una vittoria mutilata, cioè a spingere il Cremlino verso una trattativa in condizioni meno favorevoli. Da ex segretario del ministero degli Esteri ed ex coordinatore dei servizi di intelligence italiani, Massolo è senza dubbio uomo di esperienza. Ma se parla di vittoria, per quanto mutilata, significa che dà per scontato che alla fine Putin si prenderà un pezzo di Ucraina e si tratta solo di capire quale porzione riuscirà a conquistare.

 

GUERRA RUSSIA UCRAINA

Peraltro, dopo giorni di annunci di imminenti default della Russia a causa delle sanzioni occidentali, ieri ho letto un'analisi di Federico Rampini, sul Corriere, in cui riconosce che non sempre le misure adottate contro i cosiddetti Paesi canaglia sono efficaci. In effetti, anni e anni di embargo adottato contro l'Iran non hanno piegato il governo degli ayatollah. E nemmeno hanno ridotto a più miti consigli Kim Jong Un, il dittatore nordcoreano che minaccia con i suoi missili i Paesi confinanti. Dunque, è possibile che bloccare le transazioni finanziarie, ma non gli affari che la Russia intrattiene con Cina, India, Turchia e Paesi arabi, non basti a fermare Putin.

 

Qual è perciò la prospettiva? Continuare la guerra, lasciando che Mosca rada al suolo intere città, in attesa che le sanzioni facciano effetto? Inviare altre armi affinché gli ucraini continuino a combattere e farsi ammazzare? Sperare che prima o poi qualcuno in Russia levi di mezzo, con il veleno o con un colpo di pistola, il dittatore? È questa la strategia su cui confidano gli Stati Uniti e l'Europa?

 

imboscata delle forze ucraine a kharkiv

Beh, se le soluzioni sono quelle appena dette, mi pare che l'Occidente, e la combriccola di giornalisti e politici che tifano per la resistenza dura e pura, sia un po' a corto di proposte. Magari scopriremo domani che lo zar del Cremlino è stato messo agli arresti, ma mi pare difficile. Se si ha un po' di buon senso e soprattutto di realismo, dunque non si può che sperare in una trattativa che fermi la guerra. Dopo un'ubriacatura guerrafondaia che ha agitato anche il principale quotidiano italiano, persino al Corriere si comincia a ragionare sulla trattativa.

 

Aldo Cazzullo, rispondendo a un lettore, ha scritto che una via d'uscita andrà pur trovata. «La battaglia di Mariupol conferma che l'Ucraina non può resistere a lungo in campo aperto all'esercito russo; può pensare di logorarlo con l'imboscata e con la guerriglia. E Putin non ha interesse a farsi logorare». Dunque? La Russia «potrebbe accontentarsi di conquistare la striscia che congiunge la Crimea al Donbass, facendo del mare d'Azov un mare russo, ma lasciando Zelensky al potere. In questo modo entrambi potranno sostenere di aver vinto».

paolo mieli 5

 

Fino a pochi giorni fa chiunque proponesse un compromesso - e quello di cui parla Cazzullo è un compromesso, che consegnerebbe più a Mosca che a Kiev la vittoria - era tacciato sul Corriere di immoralità. Paolo Mieli addirittura accusava i sostenitori della trattativa di essere pacifisti cinici, perché invitavano gli ucraini alla resa. Ma adesso, dopo un mese di guerra e svariati migliaia di morti dall'una e dall'altra parte, dopo città rese spettrali dalle bombe, dopo milioni di profughi, alla fine anche gli irriducibili bombaroli, quelli che seduti nel loro salotto sono pronti ad armare fino ai denti gli ucraini affinché combattano fino alla morte, si rendono conto che bisogna trovare una via d'uscita che salvi la faccia a tutti, ma soprattutto a loro.

 

ALDO CAZZULLO

All'improvviso serve un punto di equilibrio. Cioè accettare un'ingiustizia che però è «preferibile alla strage quotidiana cui assistiamo con sgomento». Beh, benvenuti nel mondo reale. Dopo aver applaudito l'ennesimo discorso di Volodymyr Zelensky, eletto a furor di popolo nuovo Che Guevara che combatte l'imperialismo, vi rendete conto che con l'imperialismo russo bisogna trattare. Vi faccio una domanda: quante vite è costata l'illusione che avete dato a Zelensky e agli ucraini che voi, quando li applaudivate, facevate sul serio e non scherzavate?

Ucraini in fuga da MariupolLA VERITA BELPIETROfederico rampini a piazzapulita 2vladimir putin volodymyr zelenskybelpietro

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)