domenico de masi giuseppe conte

A FORZA DI FARE DE MASI-SPIA, IL SOCIOLOGO VANESIO CE L’HA FATTA: E’ IN POLE PER ESSERE CANDIDATO DAL M5S. INSIEME AL GRILLINO S-PARLANTE CHE HA CONTRIBUITO ALLA CADUTA DI DRAGHI RIVELANDO LE PAROLE DI GRILLO (“TUTTE LE VOLTE CHE SENTO IL PREMIER, MI CHIEDE DI FAR FUORI POLITICAMENTE CONTE”), TRA I PAPABILI CI SONO IL PRESIDENTE INPS TRIDICO, L'EX PROCURATORE ANTIMAFIA DE RAHO E IL SINDACALISTA ABOUBAKAR SOUMAHORO…

ANDREA BULLERI per il Messaggero

 

 

 I loro nomi girano ormai da un po' di giorni nel quartier generale pentastellato di Campo Marzio. Anche se ancora non è dato sapere se i diretti interessati abbiano risposto alla chiamata di Giuseppe Conte.

concita de gregorio domenico de masi 4

 

Quel che è certo, in ogni caso, è che l'operazione di scouting elettorale del presidente dei Cinquestelle procede spedita. Con un obiettivo: trovare candidati «forti» da schierare nelle liste grilline. Sia nei collegi unoniminali che come capilista, sui quali l'ultima parola spetterà a Conte a prescindere dall'esito delle parlamentarie (le cui autocandidature, per la prima volta senza video-presentazione degli aspiranti eletti, scadono domani).

 

Personalità esterne al M5S, sì, ma in grado di riportare la base alle urne grazie a un profilo marcato, che rispecchi l'identità del Movimento della prima ora. Figure simbolo di legalità, del contrasto allo sfruttamento oppure in grado di ricordare i traguardi di cinque anni di governo M5S.

 

domenico de masi foto di bacco

Volti come quello del magistrato ed ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho. Il suo mandato a capo della lotta alle cosche è scaduto a febbraio, e Conte lo vorrebbe coinvolgere nella partita delle Politiche. Magari candidandolo in un collegio del sud, dove più alte per i 5S risultano le chance di elezione. De Raho è stato a lungo procuratore a Reggio Calabria, ed è originario di Napoli: perché non schierarlo proprio in Campania, si sono detti a Campo Marzio, magari contro Luigi Di Maio?

 

E se del magistrato ancora si ignora la disponibilità, più scontato appare il sì di uno degli ideologi del Movimento della prima ora: quel Domenico De Masi, sociologo e amico di Grillo che con le sue parole («Beppe mi ha detto che Draghi gli ha chiesto di mettere da parte Conte») ha assestato il primo scossone al governo di unità nazionale. De Masi aspetto non di poco conto può vantare un rapporto personale di lunga data con il Garante. Ed è uno dei teorici del reddito di cittadinanza. Così come al dossier Reddito ha lavorato un altro dei papabili candidati in quota indipendenti , l'attuale presidente Inps Pasquale Tridico.

il procuratore federico cafiero de raho intervistato foto di bacco

 

Indicato nel 2018 dall'allora capo politico del Movimento come possibile ministro del Lavoro. Il suo mandato alla guida dell'Istituto (indicato proprio da Conte) però scadrà solo nel 2024: per scendere in campo, quindi, dovrebbe quasi certamente dimettersi prima.

 

LE PARLAMENTARIE Tramontata (pare) l'ipotesi Michele Santoro, nell'entourage dell'avvocato si fa il nome di Aboubakar Soumahoro, sindacalista di base capofila nella lotta al caporalato. In caso decidesse di correre con i 5stelle, anche lui, come gli altri esterni, non avrebbe l'obbligo di sottoporsi alle parlamentarie. Come invece toccherà fare a tutti gli altri, compresi deputati e senatori a caccia di un secondo giro. Per autocandidarsi c'è tempo fino a domani alle 14, sul sito del Movimento.

 

Basta caricare il proprio curriculum, il certificato dei carichi pendenti e indicare le eventuali cariche in altri movimenti o associazioni ricoperte in passato, oltre ad accettare le condizioni dello Statuto. Ma, almeno stavolta, niente video-presentazione, richiesta sia nel 2013 che nel 2018. Un altro dogma che cade. «A che servono? Tanto alla fine maligna un eletto deciderà comunque Conte...».

pasquale tridico presidente inps foto di baccosoumahoro papa francesco

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…