A FURIA DI “NON BINARI”, STIAMO DERAGLIANDO – LA TEORIA GENDER "COLPISCE" ANCHE GIOVANNA D’ARCO: IN UNA COMMEDIA AL GLOBE THEATRE DI LONDRA, VIENE RITRATTA COME “NON BINARIA” – LA RIVISITAZIONE FA INFEROCIRE LE FEMMINISTE E J.K. ROWLING, AUTRICE DI HARRY POTTER, CHE BASTONA IL PENSIERO GENDER E SI SCAGLIA CONTRO UN PROVVEDIMENTO IN DISCUSSIONE IN SCOZIA CHE PERMETTE IL CAMBIO DI SESSO IN BASE ALLA PERCEZIONE CHE SI HA DI SÉ...

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1 - J.K.ROWLING NON ACCETTA GIOVANNA D’ARCO TRANSGENDER DEL SHAKESPEARE’S GLOBE: ERA DONNA, SI FECE MASCHIO PER FORZA

 

Di Maria Vittoria Prest per www.blitzquotidiano.it

 

globe theatre globe theatre

In una commedia, hanno ritratto Giovanna d’Arco come non binaria con il pronome “loro”, mentre gli attivisti per i diritti delle donne dicono che “riscrivere la storia femminile è un insulto”. Giovanna d’Arco diventa un simbolo “non binario” nella commedia di I. Joan che è andato in scena ad agosto al Globe Theatre di Londra con l’uso del pronome “they” (“loro”).

 

La rivisitazione della vita della pulzella d’Orléans in chiave non binaria ha sollevato aspre critiche da parte di femministe e di storici. JK Rowling, autrice della saga di Harry Potter, ha ridicolizzato la scelta del Globe Theatre di rappresentare Giovanna d’Arco come non binaria.

 

Isobel Thom nel ruolo di Giovanna D Arco Isobel Thom nel ruolo di Giovanna D Arco

J.K. Rowling è una sostenitrice di lunga data dei diritti delle donne e si è espressa sulle preoccupazioni relative all’accesso dei transgender agli spazi per sole donne. Molte altre donne importanti hanno preso posizione con j.k.rowling. Dall’imprenditrice Heather Binning, alla leader del Women’s Equality Party, Sophie Walker, dall’artista Sarah Rutherford alla deputata Rosie Duffield, da Victoria Smith ad Ann Widdecombe, ex parlamentare conservatrice e cattolica.

 

Donne di ogni appartenenza culturale e politica denunciano un’opera che cancella le donne, la loro storia, i loro spazi. Sostengono che farlo in una società che è ancora misogina è un gioco ideologico pericoloso. Probabilmente anche Shakespeare avrebbe reagito con incredulità.

giovanna d arco non binaria giovanna d arco non binaria

 

Giovanna d’Arco era una donna. I suoi primi anni di vita li ha trascorsi cucinando, pulendo e badando agli animali. A 10 anni ebbe la visione che avrebbe dovuto combattere per la Francia. Per farlo, assunse l’aspetto esteriore di un uomo.

 

Questa decisione non aveva a che fare con i sentimenti ma con la realtà biologica che svantaggiava le donne nelle arti, nei mestieri, nel comando. Molte di esse, nel corso dei secoli, hanno dovuto adottare la “mascolinità” per essere prese sul serio e realizzare le proprie ambizioni.

 

Frank Furedi, professore emerito di sociologia all’Università del Kent, in una dichiarazione al MailOnline sottolinea come l’idea che si possa riscrivere la storia violandone la realtà stessa per legittimare bisogni e opinioni del presente vada oltre ogni possibile licenza poetica. Giovanna d’Arco non avrebbe avuto idea di cosa fosse il non binario. “È una ri-caratterizzazione di qualcosa che all’epoca non esisteva nemmeno”.

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“Per i francesi Giovanna d’Arco è una persona molto speciale. Il suo ruolo era ancora più eroico perché era una donna”, ha detto Furedi. Scontata la difesa del teatro così come quella dell’autore Charlie Josephine, che è non binario. Ha rivendicato la sua diversità affermando che avere l’opportunità di scrivere un’opera teatrale su un personaggio famoso con una lettura diversa è un atto di rivoluzione, ribellione e gioia. 

 

Anche la regista Ilinca Radulian e Michelle Terry, direttore artistico del Globe Theatre, definiscono il Globe come un luogo di immaginazione. Difendono l’opera come una opportunità per il pubblico di considerare qualcosa di diverso. Aggiungendo che Shakespeare non ha scritto opere storicamente accurate ma ha guardato a personaggi del passato per porre domande sul mondo di oggi. Così come fanno molti scrittori contemporanei.

 

“Per rispondere specificamente all’uso del pronome “they” per riferirsi ad una persona singolare, esso è stato rintracciato dall’Oxford English Dictionary già nel 1375, anni prima della nascita di Giovanna. Ma i teatri non si occupano della “realtà storica”. I teatri producono opere teatrali e nelle opere teatrali tutto è possibile”, ha detto Terry.

 

 

 

 

2 - SUI BABY TRANS LA ROWLING ROMPE CON IL LABOUR

Giuliano Guzzo per “La Verità”

 

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Ogni volta che le si presenta l'occasione per bastonare il pensiero gender, da ormai qualche anno, lo fa: anche se questo fa polemica. Anzi forse proprio per questo, chissà. Sta di fatto che su Twitter la celebre scrittrice J. K. Rowling è tornata a cinguettare contro l'identità di genere.

 

Lo spunto le è venuto vedendo ciò che accade in Scozia, dove sta proseguendo il suo iter legislativo il Gender recognition reform. Ispirata all'idea che il genere sia un riflesso della percezione che si ha di sé, la norma mira, da un lato, a rimuovere, per quanto riguarda il «cambio di sesso» e la disforia di genere che ne è alla base, il requisito della diagnosi medica, e dall'altro, a ridurre drasticamente - da due anni a tre mesi, con un ulteriore trimestre di riflessione - il periodo di transizione, per chi ne fa richiesta, verso la nuova identità. Inoltre abbassa il limite di età per la «transizione» da 18 a 16 anni.

 

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Rispetto a tale scenario, l'autrice di Harry Potter ha scelto di attaccare frontalmente i laburisti, accusandoli - nell'appoggiare i piani della premier, Nicola Sturgeon - d'ignorare le preoccupazioni di opinione pubblica ed esperti rispetto alle conseguenze cui può condurre il via libera al genere come identità autopercepita. «Il partito laburista», twittato J.K. Rowling, «continua a ignorare l'opinione pubblica, la diffusa opposizione delle donne e le preoccupazioni delle Nazioni unite».

 

Quest' ultimo richiamo, naturalmente, non è causale. Il 18 novembre scorso, infatti, Reem Alsalem, che è relatore speciale delle Nazioni unite sulla violenza contro le donne e le ragazze, ha scritto di suo pugno una lettera di nove pagine criticando proprio il Gender recognition reform, che in Scozia potrebbe essere varato entro Natale.

 

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«Il governo scozzese», afferma la missiva firmata da Alsalem, «non tiene sufficientemente in considerazione i bisogni specifici delle donne e delle ragazze in tutta la loro diversità, in particolare quelle a rischio di violenza maschile e quelle che hanno subito violenze maschili».

 

Questo perché il nuovo disegno di legge, continua la lettera, «non prevede alcuna tutela o misure volte a garantire che la procedura non sia, per quanto ragionevolmente possibile, abusata da predatori sessuali e altri autori di violenza».

 

Il riferimento, neppure troppo velato, è a situazioni come quelle registrate in particolare negli Stati Uniti ma non solo, che hanno visto numerosi stupratori chiedere di essere trasferiti in carceri femminili sulla base di una nuova identità femminile «percepita» - per poi continuare indisturbati le loro azioni di abusi e molestie.

 

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Dal canto loro, i sostenitori scozzesi del Gender recognition reform hanno però già ribattuto che «non ci sono prove» che donne e giovani saranno messe in pericolo da questa legge. La stessa Sturgeon ha inoltre fatto presente che gli uomini violenti «non hanno bisogno» di cambiare legalmente genere per accedere a spazi riservati a sole donne, dal momento che già lo fanno.

 

Di fronte a cotante repliche alle preoccupazioni delle Nazioni unite, è quindi scesa in campo la Rowling la quale, dalla sua, non ha solo una popolarità mondiale, ma anche un aspetto che i laburisti in Scozia senza dubbio ricordano: è una finanziatrice del partito.

 

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Assai generosa, peraltro: solo nel 2008 ha infatti staccato un assegno da un milione di sterline. Non esattamente pochi spiccioli, e probabilmente la stessa scrittrice fa leva su questo suolo ruolo per indurre i parlamentari scozzesi a più miti consigli rispetto alla norma sotto il loro esame. Staremo a vedere.

 

Quel che è certo, come si diceva in apertura, è che quest' episodio risulta essere solo l'ultimo di una fitta serie, che ha visto la scrittrice probabilmente più famosa al mondo entrare in rotta col mondo Lgbt; e sempre con toni molto espliciti.

 

Basti pensare che risale solamente allo scorso ottobre la polemica che ha visto sempre la Rowling accusare Mermaids - ente di beneficenza transgender che assiste i giovani interessati al «cambio di sesso» - di aver arruolato tra i suoi più importanti dirigenti tale Jacob Breslow, vale a dire uno che anni fa aveva partecipato ad un evento B4u-Act, un'organizzazione considerata pro pedofilia, intervenendo in una conferenza in cui criticava la concezione che la società ha dei pedofili, che costui, in quel contesto, invitava a chiamare «persone attratte dai minori».

 

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Risale invece al dicembre dello scorso anno un'altra uscita della scrittrice - che quella volta twittò una frase di assonanza orwelliana («la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza, l'individuo munito di pene che ti ha violentata è una donna») - sempre contro le novità arcobaleno in Scozia.

 

Più precisamente, in quella occasione Rowling postò un pezzo del Times contro la scelta della polizia scozzese di registrare gli stupri da parte di soggetti con genitali maschili come commessi da una donna, se l'aggressore «si identifica come una donna». Da allora è passato quasi un anno ma la celebre autrice, come si vede, sui temi etici segue sempre con molta attenzione ciò che accade in terra scozzese.

 

 

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