john elkann carlo de benedetti

GEDI DI PIOMBO - A LARGO FOCHETTI CADONO DAL PERO PER IL SEQUESTRO PREVENTIVO DI 38 MILIONI DI EURO PER LA PRESUNTA TRUFFA SUI PREPENSIONAMENTI. STRANO, VISTO CHE GIÀ NEL 2018 AVEVANO SUBITO UNA PERQUISIZIONE E NEL DECRETO FOSSE GIÀ CHIARO DOVE SAREBBE ANDATA A PARARE L’INCHIESTA. EPPURE NON È STATO PREDISPOSTO NESSUN ACCANTONAMENTO. COME MAI? - “LA VERITÀ” METTE IL DITO NELLA PIAGA E RICORDA LE RISTRUTTURAZIONI CHE HANNO ATTRAVERSATO TRE GOVERNI: MONTI, LETTA E RENZI…

Giacomo Amadori e François De Tonquédec per "La Verità"

 

CARLO DE BENEDETTI

Al gruppo Gedi sono stati presi in contropiede dal sequestro preventivo del valore di circa 38 milioni di euro ordinato dalla Procura di Roma. Questo nonostante il 21 marzo 2018 avessero subìto una perquisizione e nel decreto fosse già chiaro dove sarebbe andata a parare l'inchiesta per truffa aggravata ai danni dell'Inps.

 

Alcuni giornali (tra cui La Verità) raccontarono con precisione la vicenda. Scrissero che il danno presunto per l'ente previdenziale era di una trentina di milioni e spiegarono che decine di dirigenti, durante le ristrutturazioni all'interno del gruppo e della concessionaria pubblicitaria Manzoni, erano stati retrocessi a quadri in modo che potessero andare in cassa integrazione e successivamente essere prepensionati a spese dell'Inps.

 

JOHN ELKANN CARLO DE BENEDETTI

Ma nel bilancio 2020 di Gedi, depositato nel maggio 2021, c'è un riferimento all'indagine della Procura di Roma, in cui si spiega perché, tre anni dopo la perquisizione, non fosse ancora stato predisposto nessun tipo di accantonamento.

 

Nella nota Gedi ammette di essere stata informata il 21 marzo 2018 «dell'esistenza di un procedimento penale» per l'ipotesi di truffa aggravata in concorso «nei confronti dell'amministratore delegato pro tempore, del direttore centrale delle Risorse umane e del direttore generale Stampa nazionale», nonché della contestazione nei confronti della società e di alcune delle controllate della responsabilità amministrativa ai sensi della legge, «a seguito di illecito commesso da persone fisiche nell'interesse o a vantaggio dell'ente».

john elkann foto mezzelani gmt 149

 

L'appunto prosegue: «L'indagine condotta dalla Procura di Roma riguarda una presunta truffa ai danni dell'Inps in relazione all'accesso, asseritamente irregolare, da parte di alcuni dipendenti nel periodo fra il 2012 e il 2015, alla cosiddetta Cigs (Cassa integrazione straordinaria, Ndr) finalizzato al prepensionamento».

 

Ma Gedi spiega anche perché non abbia messo da parte un tesoretto per coprire eventuali sequestri e confische: «Nella convinzione di aver sempre agito nel rispetto della normativa vigente, circostanza che risulta corroborata anche da verifiche interne finalizzate all'esame del rispetto dell'iter procedurale previsto dalla normativa di riferimento e da un autorevole parere legale giuslavorista, la società rappresenta che allo stato attuale non si trova per ragioni oggettive nelle condizioni di potere valutare né le specifiche condotte che asseritamente integrerebbero le ipotesi di reato, né il numero degli ex dipendenti che avrebbero avuto illegittimamente accesso al pensionamento anticipato, né conseguentemente l'eventuale danno erariale risarcibile.

massimo cioffi

 

Non risultano, infatti, pervenuti atti giudiziari e/o notifiche integrative o modificative di quelle ricevute in data 21 marzo 2018. Tale situazione rende pertanto allo stato impossibile la valutazione del grado di rischio e la conseguente quantificazione dello stesso».

TITO BOERI ENRICO LETTA

 

I 38 milioni «congelati» su ordine degli inquirenti capitolini si vanno a sommare a un monte di debiti: 135,7 milioni di euro nel bilancio 2020, in forte crescita rispetto al precedente, che vedeva Gedi in rosso per 106,2 milioni. La fetta più consistente dell'indebitamento, che ammonta a 89,7 milioni, è verso «imprese del gruppo», a fronte degli 80,7 dell'anno precedente. I debiti in conto corrente verso le banche sono di 39,7 milioni, mentre nel 2019 erano di 19,5. Numeri che potrebbero consentire ai pm di fare istanza di fallimento.

 

monti DE benedetti

L'immobilismo di Gedi è forse collegato al fatto che per quasi 4 anni (dal marzo 2018 al dicembre 2021) l'indagine sembrava finita nel dimenticatoio. Il decreto legislativo 231 del 2001 prevede che gli illeciti amministrativi delle società si prescrivano dopo 5 anni dalla commissione dei fatti.

 

Tuttavia il reato non si estingue se, nel frattempo, vengono applicate misure cautelari interdittive o se le persone fisiche che sono accusate del reato presupposto (cioè quello che costituisce la premessa della contestazione alla società) vengono mandate alla sbarra. Il reato di truffa si prescrive in 7 anni e mezzo e per questo, se non ci sarà il rinvio a giudizio entro la prima metà del 2022, il procedimento rischia di finire nel nulla, con conseguente restituzione delle somme sequestrate.

Enrico Letta Carlo De Benedetti Walter Veltroni

 

Sarà per questo che nel bilancio del 2020 Gedi aveva precisato, a proposito della ipotizzata responsabilità amministrativa, che «a tutt' oggi non è stato formalizzato alcun atto nei confronti delle società o di attuali amministratori e dipendenti delle stesse». Anche in caso di prescrizione all'Inps resterà, però, la possibilità di agire in sede civile per avere ristoro dei danni patiti.

 

In una lettera, scritta nel novembre 2016 dall'allora direttore generale dell'Inps, Massimo Cioffi, e indirizzata al ministero del Lavoro, erano sintetizzate le ipotesi di irregolarità commesse dal management di Gedi, che sono poi diventate oggetto dell'indagine della Procura capitolina. Nel documento Cioffi spiega che «le segnalazioni riguardano il gruppo editoriale L'Espresso (oggi Gedi, ndr) e nello specifico la società Manzoni Spa (concessionaria del gruppo).

MANZONI ADVERTISING

 

L'azienda, secondo queste segnalazioni, avrebbe posto in essere due operazioni di ristrutturazione, la prima conclusasi nel 2012 e la seconda nel 2015, gestendo nel contempo 117 esuberi, attraverso l'assunzione di personale che aveva maturato requisiti di anzianità (30/35 persone) nei mesi precedenti la richiesta dello stato di crisi, personale proveniente da tutte le società appartenenti al medesimo gruppo e, in taluni casi, proveniente dall'esterno rispetto alle stesse aziende del gruppo».

 

carlo de benedetti urbano cairo

 Quindi aggiungeva: «Viene, altresì, segnalato che il trasferimento nell'azienda beneficiaria dei trattamenti di Cigs e successivo prepensionamento non era sempre realmente avvenuto». Nella nota Cioffi elenca anche i decreti del direttore generale del ministero del Lavoro che hanno scandito la gestione delle crisi, 7 per la Manzoni e 12 per Gedi.

 

mario calabresi carlo de benedetti

I decreti a favore della «ristrutturazione» della Manzoni attraversano tre governi: tre con Monti (gennaio 2012-aprile 2013), uno con Letta (dicembre '13), tre con Renzi (aprile '14-ottobre '15). Quelli riguardanti Gedi vengono firmati durante gli stessi gabinetti: due con Monti (febbraio-luglio '12), tre con Letta (maggio-dicembre '13), sei con Renzi (giugno '14-maggio '16). Nel database dell'Inps, nei periodi delle ristrutturazioni aziendali, per la Manzoni risultano 372 «comunicazioni Unilav», che, spiega il sito del ministero, riguardano «instaurazione, proroga, trasformazione, cessazione di un rapporto di lavoro», mentre quelle per Gedi sono 290.

giuliano poletti 6

 

Cioffi conclude: «Dalla documentazione sopra enumerata, pertanto, risulta evidente, per entrambe le aziende, la presenza di un rilevante numero di assunzioni nel periodo precedente l'adozione dei decreti di Cigs e successivo prepensionamento. Eventuali profili di elusione delle norme sarebbero comunque da accertare con una più articolata e dettagliata indagine ispettiva».

 

La missiva di Cioffi arrivò al ministero del Lavoro, all'epoca guidato dal renziano Giuliano Poletti. Successivamente ci fu una riunione al dicastero con quattro dirigenti dell'Inps. Che compilarono un'accurata nota. Secondo l'appunto il direttore generale del ministero Ugo Menziani avrebbe, «in via preliminare», rimarcato «con fermezza il preminente ruolo del ministero del Lavoro, in quanto organo vigilante sull'Istituto (l'Inps, ndr)» nell'«azione di vigilanza» e avrebbe «fatto presente che le verifiche, aventi cadenza semestrale [] compiute sul gruppo Manzoni/Espresso []» sino a quel momento «non avevano fatto emergere anomalie». Irregolarità, invece, riscontrate dalla procura di Roma.

Ultimi Dagoreport

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT