gian carlo ferretti

GIAN CARLO FERRETTI FA 90 E SCODELLA IL "DARK SIDE" DELL'EDITORIA ITALIANA - "ELIO VITTORINI RIFIUTÒ 'IL GATTOPARDO' PER EINAUDI, MA LO ACCETTÒ PER MONDADORI. VALENTINO BOMPIANI GETTÒ L'INTERA TIRATURA DEL TAMBURO DI LATTA DI GÜNTER GRASS (LO TROVO' OSCENO) E CEDETTE I DIRITTI A FELTRINELLI. GIANGIACOMO FELTRINELLI SCASSINÒ I CASSETTI DELLA SCRIVANIA DI GIORGIO BASSANI, SOSPETTO DI INTESA COL NEMICO EINAUDI, E LO LICENZIÒ PURE, DOPO CHE LO SCRITTORE AVEVA RIFIUTATO DI PUBBLICARE NELLA SUA COLLANA ‘FRATELLI D'ITALIA’ DI ARBASINO..

Mario Baudino per la Stampa

 

gian carlo ferretti

Arnoldo Mondadori ricevette alla fine di un lungo corteggiamento Giuseppe Ungaretti e, come ricorda Valentino Bompiani allora segretario generale della casa editrice, sapendo solo che si trattava di un importante poeta ma non conoscendo nulla di lui, si informò brevemente, aprì la porta dell'ufficio e lo apostrofò con voce tonante:

 

«Maestro, m' illumino d'immenso». Fu un incontro memorabile, il maestro andandosene disse ai redattori: «Sa a memoria tutte le mie poesie». Erano i tempi eroici dell'editoria italiana, segnati da grandi personalità spesso geniali e imprevedibili, quando il «mestiere» era ancora un grande artigianato e non mancavano i gesti teatrali, la commedia umana alla sua massima potenza, per amore dei libri. Per lungo tempo, però, quel che avveniva dietro le quinte è stato quasi del tutto ignoto, al più tramandato dalle memorie dei protagonisti.

 

elio vittorini

Uno dei primi a capire quanto fosse importante studiarlo, perché la storia dell'editoria è uno degli assi portanti della storia della cultura, e della storia d'un Paese, fu, a partire dagli anni 50, Gian Carlo Ferretti, che domani compie novant' anni dopo aver fatto il giornalista, il critico letterario, il docente universitario e soprattutto negli ultimi decenni, appunto, lo storico di una materia che a molti può apparire un poco arida, e invece non lo è. Ferretti ha inventato un modo di fare ricerca.

tomasi di lampedusa il gattopardo

 

«L'editoria era come un bosco pieno di sorprese, per me un invito al piacere della scoperta», ci dice. Per festeggiare il compleanno Interlinea pubblica un suo saggio dedicato a uno di questi personaggi, Livio Garzanti (il titolo è Un editore imprevedibile, verrà stampato in tiratura limitata e con un segnalibro di Pericoli). È l'affresco di una grande avventura culturale, piena di bizze - il personaggio aveva un carattere forte - di scontri feroci e di intuizioni geniali, come quella di pubblicare Fenoglio, di scegliere Attilio Bertolucci come collaboratore, di credere in un autore come Pasolini.

 

bompiani

E naturalmente di litigare con tutti. Grandi progetti culturali, grandi ambizioni e istanze privatissime sono il sale dell'editoria. E Ferretti, autore di una fondamentale Storia dell'editoria letteraria in Italia, 1945-2003 (Einaudi 2004), ma anche di una «controstoria attraverso i rifiuti» (Siamo spiacenti, Bruno Mondadori 2012), questi rapporti li sa cogliere infallibilmente. Da giornalista, ci dice.

 

grass cover

«La metodologia imparata nei giornali mi è servita da stimolo. Ho sempre cercato di fare anche vere e proprie inchieste». Una di queste è quella sulla responsabilità attribuita tradizionalmente a Elio Vittorini nel rifiuto del Gattopardo, il romanzo di Tomasi di Lampedusa che faticò a trovare un editore, fino ad approdare postumo a Feltrinelli. Il caso Gattopardo rimase a lungo un enigma. «Poi, un giorno del '69, Alcide Paolini, dirigente Mondadori e amico caro, mi disse: "Gian Carlo, ti faccio un regalo". Era il dossier, ritenuto scomparso, sul Gattopardo».

 

bassani

Da cui emergeva che Vittorini forse non capì il gran romanzo, ma lo rifiutò per Einaudi, non per Mondadori (era consulente di entrambe le case), caldeggiando con quest' ultima la pubblicazione. Sono, questi, fra i mille esempi possibili della lunga ricerca; durante la quale «mi sono divertito moltissimo», dice Ferretti. Gli episodi anche divertenti, del resto, non mancano.

 

arnoldo mondadori ungaretti

Valentino Bompiani ad esempio, per una questione di gusto (lo trovava osceno) gettò l'intera tiratura del Tamburo di latta di Günter Grass (5000 copie) e cedette i diritti a Feltrinelli: si era trovato il romanzo tra le mani già pronto senza mai averlo letto prima, si arrabbiò e perse così un libro fondamentale - di quell'edizione è stata ritrovata una copia piena di irosi scarabocchi.

 

gian carlo ferretti

Giangiacomo Feltrinelli scassinò i cassetti della scrivania di Giorgio Bassani, sospetto di intesa col nemico Einaudi, e lo licenziò pure, dopo che lo scrittore aveva rifiutato di pubblicare nella sua collana Fratelli d'Italia di Alberto Arbasino: era il '63, e la neoavanguardia bollava spietatamente lui e Cassola come le «Liale del Novecento». Pubblico e privato, orizzonti culturali e insofferenze personali sono stati la miscela di una grande stagione, quella degli «editori protagonisti» cui Ferretti è certo legato. Oggi, osserva, «la situazione è peggiorata».

 

In che senso?

gunter grass

«Si sono accentuati tutti i vizi d'allora, soprattutto con la nascita delle grandi concentrazioni. Quel che ancora accade di buono è dovuto alle singole intelligenze; e a qualche casa editrice d'eccezione».

giangiacomo feltrinelli

 

C'è a questo proposito in Ferretti una mirabolante invenzione linguistica riferita agli anni Ottanta, quando i buoni autori commerciali cominciano a comportarsi, a ritenersi e a voler essere ritenuti grandi scrittori: il «morbo del blasone». A pensarci, sembra che non sia stato per nulla debellato.

LIVIO GARZANTI LIVIO GARZANTI SOLDATIarbasino 2arbasino

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."