luciano canfora giorgia meloni

INTELLIGHENZIA DA BAR SPORT - LUCIANO CANFORA INSISTE: "LA MELONI MI QUERELA? HO DETTO CHE È NEO-NAZISTA NELL'ANIMO. VOLEVA L'INTERVENTO DI NAVI MILITARI CONTRO I BARCONI DEI MIGRANTI. IL PAPA DICHIARO’ CHE QUESTA VIOLENZA GLI FACEVA VENIRE IN MENTE IL NAZISMO. QUINDI POSSIAMO QUERELARE ANCHE IL PAPA. PUTIN DITTATORE? ANCHE GARIBALDI LO ERA” - "IL GIORNALE" LO AFFOSSA: "UN 15ENNE BUTTA IN BURLA UN SALUTO ROMANO E VIENE RADIATO DAI CIRCUITI DI KART. CANFORA, NOSTALGICO DELL'URSS, INSULTA E RESTA IMPUNITO. LA DEMOCRATICA CASA LATERZA NON DICE NIENTE?"

DA RAFFINATO FILOLOGO A BAR SPORT: LA CHINA DISCENDENTE DI CANFORA

Luigi Mascheroni per “il Giornale”

 

LUCIANO CANFORA

Arguto,mai banale, polemikos, figlio di un filosofo e di una insigne grecista, nipotino di Togliatti, «ribelle in cerca di libertà», e del glorioso Pci, Luciano Canfora - filologo emerito e internazionalista militante - sa bene che una delle armi più micidiali, al pari della propaganda, è la Storia. Studiandola, insegnandola, spiegandocela, il Professore - 80 anni e una bibliografia che incute timore, fra demokratía, eleutheria e gramscismo - è diventato, veterocomunista nostalgico della grande Madre Urss, uno dei pesi massimi dell'intellighenzia italiana.

 

Seguitissimo all'Università e ascoltato dai politici, padrone e amante della «parola», da cui philologhía, «filologia», è sempre stato un raffinato pensatore che mortificava la Destra e spronava la Sinistra. Poi, come tanti intellos in debito con la postcontemporaneità: Cacciari, Freccero e non solo... ha infilato la china discendente: dal demos al populismo. Ed è facile, ma malinconico, passare dall'elogio di Cleofonte all'insulto da cloaca. La deriva senile da bar sport: dire tutto, troppo, a caso.

giorgia meloni 9

 

Ospite in una scuola di Bari, sua città universitaria, ha liquidato Giorgia Meloni «neonazista nell'animo» perché «schierata con i neonazisti ucraini». Poi, ieri, ha cercato di correggere la frase.

Canfora è un filologo, conosce l'arte dell'interpretazione. Ha spiegato che il termine «neonazista» è un'altra cosa rispetto a «nazista». Schematizzando ad uso degli studenti, fra il bigino geopolitico e la provocazione radicale: Hitler era un nazista, Meloni e Salvini che vogliono fermare gli immigrati sono neonazisti. Ecco.

 

LUCIANO CANFORA

Per la Sinistra che una volta era filo Stalin («Sempre meglio di Gorbaciov» disse Canfora nel '94) e adesso è semplicemente intollerante, è sempre «un'altra cosa». Ma il vizio rimane quello. Condannare l'avversario politico come fascista, o nazista. Si dice reductio ad Hitlerum, o reductio ad nazium, ed è una squisita sebbene un po' stuccevole tattica oratoria che mira a squalificare l'interlocutore comparandolo al Male assoluto.

Difficile poi però collocare il Bene fra quanti continuano a minimizzare i crimini del comunismo ma accusano un'intera nazione sotto le bombe di essere nazista. Poi il problema sono le scritte «DVX» sugli edifici del Ventennio... La degradazione della gloriosa Sinistra italiana, dagli intellettuali organici all'Anpi 4.0. Dalla Resistenza alla desistenza. C'eravamo tanti armati...

 

Desistere, desistere, desistere. E alla fine il dittatore «democratico»- Cesare, Bonaparte Stalin o Putin che sia - piace sempre di più alla vecchia Sinistra di quanto non piaccia alla giovane Meloni. La quale, quando diventerà la politica più votata dagli italiani, alla fine lo dovrà anche a Canfora. L'elettore si chiede: ma può uno stalinista non pentito rilasciare patenti di democrazia? E in un liceo?

papa francesco

 

Canfora resterà comunque impunito. Ed è curioso. Un quindicenne (va ripetuto: quin-di-cen-ne) butta in burla un saluto romano e viene radiato dai circuiti di kart, sospeso dalle corse, gli viene confiscata la licenza, la carriera distrutta e denazificata.

Bene bene. E Canfora, nazificando una intera nazione, resterà dov' è: nella scuola, nell'editoria (la democratica casa Laterza non dice niente?), in tv, sui giornali.

Del resto nell'antica Grecia, così come da noi, la democrazia non è mai stata perfetta.

 

2 - CANFORA "NON IMPRECO CONTRO IL DEMONIO-PUTIN, PURE GARIBALDI FU DITTATORE"

Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

 

vladimir putin

Luciano Canfora, filologo classico e storico, ha sentito che Giorgia Meloni la vuole querelare, per questa frase, pronunciata l'altro ieri in un liceo barese: «Meloni, essendo neonazista nell'animo, si è subito schierata con i neonazisti ucraini».

«Ho sentito, ma non sono turbato, una persona che riflette e poi parla perché dovrebbe?»

 

Pensa davvero che Meloni sia neo-nazi?

«Ho detto che Meloni è neo-nazista nell'animo. Pensavo alla sua campagna, forte, per l'intervento di navi militari contro i barconi dei migranti. Il 20 febbraio 2020 il Papa attualmente regnante, Francesco, ebbe a dire che questa violenza razzistica contro i migranti gli faceva venire in mente il nazismo. Quindi possiamo querelare anche il Papa, che è stato molto più duro di me, parlando di nazismo. Io di neo-nazismo, che è diverso».

 

Ma non sono i neo-nazisti oggi a sostenere Putin?

«Questa è una ritorsione polemica, per cui si ritorce sull'interlocutore un pensiero che non ha».

 

Lei che pensiero ha sulla guerra in Ucraina?

LUCIANO CANFORA

«Ci sono due potenze in lotta, la Nato e la Russia, rispetto alle quali mi sento completamente estraneo, essendo da sempre schierato a sinistra. È sciocco dire che sono putiniano. È un mio diritto cercare di andare in profondità, capire le cause remote. In quello stesso liceo è stato presentato un libro sulla "guerra fantasma" che dal 2015 è in atto nel Donbass, dove truppe irregolari o semi-regolari ucraine, come il famoso battaglione Azov, hanno seminato migliaia di morti tra i russofoni. È una delle cause».

Né con la Russia, né con la Nato, come gli attuali vertici dell'Anpi «È una posizione di buon senso».

 

Ma la sinistra non dovrebbe stare dalla parte degli oppressi?

LUCIANO CANFORA

«Come dicevo, la guerra è iniziata nel 2015, nel Donbass. Non c'è solo bianco e nero. Io dico quello che si legge in un'infinità di posti, per esempio negli interventi dell'ex generale Nato Fabio Mini. Ha ricordato quel fenomeno indiscutibile che è stata l'espansione ad Est della Nato: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Macedonia. Non male, vero? A fronte dell'impegno preso nel '90-91 di non espandersi».

 

Putin è un dittatore?

«Per ora è il presidente della Federazione russa, se vuole una definizione, ma lei mi sta chiedendo un giudizio etico».

 

Come giudizio etico allora, è un dittatore?

«Anche Garibaldi prese la dittatura a Napoli quando portò il Meridione all'unità d'Italia. Se vuole da me, una definizione vibrante di Putin, non l'avrà. È goffo il modo in cui ha voluto assicurare a sé stesso una continuità di potere, prima mettendoci una sorta di vicario, poi riprendendo la presidenza e stabilendo leggi che gli assicurino il governo non so fino a che secolo. Il presidente cinese Xi Jinping ha un'investitura vitalizia. Però viene chiamato presidente, non dittatore. Forse viene trattato ora con più rispetto perché ci si augura di creare un dissidio tra Cina e Russia. Se è una colpa non usare termini scandalizzati, sono pronto a fare penitenza. Si rende conto del tono ridicolmente inquisitorio di questo tipo di indagini?».

GARIBALDI 1

 

Da parte di chi?

«Lei è portavoce di una opinio communis che pretende che uno imprechi contro il demonio. È lo stato d'animo collettivo che allarma».

 

Forse ci si scandalizza per quanto avvenuto a Bucha, a Mariupol. L'orrore dei civili uccisi.

«E il bombardamento della Nato a Belgrado? Portiamo la Nato al tribunale internazionale?».

 

A proposito di bombardamenti. Pensa anche lei come Carlo Freccero che all'ospedale di Mariupol sia stata fiction?

«Come si fa a parlare di fiction o non fiction quando non si è sul posto?

Escludo che Freccero possa documentarlo. Ogni tanto rileggo il libro di Marc Bloch, eroe della resistenza francese, "La guerra e le false notizie". È inevitabile che ci siano».

 

Da parte di Putin o dell'Ucraina?

«Tutti danno una mano. Ma non mi scandalizzo. È il moralismo fazioso che porta a strepitare. Bisogna ragionare e cercare di non dire troppe sciocchezze».

putin zelensky

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”