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“ANIME” DE LI MORTACCI TUA – VI RICORDATE LE POLEMICHE PER L’ADATTAMENTO ITALIANO DI “NEON GENESIS EVANGELION” CHE L'ANNO SCORSO SCATENÒ I NERDONI FAN DELL'ANIME GIAPPONESE? LA NUOVA VERSIONE È USCITA IL 6 LUGLIO E GUALTIERO CANNARSI, CURATORE DELL'ADATTAMENTO INCOMPRENSIBILE TROMBATO DA NETFLIX, GIUSTAMENTE ROSICA: “NON LA  GUARDERÒ, LA SERIE LA CONOSCO BENE E SE DEVO RIVEDERLA, LA RIVEDO IN ORIGINALE. A FARNE LE SPESE SONO STATI GLI SPETTATORI VERAMENTE INTERESSATI”. GIÀ, MA QUANTI SONO?

 

 

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1 – L’ADATTAMENTO ITALIANO DI “NEON GENESIS EVANGELION” SU NETFLIX HA SCATENATO POLEMICHE TRA I NERDONI FAN DELL’ANIME GIAPPONESE CURATO DA GUALTIERO CANNARSI – DITO PUNTATO SULLE SCELTE DI TRADUZIONE E IL LINGUAGGIO ARCAICO - LUI TIRA DRITTO E SE NE FREGA: “LA CULTURA ACCESSIBILE A TUTTI? NON POSSO ACCETTARLA. IO DEVO DARTI IL VERO” (AUGURI) – IL NO COMMENT DI NETFLIX (DAGOSPIA DEL 27 GIUGNO 2019)

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/quot-anime-quot-de-li-mortacci-vostri-rsquo-adattamento-italiano-207029.htm

 

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2 – NETFLIX SI FUMA CANNARSI – DOPO IL GRAN CASINO SUL DOPPIAGGIO DELL’ADATTAMENTO ITALIANO DI “NEON GENESIS EVANGELION”, IL COLOSSO DELLO STREAMING ANNUNCIA CHE LA TRADUZIONE ITALIANA “SARÀ SISTEMATA” E PER IL MOMENTO LA RIMUOVE DALLA PIATTAFORMA – SEMBRA CHE A CURARE IL NUOVO ADATTAMENTO NON SARÀ GUALTIERO CANNARSI, MA LA SOCIETÀ DI DOPPIAGGIO DOVREBBE ESSERE SEMPRE LA “VSI” (DAGOSPIA DEL 28 GIUGNO 2019)

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/netflix-si-fuma-cannarsi-ndash-dopo-gran-casino-doppiaggio-207207.htm

 

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3 – UN ANNO DOPO LA POLEMICA SU EVANGELION. PARLA GUALTIERO CANNARSI, ESCLUSO DAL NUOVO DOPPIAGGIO

Gianmaria Tammaro per www.lastampa.it

 

Più di un anno fa, su Netflix, venivano caricati i film The end of Evangelion e Evangelion: Death (true) e la serie Neon Genesis Evangelion. Nel giro di pochi giorni, però, a causa delle polemiche e delle critiche online e delle lunghe discussioni tra addetti ai lavori e sui siti specializzati, l’adattamento, curato da Gualtiero Cannarsi, e il doppiaggio italiano furono eliminati dal servizio streaming.

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Il 6 luglio di quest’anno, dopo tanta attesa, è stato reso disponibile un nuovo doppiaggio con un nuovo adattamento. Ci è voluto molto tempo ma, dice Cannarsi, è normale: «Intorno ad aprile dell’anno scorso Netflix stava ancora facendo il QC, ovvero il quality check, il controllo sulla qualità, sul nostro lavoro. Non è una cosa così veloce, questa».

 

Nell’ultimo anno, Cannarsi ha lavorato a tre anime e a un libro: «I film sono tutti molto belli e sono disponibili su TimVision. Su uno, Shinko e la magia millenaria, ho cominciato a lavorare anche prima di Evangelion. Sugli altri due, Miss Hokusai e L'isola di Giovanni, ho lavorato successivamente. NeoGeo Collector’s Bible, invece, è un libro – un fanbook, per essere precisi – che stavo scrivendo da un po’, in cui parlo della console NeoGeo e che ho potuto realizzare solo grazie alla collaborazione di Vigamus».

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Parliamo di Evangelion. Ha sentito il nuovo doppiaggio e il nuovo adattamento?

«Non ancora. Se devo essere onesto, salvo spezzoni che mi sono stati girati dai miei amici, non ho sentito nemmeno il mio adattamento. In questo caso, mi stanno informando di volta in volta su cosa è cambiato».

 

Ha collaborato in qualche modo?

«Nessuno. E nel precedente lavoro, preciso, avevo contribuito unicamente all’adattamento. Che è diverso dal lavorare anche sul doppiaggio. Quando c’è stata tutta la bagarre online dell’anno scorso, alcune persone mi hanno erroneamente attribuito la paternità totale di quello che era stato fatto. Forse è stato così con la primissima edizione italiana di Evangelion. Ma non con quelle successive».

 

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Ma perché non ha ancora sentito questo nuovo doppiaggio? Non è curioso?

«Preferisco tenermi in disparte. Non voglio giudicare il lavoro dei colleghi. Non ho partecipato. E quindi mi sembra giusto, anche solo per delicatezza, non esprimermi. Trovo veramente tremendo mettersi a criticare un collega, soprattutto quando si lavora sulla stessa cosa».

 

Non pensa sia legittimo esprimere il proprio parere?

«Io resto dell’idea che i miei colleghi abbiano dato il massimo. Non mi metto neanche nella condizione di dare un giudizio».

 

 

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Le dispiace che alcuni suoi colleghi abbiano criticato il suo lavoro?

«Assolutamente no. Ogni persona ha la sua visione delle cose e la sua etica. Questo è il modo in cui la vedo io. Altri, chiaramente, possono vederla in modo diverso…».

 

Ma?

«Ma forse c’è stata un po’ di confusione. Quando abbiamo lavorato alla nostra versione di Evangelion per Netflix, è stato tutto molto intenso e relativamente veloce. Abbiamo provato tutti a dare il massimo. E magari, nella foga del momento, ci sono stati dei fraintendimenti».

 

Per esempio?

«Fabrizio Mazzotta, che ha curato il doppiaggio, ha detto che avrei voluto solo rimaneggiare i miei vecchi copioni. Ma non era questo l'incarico, né l'obiettivo della lavorazione. Anche dal solo punto di vista legale sarebbe stato infattibile: quel lavoro appartiene a qualcun altro. Deve esserci stato un malinteso».

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Torniamo ad Evangelion. Non lo rivedrà con questo nuovo doppiaggio?

«Come appassionato, avendo avuto la fortuna e il privilegio di lavorare due volte su questa serie, la conosco piuttosto bene. E se devo rivederla, la rivedo in originale. Nella mia mente, c’è tutto lo studio che ho fatto per adattarla in italiano».

 

Quando lo scorso anno parlammo di Dragonball lei non si risparmiò nel giudicare il lavoro che era stato fatto nell’adattamento e nel doppiaggio.

«Su Dragonball il giudizio che posso avere è molto più superficiale di quello che posso esprimere su Evangelion. Non l’ho mai studiato a fondo. E quindi, quella volta, non era una considerazione professionale. Ma personale».

 

Come ha reagito quando ha saputo che il suo adattamento sarebbe stato ritirato da Netflix?

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«Parliamo di un’azienda che opera in una prospettiva commerciale che non conosco e che fatico a immaginare. Per molto tempo, io ho lavorato per un pubblico molto piccolo – per qualcuno addirittura di nicchia. Il pubblico di Netflix è molto più ampio, generalista, e per questo quando dico che aveva tutto il diritto di cambiare e di ritirare il nostro adattamento non faccio retorica».

 

Ma le è dispiaciuto?

«Tutti i doppiatori e anche la VSI, la società che ha seguito la lavorazione, si sono impegnati al massimo. Ed è questo che mi è dispiaciuto: vedere il lavoro che abbiamo fatto messo da parte, cancellato. Netflix, come ho detto prima, aveva fatto il suo controllo qualità, era consapevole del nostro adattamento e del nostro doppiaggio e l’aveva approvato».

 

Si aspettava una decisione del genere?

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«Mi ha lasciato perplesso, lo confesso. Ma un’azienda così grande avrà tantissimi uffici e tantissime persone da tenere in considerazione. Quindi anche in questo caso non me la sento di pronunciarmi in modo netto».

 

Col senno di poi, cambierebbe qualcosa nel suo adattamento?

«Se parliamo di cose precise, come la traduzione di Apostoli e non Angeli, no: la correttezza non può essere assoggettata alla compiacenza. Questo, per me, è deontologicamente inaccettabile. Ma se avessi avuto più tempo, a livello discorsivo, avrei potuto sicuramente fare un lavoro migliore. L’adattamento è una di quelle cose che possono essere sempre migliorate».

 

Che cosa ha pensato delle reazioni online al suo lavoro?

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«Che è difficile. C’è il rischio di dare per certo qualcosa che non conosciamo a fondo. Io credo che la polemica abbia finito per autoalimentarsi. A un certo punto, non si parlava più di Evangelion o dell’adattamento. Si parlava d’altro, e se ne parlava con l’unico obiettivo di criticare e demolire. Ne hanno parlato tutti, anche le persone a cui, di Evangelion, non è mai importato niente».

 

E come si è sentito?

«Mi è dispiaciuto, certo. Perché a farne le spese sono stati gli spettatori veramente interessati, che nel mio adattamento, forse, avrebbero potuto trovare qualcosa che cercavano».

 

Con l’annuncio del nuovo adattamento e del nuovo doppiaggio, Evangelion non ha ricevuto la stessa attenzione che ha ricevuto l’anno scorso.

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«Sembra un paradosso, ma non lo è. La discussione dell’anno scorso ha sollevato un polverone enorme, superiore al reale interesse per Evangelion. Netflix vende un abbonamento al suo servizio, non vende un singolo prodotto. Quello che conta per Netflix è la percezione del suo brand. Evangelion non è mai stato il problema; Evangelion è uno di dieci, cento, mille titoli. Il problema, per Netflix, è come viene vista».

 

È stato informato della nuova lavorazione?

«No, non ufficialmente. E francamente non capisco perché avrebbero dovuto farlo. Quello che è successo l'anno scorso non è la normalità. Non è la regola».

 

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Per cosa si sente più dispiaciuto, per il suo adattamento ritirato o per non essere stato richiamato a lavorare su Evangelion?

«Mi dispiace per il lavoro che era stato fatto, per gli appassionati e per i miei colleghi. Ma sul non essere stato richiamato non posso essere dispiaciuto: mi dispiace, semmai, non aver avuto modo di contribuire alla resa finale di Evangelion».

 

Perché non l’hanno richiamata, secondo lei?

«Evidentemente non era quello che Netflix e la maggior parte del suo pubblico volevano».

 

Sono state diffuse le prime immagini di Erwig e la strega, il nuovo film di Goro Miyazaki prodotto dallo Studio Ghibli. È stato contattato per lavorare all’adattamento?

«Al momento no. Ma non è detto che succederà».

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Continua a pensare che il compromesso, in un adattamento, sia un errore? O ha cambiato idea?

«Onestamente no. Nella mia visione ogni semplificazione, ogni facilitazione, porta a un sacrificio di contenuto. E questa cosa è sbagliata, e lo sarà sempre. Negli anni ‘80, le televisioni locali erano invase dai cartoni giapponesi, perché costavano poco.

 

Con il tempo, sono diventati altro. E l’interesse è cresciuto, e il pubblico voleva sapere altro. Adesso siamo in un’altra fase: la provenienza di questi cartoni è la normalità, e ci si concentra su altro ancora. Però resta sempre una cosa: il contenuto».

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