amadeus fiorello franceschini

“BASTA, CHI ME LO FA FARE, MOLLO TUTTO, SE NON MI AMMALO DI COVID RISCHIA DI VENIRMI UN INFARTO” – LO SFOGO DI AMADEUS DOPO IL NO DI FRANCESCHINI AL PUBBLICO IN SALA A SANREMO – “L’ARISTON VA CONSIDERATO COME UNO STUDIO TELEVISIVO. SENZA PUBBLICO NON SI FA IL FESTIVAL E SE NE RIPARLA NEL 2022: CHE PROBLEMA C’È?” - "ALL'ARISTON SOLTANTO I VACCINATI", LA PROPOSTA SALVA-FESTIVAL DI BASSETTI…

Renato Franco per corriere.it

 

amadeus fiorello

Amareggiato e affaticato. Lo stato d’animo di Amadeus non può essere dei migliori. La sua giornata è cominciata male con il tweet di Franceschini a far prendere una brutta piega al suo umore. Così è iniziato il giro di telefonate, whatsapp e incontri. Il conduttore si è sfogato con chi gli sta vicino: basta, chi me lo fa fare, mollo tutto, se non mi ammalo di Covid rischia di venirmi un infarto, avrebbe confessato.

 

 

Sanremo è sempre complicato, ogni anno non mancano le polemiche. Ma quest’anno — con la pandemia in corso — è tutto più difficile. Amadeus non è un tipo malleabile, ha le idee chiare e continua a ripeterlo: non mi sono intestardito sulla presenza dei figuranti, non faccio i capricci, il calore del pubblico è essenziale per la riuscita dello spettacolo.

 

amadeus mentana meme

Non ha cambiato idea di un millimetro rispetto a quanto detto proprio pochi giorni fa al Corriere: «Dobbiamo offrire al pubblico a casa e agli artisti che sono sul palco la possibilità di avere uno spettacolo vero. Chi dice che il pubblico non serve fa un altro mestiere. Io non mi metto a sindacare sui protocolli sanitari e mi affido al giudizio di tecnici ed esperti. Su come si fa uno spettacolo invece penso di avere l’esperienza per sapere come si realizza uno show così importante».

 

dario franceschini con la mascherina 2

La sua posizione è tetragona. Amadeus non si capacita di queste difficoltà: non sono contro la legge, rispetto il Dpcm che consente la presenza del pubblico, l’Ariston va considerato come uno studio televisivo. È questo il suo mantra. Così come c’è il pubblico in altri show non capisce perché non dovrebbe esserci a Sanremo. Tanto più che il teatro è stato completamente cambiato e riadattato alle nuove esigenze che il virus impone: sono state levate le poltrone, sono state tolte 18 file, è stata chiusa la galleria, è stato ripensato da cima a fondo. Insomma il teatro va inteso come parte integrante della scenografia.

 

SANREMO AMADEUS

Del resto — ragiona Amadeus — le trasmissioni televisive in diretta o registrate possono svolgersi in presenza di pubblico, ossia comparse, figuranti, ospiti. Dunque perché non si può equiparare l’Ariston a uno studio che ospita «un programma tv seriale»? Concetti ribaditi sia al direttore di Rai1 Coletta sia all’amministratore delegato Salini che si è affacciato in una pausa del cda Rai. «Senza pubblico non si fa il Festival e se ne riparla nel 2022: che problema c’è?», ha detto ai due dirigenti.

 

E ancora una volta ha chiesto compattezza, come nell’intervista di pochi giorni fa: «Non vorrei che sembrasse che mi sono intestardito a fare Sanremo a tutti i costi. Lo devo volere la Rai, la discografia e la città di Sanremo. Lo dobbiamo volere tutti: o siamo compatti e lavoriamo per farlo al meglio oppure salta tutto». Nei colloqui Amadeus ha ribadito gli stessi concetti: non indietreggio perché lo spettacolo ha bisogno del pubblico.

 

AMADEUS CON LA PARRUCCA

Al di là delle ragioni della politica (di cui è intessuta la Rai) il ragionamento di Amadeus non sembra campato in aria. Sanremo è da tutti considerato e percepito come un evento televisivo e non certo come un evento teatrale, il suo successo è determinato non dai duemila spettatori paganti che in tempi normali entrano all’Ariston, ma dai milioni di spettatori che lo vedono in tv. E anche questo Amadeus lo sa.

 

 

BASSETTI

Novella Toloni per ilgiornale.it

 

La questione pubblico in sala è il nodo cruciale del prossimo festival di Sanremo.

amadeus fiorello

 

 

Se ne discute da mesi ma una posizione certa non è ancora stata presa dai vertici Rai e dagli organizzatori. Abolita l'idea della nave-bolla, l'ipotesi dei figuranti al teatro Ariston sembrava essere la più probabile. Il "no" del ministro Speranza, però, ha rimesso in discussione tutto e scatenato la reazione del direttore artistico Amadeus, che ha minacciato addirittura l'addio.

 

Quello che è certo è che serve un protocollo di sicurezza per ridurre a zero i possibili contagi da Covid-19 e tra le varie proposte, nelle ultime ore, è arrivata anche quella dell'infettivologo Matteo Bassetti.

 

dario franceschini con la mascherina

 

Il responsabile di Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino, intervistato da Telenord, ha avanzato una soluzione che annullerebbe i rischi di contagio, consentendo l'ingresso all'Ariston degli spettatori. Non è ancora chiaro quante persone - figuranti o spettatori - potranno sedersi nelle fila dell'Ariston ma l'importante, ha spiegato Matteo Bassetti: "E' che qualunque cosa si decida questo avvenga con un protocollo disegnato sulla base della capienza del teatro e poi i meccanismi si possono trovare".

MATTEO BASSETTI

 

Il meccanismo della bolla Covid free sembra essere il più accreditato e funzionale al modello organizzativo del festival di Sanremo. "L'idea è quella del meccanismo che oggi governa il mondo del calcio - ha spiegato Matteo Bassetti - potrebbe funzionare: tamponi ogni 3 giorni ed isolamento in bolla per un periodo congruo". Ma la soluzione migliore sembra essere quella di privilegiare i soli vaccinati:

 

"Ho proposto di riempire il teatro, magari non come nelle precedenti edizioni, con persone già vaccinate. In Italia abbiamo un milione e mezzo di vaccinati, sono prevalentemente operatori sanitari e residenti in rsa e quindi, per quest'anno, si potrebbero, passatemi il termine, premiare alcuni operatori che potrebbero essere estratti, che hanno fatto la seconda dose del vaccino e che potrebbero quindi essere più sicuri dei non vaccinati".

 

amadeus fiorello

La proposta dell'infettivologo Matteo Bassetti potrebbe essere una valida e concreta soluzione al veto imposto dal ministro della Salute Roberto Speranza e ribadito dal ministro Dario Fraceschini, che hanno detto "no" al pubblico in sala. Vaccinare chi siederà all'Ariston potrebbe essere l'unico modo per consentire il regolare svolgimento della popolare kermesse musicale giunta alla sua 71esima edizione. Questo senza scatenare l'indignazione generale dopo che da mesi teatri e cinema sono chiusi al pubblico.

amadeus LUCIO PRESTA AMADEUS A SANREMOamadeus sanremo giovani

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....