“CALIFANO, HAI SEMPRE DETTO CHE HAI AVUTO PIÙ DONNE MA NON È VERO”; “NO, CONFERMO. HO AVUTO PIÙ DONNE DI TUTTI” - LO STREPITOSO DUELLO TRA I DUE MASCHI ALFA, GIANFRANCO FUNARI E FRANCO CALIFANO (DI CUI RICORRE IL DECENNALE DELLA MORTE) – IL CALIFFO: “LE DONNE AMANO LA POSIZIONE MORE FERARUM”? MA CHE MORE E MORE, JE PIACE LA PECORINA” – LA CELLULITE CHE GLI FACEVA "UN FILO DI LIBIDINE", LA GAG CON IL VIGILE ALL’AEROPORTO E LE DONNE A CUI VA “SFONDATO” IL CU… - VIDEO

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Francesco Persili per Dagospia

 

gianfranco funari franco califano gianfranco funari franco califano

“Califano, hai sempre detto che hai avuto più donne ma non è vero…”; “No, confermo. Ho avuto più donne di tutti, di tutti…”. Era il 2007, ad "Apocalypse Show” sulla Rai, andava in scena uno strepitoso duello tra due maschi alfa, Gianfranco Funari e Franco Califano.

 

A rivederlo oggi ha la potenza di una sonora pernacchia a tutte le restrizioni del politicamente corretto, alle ubbie del femminismo tossico, alle neo-convenzioni paludate del teatrino televisivo. Il conduttore-showman e il cantante, di cui ricorre il decennale della morte, in quell’occasione rievocarono brani di vita e l’infanzia romana in via Famagosta: “Tu al bar con quelli più grandicelli, io con quelli più belli. Me le facevo tutte io”, la sottolineatura del “Califfo” che nel suo libello “Calisutra” scrisse: “Le donne amano la posizione more ferarum” (al modo delle fiere) precisando poi in una intervista a Antonello Piroso su “La 7”: “Ma che more e more, je piace la pecorina”

 

GIANFRANCO FUNARI FRANCO CALIFANO GIANFRANCO FUNARI FRANCO CALIFANO

Nonostante la fama di sciupafemmine, il "Prevert di Trastevere" ha magnificato la donna in parole e musica, ad iniziare dalla citatissima “Minuetto” interpretata da Mia Martini (“Troppo cara la felicità per la mia ingenuità/Continuo ad aspettarti nelle sere per elemosinare amore”). Tra l’altro fu sempre lui a sdoganare l’erotismo della buccia d’arancia (“Un’idea di cellulite mi fa anche un filo di libidine”) ché a una donna non servono regali, né complimenti, “a una donna devi sfondare il cuore coi sentimenti”.

 

 

FUNARI CALIFANO APOCALYPSE SHOW FUNARI CALIFANO APOCALYPSE SHOW

“Se rinascessi, vorrei rinascere ancora uomo. A essere donne si fatica troppo”, ammise Gianfranco Funari una volta ospite di Gigi Marzullo a "Sottovoce". “Mai stato donnaiolo, le donne che ho incontrato erano omaiole”. Nella stessa intervista “il giornalaio” della tv aggiunse una goccia di splendore: “Il successo è alcolico. Non va dato ai bimbi perché poi stanno male. Io l’ho incontrato a 52 anni. Ero troppo adulto per esserne sedotto. Di infantile in me c’è solo la gioia di vivere”. Un altro elemento in comune con il Califfo. Entrambi irregolari, poeti e teppisti, senza mezze misure. Il cantante nato su un aereo, che dopo aver multato il cuore “per qualunque eccesso” provò “il rischio di rinascere sotto le stelle” e l’ex croupier che ha giocato con politica e la televisione con il coraggio di chi sa che si può vivere, e bene, anche quando si spegne la lucetta rossa della telecamera: “Basta avere buona salute, una buona compagna e molti soldi”.

 

 

franco califano franco califano

Massimo Cotto nel libro “Pleased to meet you-Spigolature pop” racconta di quando Funari, ai tempi in cui era direttore dell’Indipendente, lo convocò in bagno per dirgli: “Me devi intervistà Califano”. “Col Califfo uscivo spesso. Era divertente e folle – scrive Cotto - La sua umanità era assoluta. Fragile e dolce dietro il paravento della sbruffonaggine (...)

 

MASSIMO COTTO COVER MASSIMO COTTO COVER

Funari gli chiese di farsi raccontare da Califano quando era stato in galera da cui era uscito pulito. Assolto con formula piena. “Arrivo a Fiumicino e lo vedo appoggiato alla sua Cadillac color panna. Mi chiede se mi va un caffè. In quel momento arriva un vigile che lo invita a spostare la macchina parcheggiata nello spazio riservato alla Polizia altrimenti gliela avrebbero portata via. E il Califfo: ‘Hai ragione, dagli un’occhiata tu, così sto tranquillo’. E gli gettò le chiavi della macchina….”

 

Graffiti di una Roma stradarola, ormai persa per sempre, che diventano struscio letterario nel programma tv il “Tornasole” di Andrea Pezzi quando, tra una citazione di Belli e una poesia di Trilussa, Funari lasciò scivolare alcuni versi di una canzone di Franco Califano: “Un vecchio pescatore nun po' più portà la barca a remi fin laggiù (…) 'Na vita dedicata tutta ar mare, ch'è stato er primo e l'urtimo suo amore. È la malinconia, è la malinconia...”

GIANFRANCO FUNARI 2 GIANFRANCO FUNARI 2

 

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