1- “L'ÉLITE HA SCELTO IL BRANO DI MAHMOOD PER DARE UN SEGNALE POLITICO AL GOVERNO”  
2. DAGO SCATENATO A “NON E’ L’ARENA” SULLA CLASSIFICA FINALE DI SANREMO: “IO PAGO QUASI UN EURO PER DARE IL MIO VOTO, POI ARRIVANO LA GIURIA D'ONORE E 400 GIORNALISTI E MI ROVESCIANO TUTTO. E' UNA TRUFFA! IL VERO PROBLEMA È QUESTO CONFLITTO CONTINUO TRA COLORO CHE SI SENTONO ÉLITE E IL VOTO POPOLARE, CHE DEVE ESSERE GUIDATO PERCHE' IL POPOPO BUE, POVERINO, NON E' ABBASTANZA RADICAL CHIC. MA SE IL FESTIVAL PERDE LA SUA NATURA NAZIONAL POPOLARE E DIVENTA IL PREMIO TENCO NON È FINITO, E' MORTO” - VIDEO

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Massimo Falcioni per http://www.tvblog.it

 

DAGO A NON E L ARENA DAGO A NON E L ARENA

A Non è l'Arena va in scena il vero Dopofestival, con Sanremo commentato da Vittorio Sgarbi e Roberto D'Agostino. Sulla vittoria di Mahmood: "Il voto che conta è quello del popolo". Il giornalista: "Ultimo sembra Vendola".

 

E alla fine il vero Dopofestival lo realizza La7. A Non è l’Arena va in scena il commento ‘a bocce ferme’ di Sanremo, con Massimo Giletti che cavalca le polemiche del giorno dopo incentrate sulla vittoria di Mahmood a scapito di Ultimo.

 

In campo l’artiglieria pesante, da Roberto D’Agostino a Vittorio Sgarbi, passando per Luca Telese. Il taglio del dibattito è politico. Si punta il dito contro la giuria d’onore, ‘colpevole’ di non aver rispettato il giudizio popolare, che tramite televoto aveva deciso tutt’altro. “Il voto non può che essere popolare”, tuona Sgarbi. “La poesia popolare appartiene a tutti, non ad alcuni specialisti. Va invalidato il giudizio, il voto che conta è il voto del popolo".

MASSIMO GILETTI MASSIMO GILETTI

 

Per il critico d’arte è una sorta di déjà-vu. Nel 2003 proprio su La7 realizzò un Dopofestival alternativo dal titolo Pluto. Una provocazione nei confronti di Pippo Baudo che prima l’aveva ingaggiato e poi scaricato dalla trasmissione di Raiuno.

 

Sgarbi litiga con Telese, mentre con D’Agostino l’intesa ormai è totale. I tempi de L’Istruttoria - dove volarono schiaffi e bicchieri d'acqua - sono lontani. “Se il festival perde la sua natura nazionalpopolare è finito”, afferma il fondatore di Dagospia. “Io pago quasi un euro per dare il mio voto, poi arrivano questi altri che mi rovesciano tutto. Il vero problema è questo conflitto continuo tra coloro che si sentono una élite e il voto popolare. Questa cosa qua fa infuriare”.

 

MAHMOOD MAHMOOD

Al talk non ci sono i cantanti, ‘recuperati’ in formato video come nel caso di Ultimo. Giletti mostra il suo battibecco coi giornalisti in conferenza stampa. “Assomiglia a Vendola in maniera impressionante” scherza Dago, che poi rivela: “Nei giorni precedenti tra lui e i giornalisti è stato uno scazzo continuo. Si è inimicato la giuria che ha votato. Ha pagato il suo modo coatto di rispondere”.

la rosicata di ultimo per sanremo 2019 la rosicata di ultimo per sanremo 2019 ultimo ultimo

 

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