francesco maria colombo

“È INIZIATO IL SECOLO BUIO DELL'OPERA” - IL CRITICO E DIRETTORE D'ORCHESTRA FRANCESCO MARIA COLOMBO DEFINISCE "UN GESTO SCADENTE" LA CENSURA DI UN "BALLO IN MASCHERA" DI VERDI (“DELL'IMMONDO SANGUE DEI NEGRI”, È STATO SOSTITUITO CON “DEL DEMONIO MAGA SERVILE”) – "LIBRETTI E TRAME STRAVOLTE DAL POLITICAMENTE CORRETTO, CARRIERE STRONCATE DAL ME TOO E DALLA RUSSOFOBIA, MUSICISTI SCELTI PER ETNIA E GENERE E NON PER IL TALENTO: SIAMO ALLA BARBARIE" - ANCHE LA TRAMA DELLA CARMEN DI BIZET VENNE STRAVOLTA IN ONORE DELLA LOTTA AL FEMMINICIDIO. “L'ENNESIMA SCIOCCHEZZA CHE…”

Carlo Melato per “la Verità”

 

francesco maria colombo

Con l'eleganza di Sherlock Holmes e la perizia di chi, oltre a fare il critico dalla platea, si è distinto nel mondo salendo sulla pedana del direttore d'orchestra, Francesco Maria Colombo è tornato sul luogo del delitto. L'ultimo di una lunga serie nel campo dell'Opera. Kaiserwalzer, la sua trasmissione su Classica Hd, ha risolto infatti il caso riguardante Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi, messo in scena al Teatro alla Scala il mese scorso.

 

Una (gelida) manina - non sappiamo di chi - era intervenuta pesantemente sul libretto di Antonio Somma, impedendo al compositore «che pianse e amò per tutti» (come scrisse Gabriele D'Annunzio) di dipingere un animo intollerante attorno a un personaggio: il primo giudice. Il suo insulto all'indovina Ulrica, «dell'immondo sangue dei negri», è stato infatti censurato in favore di un più socialmente accettabile «del demonio maga servile».

ballo in maschera verdi

 

Un gesto «gramo e scadente», lo ha definito Colombo, paragonandolo a un episodio del 1941, quando «Morte ai tedeschi» della Forza del destino - sempre del povero Verdi - divenne «Morte ai nemici», per non turbare la Germania hitleriana.

 

Per il musicista e musicologo, che ora si dedica con la stessa passione ai romanzi e alla fotografia, non si tratta di riabilitare una parola che oggi viene usata in senso dispregiativo, ma di denunciare una falsificazione: «Per sentirci al sicuro», ha spiegato Colombo, «ci inventiamo un 1858 che non è mai esistito, in cui la parola "negro" non veniva pronunciata, anche se allora aveva un significato diverso. E facciamo questo non sulla base di scelte personali, ma in virtù di un pensiero unico che stabilisce cosa può essere detto e cosa no. Non siamo più in grado di avere un rapporto dialettico con la storia».

ballo in maschera verdi 5

 

Se, per timore che qualcuno si offenda, facciamo diventare un po' più buoni i cattivi, il racconto va a rotoli.

«Soprattutto in Verdi, artefice di una drammaturgia millimetrica, nella quale nulla è lasciato al caso. Le dirò di più, censurare la verità storica è un problema in sé, ma farlo con le sue opere è assurdo. Se c'è stato uno che ha sempre dato voce agli impresentabili quello è stato proprio Giuseppe Verdi. I protagonisti del suo teatro sono un moro (Otello), un mulatto (La forza del destino), una puttana (Traviata), un gobbo (Rigoletto)... Verdi amava questi personaggi e non ne aveva paura. Noi sì».

francesco maria colombo kaiserwalzer negri 3

 

Il compositore di Roncole dovette tenere testa, in vita, alla censura austriaca, borbonica (tanto è vero che portò via da Napoli Un ballo in maschera) e pontificia. Oggi, da morto, non ha potuto difendersi da quella scaligera?

«La censura c'è sempre stata e continua oggi, anche se non ce ne rendiamo conto.

La vera vittima di tutto questo comunque non è Verdi, perché la sua opera rimarrà, al di là di come viene eseguita. Le vittime siamo noi. E a questo punto mi porrei una domanda».

 

Quale?

turandot

«Queste falsificazioni a chi giovano? A nessuno, né alle minoranze, né all'integrazione. L'unico scopo è adeguarsi a un parametro collettivo che non corrisponde ad alcun progetto culturale autentico. Per questo dico che il problema non è la Scala, ma quello che è successo a Milano è un segno dei tempi».

 

Qualche anno fa, la trama della Carmen di Bizet venne stravolta in onore della lotta al femminicidio: la bella sigaraia non veniva uccisa, ma era lei a far fuori Don José.

francesco maria colombo kaiserwalzer negri 6

«L'ennesima sciocchezza che non ha aiutato a combattere la violenza sulle donne. Allo stesso modo, ho letto sul New York Times di una Turandot di Puccini messa in scena in Canada cambiando i nomi delle tre maschere - Ping, Pang e Pong - perché avrebbero messo in burletta un gruppo etnico riconoscibile. È pura follia. Non si conosce Puccini, che nella Butterfly fa di una giapponese l'eroina e di un bianco americano il cattivo. E poi, parte della bellezza di Turandot è proprio la dipintura di un mondo orientale fantastico: la Cina delle fiabe. Quei nomi hanno una connotazione poetica, non caricaturale».

carmen

 

Anche l'Aida ormai inizia a essere definita un'opera colonialista.

«Chi vede nel passato qualcosa che non va dovrebbe studiarlo, dibatterlo, anche avversarlo. L'importante è non riscrivere la storia a piacere».

 

Oltre alla revisione politicamente corretta dei libretti, negli ultimi anni il mondo dell'opera è stato travolto anche dall'onda del Me too.

Alcuni big della musica sono stati cacciati da grandi teatri al comparire delle prime accuse, alcune verificate, altre meno «Il criterio dovrebbe essere elementare: tutti i comportamenti illeciti accertati da un giudice devono essere puniti. Il problema è che hanno iniziato a emettere sentenze i tribunali interni alle fondazioni e ai teatri, in base a codici etici totalmente arbitrari. Siamo alla barbarie. Anche perché queste condanne illegittime vengono date in pasto ai social, segnando la damnatio memoriae di grandi musicisti».

 

Dei quali, applicando la cancel culture, vengono poi fatte sparire le tracce, anche discografiche.

carmen 1

«Ricordo un articolo, che mi fece rabbrividire, di un critico del New York Times che confessava di non sapere se buttare i dischi del direttore d'orchestra James Levine, coinvolto pesantemente negli scandali. Un altro caso indecente è stato quello della radio di Montreal, che ha iniziato a trasmettere le incisioni di un direttore straordinario come Charles Dutoit, senza menzionarlo, ma citando solo l'orchestra. Siamo al punto di partenza: inventiamo una realtà parallela nella quale gli orchestrali suonano senza il direttore...».

francesco maria colombo 22

 

Cortocircuito per cortocircuito, in questo manicomio mancava solo la russofobia musicale, anche retroattiva, scattata dopo l'invasione dell'Ucraina.

«Alcune star che hanno appoggiato pubblicamente le azioni militari di Vladimir Putin se la sono andata a cercare. Molti altri artisti invece sono stati discriminati in quanto russi e questo non è accettabile. Anche perché poi a pagare sono i musicisti più giovani e meno famosi e alcuni giganti come Ciaikovskij e Rachmaninoff. Difficile che fossero putiniani Se vogliamo fare un bilancio, il mondo della musica mi sembra paralizzato dal terrore di fare qualcosa di scorretto. Anche quando bisogna selezionare i musicisti per un'orchestra».

 

A cosa si riferisce?

francesco maria colombo kaiserwalzer negri 7

«In America si inizia a ragionare per quote etniche e di genere. Il talento non è più l'unico criterio. Per questo sta sparendo il paravento dietro il quale il candidato suonava per evitare che si verificassero favoritismi di qualunque tipo. Il paradosso è che se il talento rimanesse la bussola, l'orchestra avrebbe una sua naturale varietà».

 

Se fino a qualche anno fa era il Medioevo a essere definito «secolo buio», contro il parere di illustri studiosi, oggi per il pensiero dominante le tenebre arrivano fino all'altro ieri. A questo punto viene da chiedersi quando e chi ha acceso la luce.

colombo 7

 

«Io credo che il secolo buio sia questo. Viviamo in una società nella quale la galanteria sta diventando illegale: se chiedo a una ragazza di uscire a bere un cocktail devo portarmi l'avvocato».

 

A giudicare dai suoi libri, i cocktail, al pari dell'arte e della fotografia, sono una cosa estremamente seria.

«Forse troppo, visto che una mia pagina social è stata oscurata perché avevo pubblicato la ricetta originale del Negroni» (ride). «Siamo nelle mani di un algoritmo che non sa distinguere una bevanda da un'espressione razzista. E forse dovremmo riflettere di più sui gruppi di potere che hanno messo le mani sugli strumenti di comunicazione globale. O pensi, scrivi, reciti come dicono loro o ti cancellano. È decisamente inquietante».

francesco maria colombo kaiserwalzer negri 4francesco maria colombo kaiserwalzer negri 5kaiserwalzer negri 2francesco maria colombo kaiserwalzer negri 8francesco maria colombo kaiserwalzer negri 9 kaiserwalzer negri 1francesco maria colombo putin gergiev

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…