niccolò ammaniti

“MARIA CRISTINA SI PASSA I CAPELLI DIETRO L’ORECCHIO E GUARDANDO IN MACCHINA GLIELO PRENDE IN BOCCA”. NEL NUOVO ROMANZO DI AMMANITI IL VIDEO REVENGE PORN E IL RACCONTO STRACULT DI UNA SCOPATA - "QUANDO POI SIAMO ARRIVATI AL PREMIER CHE AVREBBE UNA AMANTE, MA È UNA VOCE MESSA IN GIRO DA UNO CHE NON È STATO NOMINATO MINISTRO… SONO TORNATO ALLA REALTÀ. SU QUESTE COSE CI INFORMA DAGOSPIA CHE È MEGLIO DI UN ROMANZO DI AMMANITI" – DAGORECENSIONE

Dagorecensione a N.Ammaniti “La vita intima”, Einaudi

 

niccolò ammaniti

Le paginate sui giornali, vabbé, quello è uno scambio di amicizia come il Premio Strega al Veronesi di turno. Ma quando l’ho visto una sera al Tg1 delle 20 a presentare il suo libro mi sono detto: “Caspita, devo guardarci dentro. Se il marketing della fu Einaudi è riuscito a imporre a dei giornalisti che non ne hanno nemmeno letto una riga una intervista di 45 secondi al figlio del celebre psichiatra Massimo Ammaniti sul suo nuovo libro, bisogna vederlo!”. Ci abbiamo tentato per voi, non siamo arrivati alla fine e abbiamo saltato qualche pagina. A ogni riga la nostra vita interiore o intima (anche noi ne abbiamo una) diceva: ma perché stai a perdere tempo con ‘sta roba qui?

 

Comunque, il romanzo “La vita intima” è questo: Maria Cristina, 42 anni, ex modella ha ovviamente una giovinezza di tragedie che le consente di presentarsi con la consueta lagna con la quale oggi ogni donna si presenta sui giornali. Faccio qualche esempio da ieri: Chiara Ferragni: “Noi donne lasciate sole durante il parto, anch’io ho rischiato”;

 

Beatrice Rana, 29 anni star della musica classica alla Scala: “Per farmi conoscere sono dovuta andare in Canada, crescere al sud implica avere minore accesso”; Anonima: “Trent’anni fa Domingo infilò la sua mano nella tasca posteriore dei miei pantaloni”, che memoria, signora mia!

niccolò ammaniti cover

 

Le tragedie di Maria Cristina sono queste: la madre è morta quando era ancora bambina, un fratello è morto durante un’immersione in Grecia e in primo marito (uno scrittore, ma va là!) è pure lui morto durante un incidente stradale. Al netto di tutte queste esequie, però, la “sfortunata” Maria Cristina non vende pesce all’ortomercato bensì è la moglie del primo ministro, un po’ in crisi con il suo partito, una specie di Pd diciamo.  Ha poi una  figlia adolescente Irene, il proletario amico d’infanzia Luciano (“tondo e irsuto come un panda”) e vagonate di parrucchieri (hair scluptor o hair stylist, boh), ristoratori, yoga center, hospitality e varia vita da pariolina che Alberto Sordi c’avrebbe fatto ridere mentre Ammaniti cerca la discrasia (si dice così, no?) tra questo apparire della first lady e, poverina, la sua vita interiore. In effetti il mondo è pieno di questi hair scluptor e vari venditori di fuffa che nemmeno nel paese dei balocchi di Pinocchio se n’era vista “così tanta, ch'io non avrei mai creduto che morte tanta n'avesse disfatta”: ma questo è T.S .Eliot e lo capiscono tutti che non è Ammaniti!

 

niccolò ammaniti

Veniamo al dunque: il video revenge porn che l’amico Nicola Sarti fa ritrovare a Maria Cristina. La scena è questa: Nicola si allunga tra lenzuola sporche, con scatole di wafer in giro, costumi bagnati, carte della pizza e vaschette di gelato nel letto. Sistema l’obiettivo per riprendere Maria Cristina “nuda, piatta come una tavola”. Il passo è fondamentale per la Weltanschauung ideologica, perché da giovane Maria Cristina è “piatta come una tavola”, ma più avanti con gli anni deve essersi rifatta le tette perché Ammaniti scrive: “Lo stringe appena temendo che avverta la consistenza sintetica del seno”. Ma continuiamo con la scena porno-soft.

 

Prima della porno-ripresa si passano la birra “come per infondersi coraggio”. Poi si rotolano tra le lenzuola in quella “penombra asfittica”, lei gli passa le dita tra i capelli e lui, frettoloso, “gettando sguardi in macchina, le spinge la mano verso l’inguine. Lei la lascia un po’ lí, come dimenticata, poi gli prende l’uccello in mano e comincia a masturbarlo. Il pene fatica a crescere e il volto di Nicola Sarti appare e scompare dietro le scapole magre di Maria Cristina, che offre la schiena e le sue intimità all’obiettivo.

 

 

Lui le sussurra qualcosa di incomprensibile indicando la telecamera, facendole segno di girarsi. Maria Cristina è scossa da una risatina nervosa, come indecisa, poi si mette in piedi sul materasso, il collo piegato per non sbattere contro la tuga, si gira, pianta per un istante gli occhi dentro la macchina, si abbassa e si accoccola su di lui nascondendolo. Adesso nell’inquadratura ci sono le piante dei piedi sporche di briciole, le cosce e il pene finalmente eretto di Nicola Sarti.

niccolo ammaniti

 

Maria Cristina si passa i capelli dietro l’orecchio per non nascondersi all’obiettivo e guardando in macchina glielo prende in bocca”. Di tutta questa scena la parola che mi ha colpito è stata tuga, che è un termine nautico, che non c’entra niente con il resto del linguaggio. La tuga in una imbarcazione è la parte rialzata rispetto al piano di coperta al fine di aumentare l’altezza in cabina. Ma se uno usa il termine tuga, allora, anziché “prenderlo in bocca” avrebbe dovuto scrivere, che so, “esegue una fellatio, ovvero una pratica di sesso orale che consiste nella stimolazione del pene tramite la bocca”.

 

Tutto il testo è scritto con un lessico oscillante tra parlato banale, termine copiato da Wikipedia e termini tecnici e zeppo di metafore che fanno ridere. Prendiamo a pag.41: “Lentamente, come una libellula che si libera dell’esuvia, Maria Cristina allunga le gambe sopra il piumone e spalanca le braccia cercando di fare il punto sulle sue condizioni di salute. Lo stomaco non male, ma ha gli elettrodi di Frankenstein avvitati nelle tempie”. Dicasi esuvia (Ammaniti l’avrà cercato come noi su Wikipedia) “lo strato superficiale del tegumento, che durante la muta di alcuni animali si stacca sotto forma di membrana”: ma si può usare un termine così in un romanzo?

 

niccolo ammaniti

Quanto al resto dev’essere un omaggio a Mary Shelley. Andiamo avanti: “Un essere ovoidale si affaccia dalla porta. Le spalle sono così spioventi che la testa pare avvitata direttamente sulle scapole. I capelli prosperano come un cespo di scarola. La barba dura come nylon si arrampica oltre gli zigomi”: ma che comparativi anatomici sono? I capelli come un “cesto” di scarola? Forse ceppo di scarola. Il nylon, più che duro è resistente. Le scapole stanno dietro. Ma… Ancora: “Si tira su i pantaloni. Le chiappe, invecchiando, hanno traslocato nel ventre adagiato come un marsupio sul pube”: le chiappe cadenti possono andare a coprire il ventre? Su, un minimo di anatomia. E poi, si sta parlando di un uomo: il marsupio è solo delle femmine di mammiferi. Vabbé l’omaggio al gender fluid ma…

 

Parlando della giornalista Mariella Reitner (una specie di Fallaci) la descrive così: “vista al naturale la donna sembra un orcio pugliese dotato di vita. Non supera il metro e sessanta, una dermatite seborroica le copre la schiena e le braccia e sessant’anni di abusi di grassi saturi, zuccheri, alcol l’hanno erosa come il pilone di un molo, la pelle ha un colorito malsano”. Anche qui c’è il reato di abuso di metafora: “dermatite seborroica” è un termine da esame dermatologico, l’orcio pugliese non ha una sua forma univoca tale da far identificare la figura della giornalista che vuol descrivere e su un pilone in acqua si depositano microrganismi e alghe… come si fa ricondurre questa immagine a quella di una donna che ha assunto molti zuccheri?

ammaniti

 

Quando poi siamo arrivati al premier che avrebbe una amante chiamata Gilardoni, ma è una voce messa in giro da uno che non è stato nominato ministro…vabbé, ho lasciato perdere e sono tornato alla realtà. Su queste cose ci informa quotidianamente Dagospia che è meglio di un romanzo di Ammaniti.

niccolo ammanitiLO PSICHIATRA MASSIMO AMMANITINICCOLO AMMANITI

 

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….