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“MI VERGOGNO DEL MIO PASSATO PORNO ” - TRA LE PENTITE DELL'HARD AGGIUNGETE ANCHE MIA KHALIFA CHE DOPO L’ADDIO ALLA FREGNA-XXX, CINQUE ANNI FA, ORA FRIGNA DI ESSERE STATA INGANNATA E ALTRO BLA BLA - BARBARA COSTA: “SPUTA SEMPLICEMENTE NEL LETTO DOVE HA TROMBATO. SE LEI ORA E' UNA POTENZA DEI SOCIAL E' “GRAZIE AL PORNO”. E OGNI COSA CHE FA, ANCHE LA PIÙ STUPIDA, DIVENTA VIRALE PER QUEI FILM DI 5 ANNI FA” - FOTO + VIDEO PORCELLINI

MIA KHALIFA - VIDEO

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Barbara Costa per Dagospia

 

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“Quei tre mesi nel porno mi perseguiteranno fino alla morte”: benvenuto alla nuova puntata della telenovela da me chiamata "I dolori di Mia Khalifa", puntata in cui tramite una raccolta di firme su Change.org si tenta non si sa come di cancellare dal web i video in cui i cattivoni del porno spacciano il ritorno all’hard di Mia l’eroina, la quale però col porno vuole averci più nulla a che fare. Mia Khalifa, per chi non sa chi è (cioè per chi in questi anni è stato su Marte, e quindi è giustificato!) spiego che è una ex pornostar oggi influencer da 21 dico 21 milioni di followers su Instagram, che vanno sommati all’armata che la segue sugli altri social, più i nuovi arrivati dal suo fresco sbarco su TikTok.

 

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Una fama planetaria, un c*lo fisso al top su Pornhub e affini, per una che ha lasciato il porno da ben 5 anni, e niente, non ce la fa, a uscire dalla mente e dal desiderio di milioni di utenti arrapati davanti ai suoi porno che sono sempre gli stessi, smerciati per nuovi, montati e rimontati ad arte per f*ttere la masturbatoria libido di uomini in calore per le tettone (false) di questa femmina araba (vera) islamica (falso) dalle natiche (vere, credo) svettanti in imprese anali ma adornanti pure magliette, coperte, lenzuola, utensili vari, cover di tablet, pc, smartphone, e tatuaggi.

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E per chi si fosse persa qualche puntata di suddetta telenovela, eccone un veloce porno-riassunto: Mia Khalifa nasce in Libano, a 7 anni si trasferisce con la famiglia negli Stati Uniti, e dopo un mese c’è l’attentato alle Torri Gemelle. Te lo ricordi quel periodo? Vedevamo in ogni persona dai tratti mediorientali un possibile terrorista intenzionato a farci saltare in aria, e la piccola Mia, unica mediorientale della sua scuola, è bullizzata e emarginata. Finita la scuola Mia va al college e poi a vivere col suo ragazzo a Miami.

 

Mia è grassa, piatta, e insicura, lavora in un fast-food, il suo ragazzo la opprime. Dimagrisce e si rifà le tette. Un agente porno la nota e le chiede di posare nuda. Mia accetta e, dopo le foto, firma un contratto con BangBros., casa di produzione porno al top. BangBros. è alla ricerca di ragazze arabe da lanciare in porno che ribaltino il concetto di passività islamica, mostrandole sessualmente libere, emancipate, padrone di vessare gli uomini, che se li sc*pino e si facciano sc*pare con sommo gusto.

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Mia non lo sa, ma è la persona giusta al momento giusto: il suo "Mia Khalifa is Cumming for Dinner" è un porno bomba, infrange ogni record di views, conquista la sozza attenzione generale, e Mia si ritrova da un giorno all’altro più conosciuta di pornostar di grido.

 

Il porno di Mia è cliccato anche nel mondo islamico che si incaz*a a morte a vedere una donna che fa porno con l’hijab: è irridente, e blasfemo. Terroristi dell’Isis fanno circolare il fotomontaggio del corpo di un prigioniero con accanto la testa mozzata di Mia Khalifa. La ragazza si spaventa, e lascia il porno. Dal momento in cui ha iniziato a pornare, al successo fino alla minaccia dell’Isis sono passati soli tre mesi, durante i quali Mia ha girato 12 scene porno.

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Un’inezia, eppure sono queste le scene tutt’oggi straviste: oltre mezzo miliardo di clic. Fuori dal porno, Mia fa la contabile e la segretaria. Ma il porno la perseguita: tutti la riconoscono, sanno chi è. La cercano sui siti i colleghi, la addita chi la vede in giro. È un assedio. Mia si sposta sui social, diventa commentatrice sportiva per un canale web, poi modella, poi web-cuoca.

 

La seguono in milioni, fan per cui è e continua ad essere colei che ha fatto porno. Capisci il dramma? Conta nulla che Mia non sia musulmana ma cattolica, conta quell’hijab indossato per compiere atti impuri in un threesome mezzo lesbico. Mia va in analisi, si trova una life-coach e su suo consiglio denuncia la sua verità: il porno l’ha usata, e ingannata. Va alla BBC, e ai giornali di carta e online ripete la sua dolente versione: lei è stata nel porno dall’ottobre 2014 al gennaio 2015, ha girato 12 scene, sono i produttori che seguitano a mettere online suoi nuovi porno, in realtà un minestrone rimontato di quelle 12 scene, per le quali è stata pagata 12 mila dollari, 9 al netto delle tasse.

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Il porno l’ha truffata, lei ha firmato senza leggerlo bene e senza un avvocato un contratto che le nega i diritti di immagine e nome. Il porno l’ha molestata, sul set, dove le mani di non si sa chi sono andate oltre il consentito. Sebbene sui set siano stati tutti gentili con lei, sono stati quelli del porno a forzarla a pornare con l’hijab.

 

Una versione dei fatti ripetuta all’infinito in posa triste, ribadita in concomitanza a ogni sua “svolta della mia vita post porno” con relativo lancio di una sua nuova vita mediatica. Ma BangBros. contrattacca e vuole denunciarla per diffamazione: con noi Mia ha firmato un contratto identico a quello che firmano le altre. Ma quali 12 mila, i dollari da lei guadagnati sono 178 mila. Nessuno l’ha costretta a indossare alcunché, e chi è che l’ha molestata?

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Fuori i nomi! Altri dicono che non è vero che è stata nel porno 3 mesi, v’è stata 2 anni, fino al 2017: ci sono suoi porno amatoriali. E leggi qua: a "Hero Magazine", Mia ha confessato: “Mi vergogno del mio passato, ma al contempo sono orgogliosa di ciò che ho fatto. Fare porno è stata adrenalina pura, ti senti al centro del mondo”. Porno come dopamina, e vai in down quando non lo fai.

 

Chi mente? Chi ha ragione? Imperversano gli avvocati in cerca di un accordo. È giusto dire che Mia Khalifa sputa nel piatto dove ha mangiato? Ha credito chi le ricorda che lei è ora una potenza dei social media “grazie al porno” e che ogni cosa che fa, anche la più stupida, diventa selvaggiamente virale per quei suoi porno di 5 anni fa?

 

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Oggi Mia vive a Los Angeles, è al secondo matrimonio, è sempre cercatissima sui siti porno, non si riesce a pornamente saziarsi di lei. I suoi followers su Ig non fanno che aumentare e però, che disdetta, è stata costretta a disattivarne per un po’ i commenti perché “gli haters minano la mia tranquillità”.

 

Mia continua imperterrita a lagnarsi del suo passato porno (“i mesi più tossici e bassi della mia vita”), dice che l’America è razzista e intanto ci vive, e con 15 mila dollari si rifà il naso “perché troppo mediorientale”, posta foto coi brufoli in quanto mostrare i brufoli è il must, e non si depila le braccia perché i suoi peli sono realtà. Mia Khalifa ha ciò che quasi chiunque vorrebbe avere: la fama.

 

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Quella vera, non millantata, enorme, social ma reale. Senti la sua risposta alla domanda delle domande: “Mia, perché hai fatto porno?” “In quel momento, sentivo un gran bisogno di attenzione maschile. Mi sono detta: ma sì, lo faccio, sarà il mio piccolo segreto indecente”. Segreto?!? Nell’era del web, e dei social?!? Arrivederci alla prossima puntata. Spoiler: Mia vuole un figlio! E però, con il suo passato porno-sozzo, come si fa? Per non parlare dei postumi da stress traumatico che il porno le ha causato e che nelle stories vengono a galla! Eh, sono problemi: tu che dici?

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