giuliana de sio

“NATALE? PASSERÒ UNA SETTIMANA NELLA MIA CASA ROMANA SENZA FARE NULLA, CERCANDO DI TRANQUILLIZZARMI. DEL NATALE NON MI IMPORTA GRANCHÉ” - GIULIANA DE SIO IN VERSIONE GRINCH PARLA ANCHE DEL RUOLO CHE PORTA IN SCENA ALL’AMBRA JOVINELLI: “SONO UNA MADRE CHE CERCA DI ACCUDIRE TUTTI, UN RUOLO INEDITO PER ME CHE NON HO AVUTO FIGLI. NESSUNO MI HA PERCEPITO COME UNA DONNA MATERNA. NON RIESCO NEANCHE AD ACCUDIRE ME STESSA, FIGURIAMOCI GLI ALTRI..."

giuliana de sio 2

Katia Ippaso per "il Messaggero" - Estratti

 

Infermiera, moglie, madre. Una donna a cui tutti si appoggiano, per il suo alto senso di responsabilità, per il modo con cui ha saputo curare e sedare le ansie e le ferite di tutti. È Fran, la protagonista femminile di Cose che so essere vere, a cui dà corpo e voce Giuliana De Sio, da domani all'Ambra Jovinelli.

 

«È un personaggio difficilissimo, come è difficile l'intera partitura, affidata a movimenti sottili dell'anima», spiega l'attrice che, dall'inizio di ottobre, cioè dal debutto torinese (lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile di Torino), non ha smesso di occuparsi di questa sua creatura: «Con il tempo, la mia ansia non diminuisce», confessa De Sio che assieme alla compagnia orchestrata da Valerio Binasco (anche in scena nel ruolo del marito Ben) accorda gli strumenti con cura maniacale: «Prima di andare in scena, ogni sera rifacciamo una specie di prova generale, per trovare l'armonia, il giusto equilibrio dei toni».

giuliana de sio 1

 

(...) Quali sono le cose che sappiamo essere vere?

«Questa è una battuta che dice la figlia più piccola verso la fine della pièce, nel momento in cui si accorge dell'infelicità che c'è in questa sua famiglia che credeva perfetta. Ogni personaggio porta la sua verità, che va a rompere l'ordine di una famiglia molto unita che ha saputo amarsi».

 

giuliana de sio elio petri copia

L'equilibrio si rompe per troppo amore?

«L'amore non manca in questo nucleo familiare. Bovell sceglie di raccontare tutti i punti di vista con un tono anche leggero, delicato, senza rinunciare a scene di alta drammaticità e ad un finale tragico».

 

In una di queste scene drammatiche lei fa una confessione inaspettata a suo marito Ben. Come vive quel momento?

«È un momento che va a sommarsi ad altre delusioni. Dopo quella confessione, qualsiasi coppia si separerebbe, invece a loro non accade. Perché conoscono la resilienza».

giuliana de sio alessandro haber 1

 

Che tipo di madre è la sua Fran?

«È una grande madre che cerca di accudire tutti. Negli anni, ha sviluppato un senso di controllo maniacale ed è in grado di leggere dall'espressione degli occhi, cosa stanno provando i suoi figli. Fran è una portatrice insana di sentimenti sani. Tra tutti, è quella che porta più sentimento in scena. Un personaggio del tutto inedito per me, che non ho avuto figli».

 

giuliana de sio

In che modo ha espresso la maternità, nella sua vita?

«In nessun modo. Non mi sono mai sentita materna, nessuno mi ha percepito come una donna materna. Non riesco neanche ad accudire me stessa, figuriamoci gli altri. Tutto quello che ho saputo fare è interpretare madri buone o cattive».

 

(...)

"Cose che so essere vere" si interromperà il 22 dicembre, per Natale. Come passerà le feste?

«Passerò una settimana nella mia casa romana senza fare nulla, cercando di tranquillizzarmi. Del Natale non mi importa granché».

giuliana de sio

 

(...)

Lei che rapporto ha con la natura?

«Rimango sempre estasiata di fronte alla natura, ma rimango un animale di città».

"Cose che so essere vere" compone anche una sinfonia delle stagioni nel corso di un anno intero. In che modo viene percepita sulla scena? «In maniera molto tangibile. Si avvertono i suoni della natura, i canti degli uccelli».

francesca fagnani giuliana de siogiuliana de sio e dagogiuliana de sio e GIULIANA DE SIO AL MAREgiuliana de sio ballando con le stellegiuliana de sio massimo trosi 2

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”