bianca berlinguer

“NON MI PIACCIONO I 'FIGLI DI' CHE SI LAMENTANO DI ESSERLO PERCHÉ QUESTA CONDIZIONE TI DÀ PIÙ VANTAGGI CHE SVANTAGGI” – BIANCA BERLINGUER: “NON BISOGNA ESSERE IPOCRITI. E POI NEL MIO CASO IO ANCORA OGGI SENTO IL FORTISSIMO AFFETTO CHE C’È NEI CONFRONTI DI PAPÀ – LE TRE PERSONE IMPORTANTI DELLA MIA STORIA PROFESSIONALE: SANDRO CURZI, GIOVANNI MINOLI E MICHELE SANTORO – ORSINI A CARTABIANCA? HA SUSCITATO MOLTI PIÙ COMMENTI POSITIVI CHE NEGATIVI. DEL RESTO C’È UNA PARTE DEGLI ITALIANI CHE LA PENSA COME LUI. MAURO CORONA? FIN QUANDO CI SARÀ LA TRASMISSIONE, LUI CI SARÀ – IL RAPPORTO CON I MIEI FRATELLI? LA NOSTRA È UNA FAMIGLIA IN CUI SI DISCUTE MOLTO, SPESSO LITIGANDO… SENTO MARIA E LAURA DUE, TRE VOLTE AL GIORNO, VEDO MENO MIO FRATELLO PERCHÉ VIVE IN SPAGNA. LA NOSTRA È STATA SEMPRE UNA FAMIGLIA IN CUI SI DISCUTE MOLTO, SPESSO LITIGANDO…”

Maria Teresa Meli per www.corriere.it

 

BIANCA E ENRICO BERLINGUER

Bianca Berlinguer, saltiamo qualche preambolo: lei ultimamente si è trovata al centro di molte polemiche, ci ha fatto il callo o le dà fastidio?

«Non posso certo dire che mi faccia piacere, ma sicuramente ormai mi ci sono abituata. Gli ultimi anni al Tg3, quando ero direttrice, sono stati difficili, soprattutto durante il governo Renzi. Ma anche il periodo più recente è stato abbastanza complicato. Mai mi sarei aspettata che si potessero scatenare polemiche così violente nei confronti di #cartabianca per il solo fatto di aver dato voce a tante opinioni diverse, come del resto hanno fatto tutti gli altri talk».

 

LUIGI MANCONI E BIANCA BERLINGUER

E per quale motivo secondo lei tanto livore proprio nei suoi confronti?

«Potrei risponderle un po’ scherzando è un po’ seriamente che mi capita di assommare tre elementi: sono donna, lavoro per la Rai e sono figlia di Enrico Berlinguer. E pensi che per me si tratta di tre qualità, che spero di meritare».

 

Lei è una donna forte, si è chiesta perché spesso le donne forti vengono classificate come bisbetiche, zarine, e chi più ne ha più ne metta? Insomma nei loro confronti si applica invariabilmente un cliché molto collaudato.

«È vero, c’è un cliché ancora molto rigido che si applica alle donne che mostrano una certa personalità. Se sanno tener duro e non piegarsi vengono classificate infallibilmente come cattive, zarine, scorbutiche».

 

BIANCA BERLINGUER CON LA FIGLIA GIULIA

Anche lei infatti è stata definita una zarina.

«Le dirò la verità, quando hanno cominciato a chiamarmi così - e questo è successo ancora prima che diventassi direttrice del Tg3 - davo a quel soprannome un significato esclusivamente negativo. Adesso ho un po’ modificato la mia opinione».

 

Cioè?

«Se ti trovi a ricoprire un ruolo di direzione è inevitabile doversi assumere la responsabilità di gestire ciò che comporta nel bene e nel male. E di conseguenza di sentirti dare della zarina».

 

Lei all’inizio della sua carriera ha sofferto il fatto di essere figlia di?

orsini bianca berlinguer

«Io penso che rimarrò per tutta la vita figlia di Enrico Berlinguer. Soprattutto dal punto di vista dell’impatto emotivo che il nome di mio padre ha ancora sull’opinione pubblica. All’inizio è stato difficile perché dovevo affermare la mia identità individuale, come accade a tutti figli di personalità pubbliche. Però non mi piacciono i “figli di” che si lamentano di esserlo perché in realtà questa condizione ti dà più vantaggi che svantaggi, non bisogna essere ipocriti. E poi nel mio caso io ancora oggi sento il fortissimo affetto che c’è nei confronti di papà, e che in parte è stato riversato su di me, e la cosa mi fa indubbiamente piacere. Però ammetto che ci sono dei casi in cui essere figlia di Berlinguer costituisce un peso».

BIANCA BERLINGUER CON IL PADRE ENRICO

 

Quando?

«Quando in tv dico o faccio qualcosa che suscita polemiche, ci sono subito quelli che sui social scrivono commenti del tipo “tuo padre si sta rigirando nella tomba”, che è una frase ignobile e doppiamente offensiva: nei confronti di papà perché si ha la presunzione di sapere che cosa una persona morta quasi quaranta anni fa penserebbe oggi. E nei miei confronti perché non si ammette che io possa essere indipendente e che possa avere opinioni diverse da quelle che si presume dovrebbe avere avere mio padre».

 

mauro corona e bianca berlinguer

È accaduto per Alessandro Orsini?

«Guardi, Orsini ha suscitato molti più commenti positivi che negativi. Del resto c’è una parte degli italiani che la pensa come lui. E io ritengo che sia giusto dare voce a tutti perché è l’unico modo per consentire agli spettatori di formarsi una propria opinione e per alimentare la discussione pubblica».

 

A proposito di Orsini, e Corona? Continuerà a lavorare con lui?

alessandro orsini

«Corona ormai fa parte integrante della “famiglia” di #cartabianca . Fin quando ci sarà la trasmissione ci sarà Corona».

 

Si definirebbe una donna di sinistra?

«Certamente (risata). Nessuno potrebbe mai dire che sono di destra».

 

Qual è stata la persona più importante della sua vita professionale?

«Sicuramente Sandro Curzi. Per me una figura fondamentale. Se non avessi fatto l’esperienza del Tg3 con lui non sarei stata quella che sono oggi. Ma devo molto anche a Giovanni Minoli, che mi ha insegnato il linguaggio di una tv innovativa. E poi a Michele Santoro. Ecco, queste sono le tre persone importanti della mia storia professionale».

SANDRO CURZI

 

Se lei non avesse fatto la giornalista che avrebbe fatto?

«La psichiatra. E devo dire che per dirigere un telegiornale o un talk show c’è bisogno di avere anche qualche nozione di psicologia».

 

Lei ha una figlia, Giulia, di 23 anni: è stato difficile, soprattutto nei primi anni, conciliare il ruolo di madre e quello di giornalista?

«Spero di essere riuscita a conciliare le due cose, ma è evidente che sono stata una madre meno presente di altre. Perché comunque fare la giornalista spesso significa lavorare nei week end e finire molto tardi la notte. Però non mi pare che Giulia ne abbia particolarmente risentito. Ora mi capita di scherzare con lei: se avessi avuto una madre troppo invadente, per te sarebbe stato peggio. Ma battute a parte, ormai moltissimi figli sono abituati a mamme che lavorano. Non è, e per fortuna, una situazione eccezionale».

BIANCA BERLINGUER

 

Con il suo compagno, Luigi Manconi, litiga mai parlando di politica?

«Discutiamo, perché siamo tutti e due molto appassionati di politica. E non abbiamo sempre la stessa idea».

 

Ma lei quando non lavora, nel tempo libero, che fa?

«Cerco di stare il più possibile con mia figlia. Naturalmente sono cambiati i ruoli, prima chiedeva lei di me, adesso sono io che la inseguo, che le chiedo di cenare insieme e lei risponde, come fanno i ragazzi di quell’età: “Cerco di organizzarmi”. E poi amo molto fare sport».

 

bianca berlinguer luigi manconi foto di bacco (4)

Lei ha due sorelle e un fratello, com’è il rapporto tra di voi?

«Siamo molto uniti. Sento Maria e Laura due, tre volte al giorno, vedo meno mio fratello perché vive in Spagna. La nostra è stata sempre una famiglia in cui si discute molto, spesso litigando, ma abbiamo un rapporto profondissimo che durerà per tutta la vita».

 

Lei è nata e vissuta a Roma, come ci si trova?

«È la città che amo di più, ma oggi si trova in condizioni disastrose e questo mi fa male. Mi piange il cuore quando vedo un simile stato di degrado».

 

Poi c’è la Sardegna.

BIANCA BERLINGUER E LUCA TELESE

«Ci andavo fin da piccolissima con papà, e ci vado ancora: la considero la mia terra. Mio padre mi ha insegnato ad amarla e io ho fatto lo stesso con Giulia. Peraltro, per un singolare caso della vita, il mio compagno è sassarese».

 

Lei doveva sposarsi con Manconi, poi questo matrimonio non c’è più stato...

«Avevamo fatto il giuramento, poi abbiamo soprasseduto perché c’era stata una forte ondata di ritorno del Covid. Lo faremo il prossimo anno...».

 

Lei è una bella donna, quanto ha contato il suo aspetto nel lavoro?

«Ha contato certamente e mi ha dato sicurezza, ma da una certa età in poi ciò che è davvero importante è sapersi accettare così come si è».

 

giovanni minoli

Si ha l’immagine di suo padre come di un uomo molto serioso. Era così anche con voi quando eravate piccoli?

«Quell’immagine si deve prima di tutto al fatto che l’intera politica all’epoca era seria e seriosa e non riesco a considerarlo un difetto. Tanto è vero che papà a casa era tutt’altro: disponile e divertente, pronto quando eravamo piccoli a giocare con noi, inventava storie, ci accompagnava al luna park, che era una sua grande passione, ad arrampicare sulle rocce e ad andare in barca».

 

Vi sgridava?

LAURA BERLINGUER

«Si, ma senza troppo impegno e raramente».

 

Così, su due piedi: il primo episodio del passato di famiglia che le viene in mente.

«Io avevo sei anni, Maria quattro e Marco tre quando mio padre lo perse a Venezia, intento come era a seguire le figlie che giocavano con i piccioni in piazza San Marco. Disperato, cominciò a correre tutto intorno alla piazza più volte. Fino a quando arrivò mia madre che era andata in farmacia e insieme tornarono al punto dove Marco era scomparso e lo ritrovarono proprio lì seduto su un canale in lacrime. Fu un momento di grande sollievo festeggiato con un grande cornetto ripieno di gelato».

bianca berlinguer e mauro coronagennaro sangiuliano bianca berlinguer foto di baccobianca berlinguer 2BIANCA BERLINGUER ANDREA SCANZIalessandro orsini mauro corona ospite di bianca berlinguer 7andrea scanzi e orlando ospite di bianca berlinguerBIANCA BERLINGUER E MAURO CORONA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”