baudo vespa

“LA PACE CON VESPA? NON HO VOGLIA E NON ME NE FREGA NULLA” – BAUDO TORNA SULLA LITE IN DIRETTA CON "BRU-NEO" A CAUSA DI UNA FOTO DI SANTORO: UNA COSA ALLUCINANTE. APPENA VIDE QUELL’IMMAGINE VESPA ANDÒ SU TUTTE LE FURIE. UNA FOTO CHE NON ANDÒ NEMMENO IN ONDA" – E POI SANREMO, IL FLOP DELLA CANZONE DEL SECOLO, CORRADO, VERDONE, GIUNI RUSSO, BERLUSCONI E LA MANCANZA DI NOSTALGIA PER LA TV: “BASTA SHOW, C’E’ UN TEMPO PER TUTTO” - VIDEO

 

Massimo Falcioni per tvblog.it

 

baudo vespa

Pippo Baudo è la televisione, la televisione è Pippo Baudo. Adorata, inseguita, trasformata, dominata. Eppure scoperta tardi, non per decisione sua, ci mancherebbe. “Nel 1956 venne installato un grande ripetitore sul Monte Faito in Campania che consentì al segnale di arrivare in Sicilia”, ricorda il conduttore a TvBlog. “Quando la televisione arrivò da noi era già esploso il grande successo di Lascia o Raddoppia. Siccome il giovedì sera i cinema si svuotavano, i proprietari decisero di proiettare in sala la trasmissione di Mike e noi andavamo a vederla là”.

 

images

L’amore per il palcoscenico, in ogni caso, si era impossessato da tempo di Baudo. Ad appena sei anni, infatti, vestì a teatro i panni del figlio di Santa Rita Da Cascia: “Quell’esperienza si rivelò così profonda che il palcoscenico mi conquistò e non mi abbandonò più. Man mano che crescevo pensavo ad esibirmi, allo spettacolo. Diciamo che ero predestinato”.

 

eb ab f eb ca fb bde a

Un predestinato che realizzò il suo sogno nel 1959, anno del suo primo programma, Guida degli emigranti. “Per me fu molto formativo – confessa – essendomi laureato in legge avevo studiato Diritto Coloniale, una materia suppletiva del corso di Giurisprudenza. Mi portarono a visitare gli emigranti in giro per l’Europa. In Belgio conobbi il padre del cantante Adamo, era un minatore. Mi confidò: ‘mio figlio non farà mai questo mestiere, si respira solo carbone’”.

 

Scoprì la tv in ritardo. Significa che fino a quel momento c’era stata solo la radio?

LITE BAUDO VESPA index

Sì, ricoprì un grande ruolo. Se ho una pronuncia italiana quasi perfetta lo devo alla radio. All’epoca gli annunciatori non erano come quelli di adesso, godevano di una dizione perfetta. Così quando arrivai a Roma ero già pronto. Avevo ascoltato di tutto, dai programmi musicali ai radiogiornali.

Il destino l’ha portata spesso ad ereditare i programmi di Corrado.

Sono legato in qualche modo alla sua carriera. Addirittura, quando Corrado passò dalla radio alla tv per andare a fare L’Amico del Giaguaro a Milano con Gino Bramieri, Raffaele Pisu e Marisa Del Frate, io lo sostituii proprio alla radio con Gran Galà.

 

La storia si ripeté sia a Canzonissima che a Domenica In.

VESPA BAUDO E CLERICI index

A Domenica In lui lasciò perché aveva litigato col presidente della Rai Paolo Grassi, che lo aveva criticato definendo il contenitore privo di cultura. A quel punto chiamarono me, presi il suo posto senza volerlo.

 

Fra voi si sviluppò una rivalità?

No, il rapporto era buono. Non potevi non volere bene a Corrado, possedeva la tipica ironia e comicità romana. Ma non era affatto cattivo.

 

Riguardo alle fasi più complicate della sua carriera, ne ho individuate quattro: la lite con la Rai che la portò per la prima volta alla Fininvest, l’intervento alle corde vocali del 1996, il secondo ritorno a Mediaset alla fine degli anni novanta e lo scontro col direttore Del Noce nel 2004.

Con Del Noce non litigai, ci fu un vivace scambio di idee, ma rimanemmo molto amici. Per il resto ha ragione, gli altri avvenimenti sono tutti giusti.

vespa baudo pagespeed ce XdDDqwZZIh

 

Del primo accordo con la Fininvest si è scritto molto. Al contrario, si sa poco dei motivi che la spinsero a tornarci dieci anni dopo.

Non mi trovavo bene in Rai, avevo problemi di riambientamento. Berlusconi mi telefonò e mi fece la proposta: ‘vuoi tornare?’. Ci riprovai. Ma con tutto il rispetto per Mediaset, la mia casa era la Rai.

Su Canale 5 propose La canzone del secolo, ma si rivelò un flop.

baudo bongiorno corrado tortora

Non mi trovai bene per niente. Voleva essere un omaggio alla storia delle canzoni, ma siccome il regista Pier Francesco Pingitore era legato al Bagaglino, ci inserì dei comici. Era un cocktail non gradevole, un impianto di robe diverse mischiate. Infatti non funzionò.

 

Quindi rientrò in Rai. Pur di tornare in pista ripartì con un programma quotidiano su Rai 3, alle quattro di pomeriggio.

Giorno dopo Giorno mi venne offerto affinché lo rifiutassi, invece accettai subito. Il cachet era inesistente. La trasmissione era di importazione americana, durava mezz’ora ma appena si liberarono degli spazi la allargai. Ebbe talmente tanto seguito che l’allora direttore Francesco Pinto propose di inventare uno show nuovo di prima serata e nacque Novecento. Ottenne un successo enorme.

mina tra pippo baudo, mike bongiorno, corrado ed enzo tortora nel varieta' sabato sera del 1967

 

Il suo grande amore è e resta Sanremo.

I miei Festival sono tutti stati grandi successi. Portai all’Ariston Bruce Springsteen, Whitney Houston, Madonna. I più grandi venivano a Sanremo.

 

Specialmente con Madonna nacque una particolare sintonia.

Fu molto simpatica e amichevole. Circolava voce che avesse un carattere insopportabile e prepotente, non era vero. Quando venne a cantare Take a Bow le proposi di modificare il finale. La canzone terminava sfumando, le dissi che non chiudeva bene. Lei ascoltò il mio consiglio e accettò di provare delle modifiche. Di lei non posso che parlare bene.

 

CORRADO - MIKE BONGIORNO - PIPPO BAUDO

L’edizione del 2003 fu assai complicata. Mediaset dall’altra parte cominciò a controprogrammare…

Loro combattevano, giustamente. Respingevano gli assalti di Sanremo.

 

In compenso riuscì a riportare in gara Giuni Russo. Come la convinse?

Il merito va a Franco Battiato che mi telefonò: ‘Pippo, devi ascoltare questo pezzo’. Giuni era in una situazione drammatica dal punto di vista fisico. Era malata di cancro e faceva la chemio. Si presentò con una canzone bellissima, autobiografica, Morirò d’Amore. La presi immediatamente e ringraziai Battiato.

 

baudo

L’ultimo suo Festival, nel 2008, incontrò parecchie difficoltà fin dalla prima sera, quando vennero rinvenuti in un pozzo i corpi dei due fratellini di Gravina a poche ore dall’esordio.

Mi ricordo. Quello non fu un gran bel Festival. Chiambretti mi chiese la cortesia di fare il presentatore e siccome lo stimo tanto accettai la formula del ’50 e 50’. Ma Piero è soprattutto un comico e tendeva a sfottere i cantanti che non volevano essere presentati da lui. Venivano da me a lamentarsi. L’artista che fa Sanremo vuole essere valorizzato, non sfottuto.

Si narra che Carlo Verdone non pretese cachet per le ospitate, ma solo una cassa di arance siciliane. E’ vero?

Può darsi! Le mandavo a tutti, all’epoca ero produttore di arance, è il mio regalo caratteristico nei confronti degli amici.

PIPPO BAUDO FRANCO BATTIATO

 

Ritiene che il conduttore di Sanremo debba essere anche direttore artistico?

Se è competente musicalmente, senz’altro. Mike si limitava a presentare, non entrava nei discorsi legati alle canzoni, non era attrezzato.

Tra le sue invenzioni c’è stato anche il preserale Luna Park.

Il successo della Ruota della Fortuna aveva iniziato a far perdere punti anche al Tg1. Mi chiamò la direzione della Rai chiedendomi di trovare qualcosa per contrastare Bongiorno. La popolarità di Luna Park fu tale che dopo pochi anni la Ruota venne chiusa.

PIPPO BAUDO E GIGI PROIETTI

 

Lunedì Frizzi, martedì Carlucci, mercoledì Venier, giovedì Lambertucci, venerdì Bonolis e sabato lei. Fu sua pure la decisione delle conduzioni multiple?

Sì, li scelsi io. Eravamo un gruppo di amici, ci divertivamo. Soprattutto Bonolis con la Zingara. Essendone l’autore io c’ero tutti i giorni, anche quando non conducevo.

 

Con Bruno Vespa si è mai chiarito?

No e non ho voglia di farlo. Non me ne frega niente.

 

baudo sanremo

Litigaste in diretta a Centocinquanta durante i festeggiamenti per l’Unità d’Italia. Tutta colpa di una foto di Michele Santoro apparsa in studio per celebrare i giornalisti della Rai.

Una cosa allucinante. Appena vide la foto di Santoro andò su tutte le furie, si arrabbiò. Una foto che tra l’altro non andò nemmeno in onda.

Le manca il video?

Non ho nostalgia, sinceramente. Se capiterà la possibilità di qualche ospitata, la farò volentieri. Ma non me la sento più di assumermi le responsabilità di uno show. C’è un tempo per tutto e bisogna guardare anche l’anagrafe.

venier baudopippo baudosanremo chiambretti baudopiero chiambretti pippo baudo sanremopippo baudo e beppe grillo 1

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...