emanuele trevi

“IL POLITICAMENTE CORRETTO È IL REGNO DELLE MEZZE TACCHE, MI DÀ FASTIDIO CHE VENGA IDENTIFICATO CON L’ESSERE DI SINISTRA” - EMANUELE TREVI MENA DURO: "TRA LE MIE CONOSCENZE NESSUNO È D'ACCORDO CON L'ASTERISCO DI GENERE, MA MI DICONO CHE NON CONVIENE DIRLO - RIPULIRE IL PROPRIO LINGUAGGIO DA ASPETTI PATRIARCALI O SCIOVINISTI? L'OBBLIGO DEGLI ASSURDI FEMMINILI È DI PER SÉ PRESCRITTIVA E DA LIBERTARIO NON L'ACCETTO" - IL LIBRO

Barbara Tomasino per “Libero quotidiano”

 

emanuele trevi

«Le grandi idee hanno spesso testimoni illustri: pensiamo al pacifismo con Russell e Einstein, il femminismo di Susan Sontag, e così via. Invece il politicamente corretto non ha delle figure di rilievo, più che altro mezze tacche, burocrati estensori di programmi scolastici. C' è di fondo un anonimato che crea un ricatto, come se si fosse sviluppato un senso comune - a cui non puoi non aderire - senza che nessuno ci abbia messo la faccia».

 

Emanuele Trevi, classe '64, è uno degli scrittori più irregolari degli ultimi 20 anni: iconoclasta, sottilmente sovversivo, molto intelligente, inafferrabile e talvolta "scomodo". Alcune sue opere hanno segnato il corso della narrativa contemporanea, come Qualcosa di scritto (2012) su Pasolini e Laura Betti e Sogni e favole (2019) su Amelia Rosselli.

 

politicamente corretto

Trevi, come un flâneur della letteratura, ha attraversato le vite di decine di protagonisti della cultura italiana del secolo scorso, restituendo attraverso la sua scrittura un racconto che è parte biografia, parte autocoscienza, parte sogno e parte incanto indicibile della parola scritta che si riverbera tra le strade di Roma, nel tintinnìo dei bicchieri a cena, nel silenzio degli sguardi colmi di ricordi e compassione, come nell' ultimo, struggente racconto di amicizia che è Due vite (Neri Pozza, pp. 144, euro 12).

trevi cover

 

battaglie ridicole Quando il "collega" Francesco Piccolo ha dichiarato in un' intervista di non sentirsi in colpa per l' animale maschio, bianco, borghese che si porta dentro, Trevi non ha esitato: «Sono assolutamente d' accordo con lui, il politicamente corretto è un mostro senza testa e mi dà fastidio che venga identificato con l' essere di sinistra. Tra le mie conoscenze nessuno è d' accordo con l' asterisco di genere, ma mi dicono che non conviene dirlo, meglio adeguarsi».

 

Per lo scrittore queste sono battaglie ridicole: «Noi siamo per combattere i nemici veri, la gente che ha combattuto i nazisti non era affetta da narcisismo etico, sarebbe rimasta a bocca aperta sapendo che le nostre battaglie hanno questo tenore morale. Un altro aspetto che non mi piace è quello normativo: se una persona decide di ripulire il proprio linguaggio da aspetti patriarcali o sciovinisti, perché si preoccupa se Trevi scrive la Morante invece di Morante? L' obbligo degli assurdi femminili è di per sé prescrittiva e da libertario non l' accetto».

politicamente corretto

 

«Il codice si allarga ogni giorno», prosegue lo scrittore, «un idiota si alza e ne tira fuori una nuova ma perché devo dire la sindaca? Sono puttanate, ma tanto vale non dirlo, ci costa poca fatica aderire a questo codice».

 

Una delle iniziative più assurde, sottolinea Trevi, in nome di un presunto "femminismo" di deriva #Metoo, è quella della Women' s Prize For Fiction: ristampare una collana di 25 romanzi scritti da donne sotto pseudonimo maschile, tra cui George Eliot (vero nome Mary Ann Evans) e George Sand (ovvero Amantine Lucile Aurore Dupin), tradendo di fatto le volontà delle autrici che avevano scelto lo pseudonimo in assoluta libertà secondo criteri d' ispirazione che non ci è dato discutere.

 

politicamente corretto

«Dalle università americane è bandita la tragedia greca, le scuole inglesi hanno eliminato La bella addormentata nel bosco, l' ultima roccaforte saranno i paesi latini che hanno un codice potente nei rapporti tra uomini e donne che è la galanteria, arcaico e contestato, ma che assorbe le tensioni e sposta verso il bene la relazione tra i due sessi», afferma lo scrittore.

 

Sa di attirare molte critiche facendo affermazioni del genere, ma candidamente risponde che non gli importa perché sa di essere una brava persona. «Citando Cristina Campo, il senso di colpa è un non senso. Mi sento in colpa quando faccio una singola azione sbagliata o che non ritengo alla mia altezza, ma la condizione umana è talmente difficile che eventuali vantaggi acquisiti per nascita o per fortuna esistenziali, mi sono sempre sembrate irrisori, ho lasciato sempre la porta aperta al mondo».

politicamente corretto 1

 

L' essere libertario è un tratto distintivo di Trevi, traspira da ogni pagina dei suoi scritti e, quando gli domandiamo cosa ne pensa del tema del fine vita, del lavoro di gente come Marco Cappato, lui risponde: «È un fattore di civiltà, ho mandato dolcemente nel paradiso dei cani un essere che ho amato moltissimo, gli uomini hanno meno diritto ad una buona morte degli animali? Chi non fa una legge per la buona morte si macchia di un crimine contro l' umanità», sentenzia Trevi.

 

raffaele la capria e emanuele trevi

«La politica non ha uno sguardo ad ampio raggio, si muove sulle emergenze e sulle piccole conquiste come l' abolizione della prescrizione e il taglio dei parlamentari che sono "specchietti per allodole che bloccano la società, non si pensa in grande e quindi umanamente. Penso che la chiesa cattolica o si presenta alle elezioni o non può influenzare in maniera incontrollata la vita politica e sociale italiana».

 

Per lo scrittore romano noi siamo anche inconscio, pensiamo che certe cose tocchino agli altri, quindi non ne parliamo, allontaniamo da noi il pensiero. «Ma Cappato è quello che si può definire un eroe, come le persone che salvano vite negli ospedali, ha dedicato la sua esistenza per il bene degli altri. E il fatto che non ci sia una legge chiara che ci tuteli su questo tema delicato è per me un crimine come il gas nervino, ci vorrebbe un Tribunale dell' Aia che ci sanzioni».

EMANUELE TREVI 1politicamente correttopoliticamente correttoemanuele trevi e gabriella buontempomarco cappato 2cappatoemanuele trevi er francesino aurelio picca antonio gnoli

Ultimi Dagoreport

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”