paolo pietrangeli

“PRENDETE LA FALCE PORTATE IL MARTELLO, SCENDETE GIÙ IN PIAZZA PICCHIATE CON QUELLO” – COSA DIREMMO OGGI DELLE CANZONI DI PAOLO PIETRANGELI, SCOMPARSO IERI A 76 ANNI? CHE SONO UN'ISTIGAZIONE ALLA VIOLENZA? CHE SONO PIENE DI HATE SPEECH? - GUCCINI: "CONTESSA”? ERA UN PO’ RETORICA, MEGLIO “VALLE GIULIA”. ANCHE SE I GIOVANI OGGI ASCOLTANO ALTRO. DEL RESTO, ASCOLTANO POCO PURE LE MIE, DI CANZONI...” - VIDEO

 

Antonio Lodetti per "il Giornale"

 

paolo pietrangeli

«Caro Paolo, chi ha compagni non morirà». Così scrive Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione comunista ricordando il cantautore Paolo Pietrangeli, artista militante scomparso ieri a 76 anni.

 

Cantante impegnato come pochi altri, di lui si ricorda soprattutto Contessa, l'inno militante della sinistra rivoluzionaria che incitava minaccioso: «Compagni dai campi e dalle officine/ prendete la falce portate il martello/ scendete giù in piazza picchiate con quello/ scendete giù in piazza affossate il sistema». Parole dure, parole di battaglia che infuocarono gli studenti rivoluzionari del '69 e il movimento di lotta operaio. La canzone è rimasta un inno per la sinistra nostalgica ed è stata ripresa da numerosi artisti, celebre la versione «combat folk» dei Modena City Ramblers.

 

paolo pietrangeli maria de filippi

Duro e puro, Pietrangeli veniva chiamato dagli amici il gigante buono, e ha diviso la sua carriera tra musica, impegno politico e civile e anche regia cinematografica e televisiva. Nonostante il suo credo, fu per anni regista alla Fininvest di programmi come il Maurizio Costanzo Show, per non farsi mancare niente, ma nessuno ha mai detto nulla sulla sua coerenza. Figlio d'arte (il papà è il regista Antonio Pietrangeli), già nel 1961 è attivo nella musica popolare militando nel Nuovo Canzoniere Italiano con brani folk e della tradizione popolare italiana.

 

Pietrangeli si può definire il Woody Guthrie italiano, anche se non poteva vantare l'immenso repertorio del cantante americano che portava sulla sua chitarra la scritta «This machine kills fascists», questa macchina uccide i fascisti. Già prima di Contessa Pietrangeli si era impegnato nelle lotte studentesche partecipando attivamente al Movimento e scrivendo un brano, Valle Giulia, che documenta È morto il cantautore Paolo Pietrangeli.

PAOLO PIETRANGELI 19

 

Lo annuncia in una nota Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea. Era i primi scontri tra studenti e polizia. Sono i tristemente famosi scontri dell'1 marzo 1968, quando, appunto a Valle Giulia, a Roma, si fronteggiarono studenti e poliziotti, dando il via al movimento rivoluzionario. «Non siam scappati più/ non siam scappati più» diceva trionfalmente il ritornello del pezzo che raccontava e preconizzava un lungo periodo di battaglie e di violenza. Pietrangeli ha composto numerosi brani tra cui l'inno di Rifondazione nato a Roma il 29 aprile del 1945.

 

paolo pietrangeli

Le sue canzoni, come Contessa e Valle Giulia, sono state la colonna sonora del Sessantotto più intransigente. comunista, e se viene ricordato principalmente per Contessa che si può definire, per l'incedere armonico-ritmico, al di là dei contenuti, un classico della nostra canzone popolare, Pietrangeli ha scritto diversi album dai significativi titoli come Mio caro padrone domani ti sparo targato 1969 fino a sconfinare nel jazz nel 2015 con Paolo e Rita insieme alla pianista jazz Rita Marcotulli. Nel 2008 la casa editrice Ala Bianca - nota per le sue ricerche in ambito folk e popolare - pubblica una raccolta di Pietrangeli dal titolo Antologia che contiene una cinquantina di brani dell'artista con cinque inediti tra cui La questione meridionale e Dibattito sulle sorti della sinistra e mozioni contrapposte in una notte desolata. Sul finire degli anni Sessanta, grazie al suo impegno e alla sinistra imperante nel mondo culturale, si dedica anche al cinema diventando aiuto regista per personaggi quali Bolognini, Visconti e Fellini.

paolo pietrangeli mariangela melato

 

Debutta come regista nel 1974 con il documentario Bianco e nero, che indaga sul mondo neofascista da lui tanto odiato. Tra i suoi film la versione cinematografica di Porci con le ali (1977) e I giorni cantati (1979) cui partecipa anche il suo amico Francesco Guccini, la cui rivoluzionaria La locomotiva è considerata dagli studiosi di musica popolare la più bella ballata folk italiana. Sempre attento alle questioni sociali, gira anche Genova per noi, indagine sui tragici fatti del G8.

 

paolo pietrangeli 9

Progressivamente Pietrangeli abbandona musica e regia cinematografica e passa a quella televisiva, dedicandosi a programmi di intrattenimento come Maurizio Costanzo Show e persino il talent Amici di Maria De Filippi. Non dimentica però le sue origini e si candida due volte alla Camera con Rifondazione comunista (senza venire eletto) e ancora nel 2018 con Potere al popolo, dopo aver militato per un breve periodo in Sel di Nichi Vendola.

 

 

GUCCINI

Matteo Cruccu per corriere.it

 

Erano due facce della stessa medaglia, anche se declinate in modo un po’ diverso: uno comunista militante, legato alla canzone politica tout-court, l’altro più anarchico e meno «retorico», certo più popolare a livello di pubblico, anche se la platea alla fine, per entrambi, era la stessa, quella impegnato degli anni 60 e 70.

GUCCINI PIETRANGELI

 

E in quella stagione il «comunista» Pietrangeli, scomparso lunedì all’eta di 76 anni, e «l’anarchico» Guccini hanno più volte incrociato le loro strade, prima sui palchi dei concerti, poi addirittura su un set cinematografico. «Non ci sentivamo da tanto ma ci siamo sempre stimati a vicenda, sapevo che era logorato dal male, mi dispiace molto anche perché era più giovane di me» racconta l’81enne cantautore dal suo eremo di Pavana sull’Appennino toscoemiliano in cui dimora da tempo.

 

Come vi conosceste?

paolo pietrangeli 8

«Apriva i miei concerti negli anni 70, lui da solo con la chitarra. Nacque un’amicizia che culminò poi in un film “I giorni cantati”».

Come fu l’esperienza cinematografica?

«Facevo la parte di me stesso, c’erano anche Mariangela Melato e recitava e dirigeva lui. Un manifesto d’epoca, forse un po’ ingenuo, sulle speranze deluse di un cantautore. Mi han detto che aveva una piccola parte Roberto Benigni, non me lo ricordo...».

Si ricorda invece bene di «Contessa»..

«Sì, e sarò sincero: non era la mia preferita delle sue».

 

Perché?

«La trovavo un po’ retorica e per certi versi anche anacronistica. A mio parere, tirare in ballo contesse in quegli anni era fuori tempo massimo e dipingere quell’aristocrazia reazionaria come unico nemico di classe era irrealistico. Le destre erano già altra cosa, nel 1966-68. Molto meglio Valle Giulia».

paolo pietrangeli 7

Come mai?

«Perché é una cartolina autentica del clima esplosivo ma anche speranzoso di quel fatidico 1968. Io ero studente a Bologna e mi resi conto da subito che stava succedendo qualcosa d’ epocale, ma anche di strano, non sapevamo davvero cosa aspettarci».

 

Se non è «Contessa» la sua colonna sonora della Contestazione, qual è allora?

«Ho sempre preferito gli stranieri, Bob Dylan per dire, rappresentavano meglio quell’ansia di libertà. Anche perché, a dire il vero, i nostri «tuttopolitici» come Pietrangeli erano in realtà molto pochi».

 

A Pietrangeli molti avrebbero contestato poi la sua collaborazione con Mediaset, tra Costanzo e De Filippi, dal «nemico» Berlusconi.

«Mah, Paolo alla fine era un figlio d’arte, suo padre grande regista e quindi evidentemente quel lavoro ce l’aveva nel sangue. Certo, penso che. a volte, specialmente nei momenti del Berlusconi sceso in campo, si deve essere sentito molto in difficoltà».

paolo pietrangeli 6

Ma canzoni come«Contessa» hanno ancora senso oggi?

«Credo rappresentino una stagione antica della nostra storia, i giovani ascoltano altro. Del resto, ascoltano poco pure le mie, di canzoni...».

paolo pietrangeli 5paolo pietrangeli 2paolo pietrangeli 17paolo pietrangeli 16paolo pietrangeli 12paolo pietrangeli 13paolo pietrangeli 14paolo pietrangeli 15paolo pietrangeli 10paolo pietrangeli 1i giorni cantatipaolo pietrangeli 3

 

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…