vladimir putin ucraina 4

“QUALUNQUE COSA L'UCRAINA AVESSE FATTO CHE NON FOSSE STATA ABDICARE A SE STESSA AVREBBE AVUTO LA GUERRA” - LO SCRITTORE ANTONIO SCURATI: “L'UCRAINA NON AVEVA SCELTO DI ENTRARE NELLA NATO, COME DICE QUALCHE FAUTORE DEL PACIFISMO A OGNI COSTO. LA NEUTRALITÀ CHE SI INVOCA È SCRITTA NELLA COSTITUZIONE UCRAINA. GLI UCRAINI ASPIRANO A CONDIVIDERE I NOSTRI VALORI E GLI STILI DI VITA DEMOCRATICI E LIBERALI. È IN QUEL MOMENTO CHE LA RUSSIA HA DECISO LA GUERRA. L’AUTOCRITICA DEGLI INTELLETTUALI D'OCCIDENTE SFOCIA IN FORME NEVROTICHE. QUESTO AUTOCOLPEVOLIZZARSI È UNA DEGENERAZIONE DELLA CANCEL CULTURE”

ANTONIO SCURATI

Francesco Olivo per “La Stampa”

 

Prima di mettersi a studiare la vita di Benito Mussolini, Antonio Scurati, scrittore e saggista, ha analizzato in profondità la guerra e i suoi effetti sull'opinione pubblica. Quegli scritti, che potrebbero essere ripubblicati presto, sono tornati tragicamente di attualità con l'invasione russa.

 

Scurati, lei sta scrivendo il terzo volume della sagra di M. in cui racconta lo scoppio della Seconda guerra mondiale, vede delle similitudini con il presente?

PUTIN IN VERSIONE HITLER SU UN TABLOID POLACCO

«Sono refrattario ai paragoni storici, ma ci sono dei tratti di agghiacciante simmetria tra la condotta pratica e verbale di Putin nel momento in cui invade l'Ucraina e quella di Hitler quando aggredisce prima la Cecoslovacchia e poi la Polonia».

 

Dove vede queste simmetrie?

«Dall'abbandono delle politica da parte di Putin. Hitler dal '38 non ragiona in termini politici, ma escatologici, apocalittici e religiosi. Crede di andare incontro a un Armageddon con un nemico mortale che prevede. Temo che Putin stia ormai dentro questa dimensione e che ogni tentativo di comprendere le sue mosse in termini politici manchi il bersaglio».

 

Ci sono altre similitudini?

ANTONIO SCURATI - M IL FIGLIO DEL SECOLO

«Il pretesto delle minoranze da tutelare, Hitler fece lo stesso con i sudeti e poi con Danzica. Poi c'è l'azione pervicace che Putin porta avanti: ha cominciato in Cecenia, poi ha bombardato la popolazione civile della Georgia, poi ha preso la Crimea, ha usato le armi chimiche in Siria e adesso l'Ucraina. È la stessa metodica determinazione di Hitler che annette l'Austria, poi la Cecoslovacchia, poi la Polonia. E ogni volta chi lo sta a guardare ha la tentazione di dire che non si spingerà oltre».

 

Non sarà così scriteriato da allargare il conflitto a un Paese Nato?

«Messa in una prospettiva storica, la minaccia putinania porta con sé questo monito. Se non fosse fermato, e in parte già lo è stato, in Ucraina si può pensare che avrebbe proseguito con i Paese baltici».

 

Il dilemma sull'invio delle armi è quello che si presentò a Danzica?

«Sì. Intendiamoci, la probabilità di un'estensione del conflitto al mondo intero non è la stessa del 1938. Ma sulla questione ucraina si potrebbe applicare la magistrale sintesi di Churchill quando dopo la Conferenza di Monaco fulminò Chamberlain dicendo "dovevate scegliere tra la vergogna e la guerra. Avete scelto la vergogna, avrete la guerra". Vale anche per le mire di Putin».

vladimir putin in versione hitler

 

L'Occidente doveva muoversi prima?

«L'Ucraina non aveva scelto di entrare nella Nato, come dice qualche fautore del pacifismo a ogni costo, spero in buona fede. Non c'è nessuna procedura per l'ingresso. La neutralità che si invoca è scritta nella Costituzione ucraina.

 

Gli ucraini aspirano a condividere i nostri valori e gli stili di vita democratici e liberali. È in quel momento che la Russia di Putin ha deciso la guerra. È tutto leggibile nella logica neozarista: qualunque cosa l'Ucraina avesse fatto che non fosse stata abdicare completamente a se stessa avrebbe avuto la guerra. Qui avremmo dovuto chiederci: l'abbandoniamo o la sosteniamo?».

 

Se domani non ci fosse più Putin il problema resterebbe?

Antonio Scurati 1

«Sono pacifista e il massimo che posso auspicare è la sua deposizione al termine di una congiura di palazzo. Anche senza Putin però, la questione russa rimarrebbe: un grande e glorioso Paese che non solo non è Europa per storia politica, ma che ne è un antagonista».

 

Fino ad alcuni mesi fa alcuni sostenuto che la Russia doveva diventare un alleato dell'Italia.

«Un'idea sciagurata che alcuni leader dei partiti populisti hanno sostenuto».

 

Salvini ora ha abbandonato quelle posizioni, è un fatto positivo?

«Questa forma di spregiudicato camaleontismo e questa prontezza a tradire qualsiasi principio erano le caratteristiche di Mussolini, e in fondo la sua forza. Non del Mussolini fascista, ma dell'inventore della leadership populista. In questo c'è una continuità evidente».

 

 Il viaggio in Polonia è figlio di una contraddizione?

«C'è la caratteristica fondamentale del populismo: non avere idee proprie, ma solo tattiche. Riempirsi dei rancori momentanei della gente e da quelle esalazioni lasciare che venga guidata la propria linea politica.

 

Oggi Putin è in disgrazia presso l'opinione pubblica italiana? Si può anche andare al confine a fingere di essere anti putiniano. C'è un tratto caricaturale, ma in realtà c'è l'arma segreta del populismo, il fatto di avvalersi di quella che Mussolini definiva "supremazia tattica del vuoto". Un vuoto che va riempito con gli umori momentanei per riscuotere il dividendo politico del momento».

vladimir putin

 

 L'opinione pubblica è impreparata alla guerra?

«Questo è sicuro. A ogni nuova guerra che lambisce l'Occidente, ci scopriamo sgomenti e impotenti».

 

Perché?

«La mia tesi è che c'è stata una trasformazione nel nostro rapporto con la guerra. Dalla prima guerra del Golfo siamo diventati di fatto degli spettatori, la guerra diventa uno spettacolo per famiglia».

 

Che conseguenze ha?

«Abbiamo perso la consapevolezza che le guerre esistono e questo ci impedisce di agire in termini civili e politici. E restiamo indifferenti come dei telespettatori».

 

Ma la risposta delle istituzione è stata urgente.

«Questa è una novità, c'è una risposta delle istituzioni internazionali e anche di qualche grande azienda».

putin e la minaccia nucleare 9

 

E l'opinione pubblica?

«Il pubblico italiano sta rispondendo in maniera emotiva. Ma non è una risposta adeguata».

 

Le immagini che arrivano dall'Ucraina possono contribuire a questa presa di coscienza?

«Sono critico su questo. Usare immagini della sofferenza altrui istituisce un orizzonte mediatico all'insegna dell'oscenità e non più della tragicità».

 

 Perché alcuni intellettuali dicono di andare oltre le emozioni per capire?

putin e la minaccia nucleare 7

 «Da una parte c'è un riflesso pavloviano di antiche affiliazioni con la Russia e di avversità alla Nato, tipico della cultura comunista. Ma soprattutto c'è un autocriticismo ossessivo da parte dell'intellettuale d'Occidente, che sfocia in forme nevrotiche».

 

La critica non va bene?

«Intendiamoci: la critica e l'autocritica sono il cuore stesso dell'Occidente, sono il titolo di nobiltà intellettuale. Però questo autocolpevolizzarsi in maniera smodata è una degenerazione che si iscrive all'interno della cancel culture».

 

Lei si aspettava una guerra tradizionale con carri armati e truppe che invadono un Paese?

putin e la minaccia nucleare 4

«Mi ha sorpreso la volontà di potenza che si esercita con l'invasione, la forte territorialità della strategia militare. Un altro punto è interessante: il disinteresse di Putin verso gli effetti mediatici della guerra, per cui se per vincere si deve bombardare un ospedale pediatrico, si bombarda senza problemi, potendo contare sul totale controllo dell'opinione pubblica interna. Gli Stati Uniti dal Vietnam in poi hanno fatto il contrario. Queste cose sembrano indicare un ritorno a un passato che credevamo sepolto».

guerra in ucrainaguerra in ucrainafuga da mariupolguerra russia ucraina

Ultimi Dagoreport

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT